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Inviato: lun, 19 gen 2015 0:17
di Scilens
Grazie Ivan
A Zabob,
qui si dice normalmente "qui" e 'vieni qua' si dice "venqquà", però questi dettagli cambiano da zona a zona, anche per raggi di pochissimi chilometri, non prenda la mia parlata come se fosse valida per tutta la Toscana, tutto è pieno d'eccezioni. Ogni eccezione avrà una sua storia e ragione che non è sempre nota, voler uniformare è utopico nella pretesa di conoscere ogni causa del dialetto, e ciò vale per ogni dialetto. È impossibile, del tutto impossibile imparare perfettamente una precisa varietà locale di toscano se non ci si nasce. Nemmeno i parlanti sono consapevoli di tutte le sfumature che assorbono per osmosi fin dalla nascita. Voler uniformare, come è stato fatto in Corsica e Irlanda vuol dire cancellare un universo d'indizi storici, una via senza ritorno e senza senso.
Inviato: lun, 19 gen 2015 9:56
di Zabob
Scusi caro Scilens ma è fuori strada. Ero semplicemente incuriosito dalla caduta della 'u'. Volevo sapere se questa caduta avviene solo se dopo la 'u' ci sono le vocali 'e' e 'i' (questo qui → hesto hi, o vesto vi a Pisa e Livorno) o se per caso – ferme restando le condizioni diastratiche e diatopiche – non investa anche le altre vocali (chi pronuncia hesto hi/vesto vi dice anche quando → hando/vando?; cuore → hore/vore)?
Inviato: lun, 19 gen 2015 10:54
di Infarinato
Zabob ha scritto:Dunque
qui si pronuncia "chi" /hi/ e
quieta si pronuncia "cheta" /ˈhɛta/.
Vieni qua si dirà /ˈvjɛni ˈha/?
Ferme restando le
considerazioni morfo-lessicali di Scilens, sí, ma parentesi rigorosamente quadre, per favore! [k] da una parte e [∅ ɦ h ç x] dall’altra sono «tassofoni» (
i.e. allofoni combinatòri) dell’
unico fonema /k/.

…E ovviamente [∅ ɦ h ç x] non possono
mai comparire a inizio assoluto d’enunciato, quindi [di ˈhi], [
si ˈheːta], ma *[ˈhi], *[ˈheːta].
Zabob ha scritto:Rustico è inteso come opposto rispetto a
cittadino? In città non s'usa la gorgia?
Con «rustico» s’intende il dialetto proprio dei «parlanti di parlanti di bassa acculturazione di ascendenza o provenienza contadina» (le definizioni e la maggior parte delle informazioni da me date in questo filone sono di Luciano Giannelli,
Toscana, «Pacini», Pisa, 2000² [1976¹]).
Nel dialetto «corrente» («proprio dei ceti urbani e delle giovani generazioni»), la gorgia s’usa eccome, ma non si ha la caduta della labiovelare, quindi, a seconda della località, per una parola come
questo /kwe̍sto/ si ha un’alternanza del tipo [ˈkwesːto] ~ [di ˈ(h)wesːto].
Zabob ha scritto:[C]hi pronuncia
h[k(w)]
esto hi/
vesto vi dice anche
quando →
hando/
vando?;
cuore →
hore/
vore…?
Sí e no: le varianti pisano-livornesi in [v] valgono solo per i dimostrativi-interrogativi (…e per poche altre parole ormai lessicalizzate come
vaíni [«quattrini»]).
Inviato: lun, 19 gen 2015 11:39
di Zabob
La ringrazio, Infarinato. Un'altra cosa:
Infarinato ha scritto:Zabob ha scritto:Dunque
qui si pronuncia "chi" /hi/ e
quieta si pronuncia "cheta" /ˈhɛta/.
...[di ˈhi], [
si ˈheːta], ma *[ˈhi], *[ˈheːta]. :!:
Inizialmente avevo scritto proprio [ˈheːta] (anzi, impropriamente /ˈheta/); poi, considerando che
quieta in italiano ha la
e aperta (come in quasi tutti i dittonghi
-ie-), l'ho corretta in [ˈhɛːta]; ma sbagliai: nel passaggio da
quieta [ˈkwjɛːta] a
cheta [ˈheːta] non solo c'è la gorgia, non solo c'è la caduta di entrambe le approssimanti, ma anche la chiusura della vocale tonica – «continuaz. dell'
-e- lunga di
quietus latino», avverte il
DOP.
Inviato: lun, 19 gen 2015 13:06
di Infarinato
Zabob ha scritto:[N]el passaggio da
quieta [ˈkwjɛːta] a
cheta [ˈheːta] non solo c'è la gorgia, non solo c'è la caduta di entrambe la approssimanti, ma anche la chiusura della vocale tonica – «continuaz. dell'
-e- lunga di
quietus latino», avverte il
DOP.
Attenzione! Non confondiamo il passaggio dal latino
QUIĒTUM [kʷɪˈeːtʊ̃] all’italiano
chéto (si pensi all’analogo
QUĪ(S) [ˈkʷiː(s)] >
chi), eventualmente attraverso un ipotetico *[ˈkjeːto] (ma l’assorbimento della palatale avviene verosimilmente in contemporanea al passaggio [kʷ] > [k]), con la spirantizzazione della velare («gorgia»), fenomeno molto probabilmente
di gran lunga seriore.
Inviato: mar, 20 gen 2015 0:24
di valerio_vanni
Infarinato ha scritto:…E ovviamente [∅ ɦ h ç x] non possono
mai comparire a inizio assoluto d’enunciato, quindi [di ˈhi], [
si ˈheːta], ma *[ˈhi], *[ˈheːta]. :!:
Voleva scrivere *[ˈki], *[ˈkeːta]?
Ah, no, forse mancava un pezzetto al "mai".
Inviato: mar, 20 gen 2015 0:31
di Infarinato
No, volevo scrivere esattamente ciò che ho scritto.

(Si notino gli asterischi.)
Inviato: mar, 20 gen 2015 0:45
di valerio_vanni
Allora non ho capito io.
Mi tornano [di ˈhi] e [si ˈheːta], ma gli asterischi cosa indicano?
Visto che la gorgia avviene solo in posizione post vocalica, a inizio frase mi aspetterei [ki] e [ke:ta]. Gli asterischi mi suggeriscono una geminazione, che non mi torna né a inizio frase né riguardo a delle [h].
Inviato: mar, 20 gen 2015 1:02
di Infarinato
Gli asterischi sono
fuori delle parentesi quadre, e indicano forme agrammaticali / impossibili / non attestate.

Inviato: mar, 20 gen 2015 1:13
di valerio_vanni
Ora torna tutto
