valerio_vanni ha scritto:Le posso anche proporre un verso dantesco, che a mio avviso si divide così e in cui "creatura" occupa 4 sillabe metriche (e quindi con -ea- che si comporta come iato, benché seguito, come nel caso di "maestrale", da una sillaba tonica):
Codice: Seleziona tutto
U-mi-le‿e al-ta più che cre-a-tu-ra
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Secondo me, di base, in quelle posizioni c'è un dittongo: è la cosa più naturale. In alcuni casi, poi, può anche essere sostituito da uno iato.
Sì, è proprio così come dice lei: quale miglior esempio che il nome "Beatrice"?
In effetti, solo a cercare nel Purgatorio, si trovano versi in cui la prima sillaba di Beatrice dà luogo a dittongo («"Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi"», «quanto più che Beatrice e Margherita,», «La nobile virtù Beatrice intende», «pur di Beatrice ragionando andava,», «"Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice."», «pria che Beatrice discendesse al mondo,») e altri, meno numerosi, in cui invece si divide in iato («rimossi, quando Beatrice scese.», «E Beatrice: "Forse maggior cura,"»).
valerio_vanni ha scritto:È l'inverso che ha meno possibilità di accadere: lo iato nella sillaba accentata, che personalmente chiamo "il vero iato", non passa a dittongo.
Ovviamente quando l'accento cade sulla seconda vocale (poèta, boàto, maèstro...); quando cade sulla prima vocale (crèolo, mìope, bùe...) si ha (
foneticamente) dittongo, ma raramente, in metrica, anche iato (ho trovato solo questi esempi, sempre danteschi: «prima che sìˆEnëa la nomasse», in cui
G.L. Beccaria pone una dieresi, e «tu non pensavi ch'io löico fossi», che si trova con la dieresi in
Wikipedia).
Forse quest'ultimo fenomeno è di più frequente riscontro nelle arie e nelle canzoni, come
questa, in cui i due dittonghi -èo- di
creola e
aureola sono cantati su due note diverse.