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Inviato: sab, 27 feb 2016 0:54
di valerio_vanni
«Ragazzo/a» e «Fidanzato/a». Il primo termine più popolare, il secondo più formale.

Negli ultimi decenni si sono aggiunti anche «Uomo/Donna» e «Compagno/a», probabilmente per descrivere le relazioni (alternative al matrimonio) tra gente più grande.

I primi due termini tendono a suggerire persone giovani.

Inviato: sab, 27 feb 2016 1:11
di Ivan92
valerio_vanni ha scritto:«Ragazzo/a» e «Fidanzato/a». Il primo termine più popolare, il secondo più formale.
Qui vale la stessa distinzione.

Inviato: sab, 27 feb 2016 2:42
di Ferdinand Bardamu
valerio_vanni ha scritto:Il Po non è un buona isoglossa per questa parola. In Romagna, quindi sotto al Po, è diffusissimo. È il termine più normale tra tutti quelli indicati.
Ha ragione. Con «sotto il Po» intendevo «fuori del Veneto»: tuttavia, il De Mauro è chiaro nell’indicare l’uso settentrionale della parola, e il Settentrione comprende l’Emilia-Romagna.

Ricordo ora che il vocabolo compare anche nei Promessi sposi: «[E]gli pensa alla morosa; ma io penso alla pelle».

Inviato: sab, 27 feb 2016 10:08
di Millermann
Ivan92 ha scritto:
valerio_vanni ha scritto:«Ragazzo/a» e «Fidanzato/a». Il primo termine più popolare, il secondo più formale.
Qui vale la stessa distinzione.
E anche qui, direi.
I rispettivi termini dialettali tradizionali sarebbero «guagliuni/a» e «zitu/a» (cfr. «citto/a» del toscano).
Mentre, però, il primo è ancora usato normalmente anche dai giovani, il secondo è spesso, anche in dialetto, sostituito da fidanzato.

Inviato: sab, 27 feb 2016 10:15
di Ortelius
Ho un amico di Reggio Calabria, spesso ci siamo trovati a confrontare i rispettivi parlari: mi diceva che, a differenza dell'aretino/senese citto che vale anche per ragazzo qualsiasi, la parola zitu si usa esclusivamente per riferirsi al fidanzato. Mi può confermare, caro Millermann?

Inviato: sab, 27 feb 2016 11:07
di Millermann
Confermo. Anzi, le dirò di piú: oltre che per i fidanzati, «zitu/a» e «ziti» si usa(va) per indicare gli sposi, anche novelli.

A proposito: per avere un'idea piuttosto precisa delle distribuzioni regionali, può essere interessante dare un'occhiata alle tavole 63 e 64 dell'AIS. :)

Inviato: dom, 28 feb 2016 13:34
di Carnby
Nel vecchio vernacolo si diceva il damo (oggi non è più usato).

Inviato: dom, 28 feb 2016 14:47
di valerio_vanni
Ricordo che tra le generazioni più vecchie era usata una perifrasi "fare l'amore a".

Ricordo i miei nonni che parlavano di fatti accaduti quando erano giovani, e dove io direi "Il ragazzo di Tizia" loro dicevano "Quello che faceva l'amore a Tizia".

Inviato: dom, 28 feb 2016 15:12
di Sixie
Ma fra farghe l'amore a e 'ndarghe moroxa da la Maria, per esempio, c'è differenza, secondo lei, Valerio?
Poi, quando si approssimava il momento delle nozze, si diceva che si erano fatti novìssi.

Inviato: dom, 28 feb 2016 15:27
di Ferdinand Bardamu
Da me l’uomo che è fidanzato con una ragazza «el va a moroxe da ela»: moroxe, al plurale, anche se, ovviamente, non si parla d’un donnaiolo.

Inviato: dom, 28 feb 2016 22:06
di Cembalaro
In napoletano c'è la perifrasi, con esclusione di ogni altro termine, fà l'ammore co ...
Vale sia per relazioni temporanee e molto giovanili che per relazioni prematrimoniali e formalizzate.

Similmente i fidanzati sono 'o nnammorato e 'a nnammorata.

