Inviato: mar, 26 set 2006 11:23
Caro Fabio,Fabio48 ha scritto:Ieri mattina, in una trasmissione televisiva, il responsabile di un parco/riserva ha detto ad un certo punto che il frumento era una leccòrnia per i caprioli.
Ora io capisco che non stia bene correggere pubblicamente chi commette inesattezze o dice strafalcioni, ma così, per chi ascoltava e non era sicuro della pronuncia di tale parola, ora è convinto, dato che l'ha detto la televisione, che si dica veramente così...
mi creda, leccòrnia, non è uno strafalcione.
L’arretramento dell’accento, in questo caso, fa parte del normale processo d’evoluzione e semplificazione (in positivo) della lingua. Dall’inizio della storia della lingua (italiana), un’infinità di parole ha cambiato accentazione.
In questo caso particolare, il cambiamento è finalizzato a eliminare un’anomalia e uniformare, di conseguenza, la pronuncia di una classe di parole.
Infatti, in italiano non esistono, praticamente, parole che terminano in –rnìa. A eccezione del termine che stiamo considerando e dell’antiquato ghiottornìa.
L’economia linguistica ha preso, in questi due casi, una strada diversa. Ghiottornìa ha dato ghiottonerìa mentre leccornìa sta dando leccòrnia (ma avrebbe potuto benissimo dare *lecconerìa).
Lo scandalizzarsi per questi cambiamenti, e contrastarli, fa parte di quel tipo di purismo che non dovremmo condividere.