Nessun termine speciale per i conviventi more uxorio.

Inviato: lun, 29 feb 2016 9:50
di Sixie
Convivere si dice conpagnar(se) : di due individui che mettono su casa senza sposarsi e perciò convivono come marito e moglie si dice che i se conpagna, inteso come un "mettersi in coppia" e allora potrebbe essere anche un cubiar(se), ma quest'ultimo con una sfumatura di ironia, se non disprezzo.

Andare moroxe da noi è percepito come un smoroxare, un amoreggiare senza impegno, quella fase iniziale, quando due si frequentano - i smoroxa - ma non sono ancora fidanzati, né ufficiosi né ufficiali.
Uno smoroxésso indica una relazione superficiale, tipica dello smoroxon, di colui che el va moroxe.

Inviato: lun, 29 feb 2016 10:05
di Ferdinand Bardamu
Sixie ha scritto:Convivere si dice conpagnar(se): di due individui che mettono su casa senza sposarsi e perciò convivono come marito e moglie si dice che i se conpagna, inteso come un "mettersi in coppia" e allora potrebbe essere anche un cubiar(se), ma quest'ultimo con una sfumatura di ironia, se non disprezzo.
È sicura che si dica cosí? Mi spiego: la convivenza more uxorio è un fenomeno sociale tutto sommato abbastanza recente, per lo meno come fenomeno largamente accettato e riconosciuto. Mi pare strano che ci sia una parola in dialetto: personalmente non saprei come nominare la convivenza se non facendo ricorso a un italianismo.
Sixie ha scritto:Andare moroxe da noi è percepito come un smoroxare, un amoreggiare senza impegno, quella fase iniziale, quando due si frequentano - i smoroxa - ma non sono ancora fidanzati, né ufficiosi né ufficiali.
Uno smoroxésso indica una relazione superficiale, tipica dello smoroxon, di colui che el va moroxe.
Può darsi che m’inganni io. Dalla mia nonna, ora che ci penso, ho sentito «El volea farme l’amore», col significato che dice lei, senza alcun sottinteso sessuale. Dai miei genitori, invece, ho sentito spesso frasi come «Cuando to opà el vegnea a moroxe da mi»: cosa che, in effetti, sarebbe meglio interpretabile come «Cominciava a frequentarmi».

Inviato: lun, 29 feb 2016 10:37
di Sixie
Conpagnarse, nel significato di "mettersi in coppia" si è sempre detto di persone che, per qualche motivo, non volevano o non potevano sposarsi.
Poteva essere il caso di un vedovo con figli che si conpagnava con una donna magari non più giovane o dai trascorsi sentimentali non proprio limpidi... era un sistemarsi, naturalmente, l'amore e l'innamoramento c'entravano poco o punto.

Poi, lei lo sa caro Ferdinand, che nemmeno l'avevamo una parola per amore, amare: paradossalmente amar(se) si dice di oggetti che convergono (o combaciano) perfettamente e che si adattano a vicenda. Si dice delle ante di un armadio che le se ama, pensi un po', e di due persone che le se vòe bèn. :)

Su l'andare moroxe, al plurale, non si preoccupi, che è giusto: si dice comunemente nel veronese e nella Bassa veronese con il significato che lei indica (e che anche Dino Coltro conferma). Siamo noi polesani che facciamo una distinzione fra l'andare moroxa e il 'nàre moroxe.

Inviato: lun, 29 feb 2016 10:47
di Ferdinand Bardamu
Grazie della precisazione. :)
Sixie ha scritto:Poi, lei lo sa caro Ferdinand, che nemmeno l'avevamo una parola per amore, amare: paradossalmente amar(se) si dice di oggetti che convergono (o combaciano) perfettamente e che si adattano a vicenda. Si dice delle ante di un armadio che le se ama, pensi un po', e di due persone che le se vòe bèn. :)
Verissimo. Ma questo vale in generale per la lingua popolare, non soltanto per la nostra: nel dizionario dei sinonimi del Tommaseo si legge che «[i]l popolo non ama quasi mai, se non Dio; ma vuol bene; e il non solum diligere verum etiam amare, l’esprime col voler bene e l’aver nel cuore».