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Inviato: mer, 30 dic 2015 19:51
di u merlu rucà
Non vedo grossi problemi per la derivazione di maguřà da maculare, tenendo conto che diversi termini in -aculu/a-iculu/a ecc. non presentano la sincope in Liguria: furmìguřa "formica" (< formicula); ferüguřa "timo" (< ferricula); brüguřa "crosta delle ferite" (< verrucula).
Qualche problema c'è invece con macia "macchia", il cui esito panligure non è regolare: da mac(u)la ci aspetteremmo maglia/magia e non macia.
Inviato: mer, 30 dic 2015 21:41
di Carnby
La mia mamma conferma che da noi magone non s'usava. Per descrivere uno stato ansioso si diceva «mi fa male allo stomaco» e simili, il che farebbe pensare che l'etimo germanico per magone sia corretto.
Inviato: mer, 30 dic 2015 22:56
di cambrilenc
Interessante perché mi pare che sei di Firenze e nella prima pagina valerio -di Marradi, Firenze, ma in questo caso sul versante romagnolo direi-, ci ha spiegato che adopera la parola parlando in italiano.
Inviato: gio, 31 dic 2015 0:39
di valerio_vanni
Qui il dialetto romagnolo è parlato, quindi è possibilissimo che il termine venga da lì. Però, a dire il vero, non l'ho mai sentito come una parola dialettale.
A titolo di confronto, uso «invornito» in italiano ma percepisco bene la sua origine romagnola.
Aggiungo che il termine l'ho sentito anche nelle Marche.
Inviato: gio, 31 dic 2015 8:32
di Sixie
Nel dialetto chioggiotto magon viene dato come 'bubbone'; avere on magon sol stomego significa " avere la digestione difficile" ma anche " avere dei conti da regolare con qualcuno", una vecchia ruggine, un ràdego da sistemare.
C'è anche il verbo magonare, mangiare avidamente, ingozzarsi; più frequentemente la forma del riflessivo magonarse, che nella mia variante sarebbe incoconarse di cibo.
Inviato: gio, 31 dic 2015 8:38
di domna charola
Sixie ha scritto:[N]ella mia variante sarebbe
incoconarse di cibo.
…Adoro i suoi interventi, perché fanno riemergere alla mia memoria termini che non sentivo più da quando è morta mia nonna, nel 2005, e che rischiavo di dimenticare!
Grazie.
(scusate il fuori argomento)
Inviato: gio, 31 dic 2015 8:45
di Ferdinand Bardamu
Sixie ha scritto:Nel dialetto chioggiotto
magon viene dato come 'bubbone';
avere on magon sol stomego significa " avere la digestione difficile" ma anche " avere dei conti da regolare con qualcuno", una vecchia ruggine, un
ràdego da sistemare.
Confermo la seconda accezione; l’esempio che mi ha fatto la mia mamma è proprio quello di un conto in sospeso (per questo prima ho parlato anche di un sentimento di frustrazione).
Inviato: gio, 31 dic 2015 11:50
di Carnby
cambrilenc ha scritto:Interessante perché mi pare che sei di Firenze e nella prima pagina valerio [...] ci ha spiegato che adopera la parola parlando in italiano.
Parlavo del vernacolo locale, in lingua si usa eccome.
Inviato: gio, 31 dic 2015 12:49
di cambrilenc
u merlu rucà ha scritto:Qualche problema c'è invece con
macia "macchia", il cui esito panligure non è regolare: da
mac(u)la ci aspetteremmo
maglia/magia e non
macia.
E probabilmente qualche problema ancora con parole liguri semanticamente simili come
taca o
pigau/
pigòu, che hanno un parallelo in catalano (
taca,
pigat) ma, soprattutto la seconda, una etimologia non chiarita.
(Io ho scritto qualche articolo riguardante queste parole, ma non ne sono pienamente soddisfatto...)
Re: magone
Inviato: gio, 31 dic 2015 15:36
di GBGaribaldi
cambrilenc ha scritto:u merlu rucà ha scritto:Qualche problema c'è invece con
macia "macchia", il cui esito panligure non è regolare: da
mac(u)la ci aspetteremmo
maglia/magia e non
macia.
E probabilmente qualche problema ancora con parole liguri semanticamente simili come
taca o
pigau/
pigòu, che hanno un parallelo in catalano (
taca,
pigat) ma, soprattutto la seconda, una etimologia non chiarita.
(Io ho scritto qualche articolo riguardante queste parole, ma non ne sono pienamente soddisfatto...)
Perché non mette almeno un collegamento? Solitamente i lettori sono interessati e molto più benevoli verso il "creatore" del "creatore" stesso, a volte inesorabile nei propri confronti.
Certamente l'esito genovese
maccia (e quelli liguri corispondenti) non presentano lo sviluppo sonoro (
maggia) che "dovrebbero" avere.
1) È avvenuto per evitare la collisione col provenzalismo/francesismo
maggia =
maglia? Si conosce l'epoca dell'acquisizione del prestito?
2) È vero che il provenzale
malha deriva, a sua volta, da
macla?
3) È appurata la scarsa diffusione e genuinità di
macchia nei dialetti gallo-italici? Allora,
maccia potrebbe essere un "italianismo"?
Ignoro se qualcuno se ne sia mai occupato e se risulti possibile indagare.
Non può essere banalmente casuale il fatto che
maccia =
macchia abbia – nei dialetti liguri – esito irregolare. La regolarità è, infatti, rappresentata da voci quali
öggiu <
OCLU(
M) =
occhio & c..
Inviato: gio, 31 dic 2015 16:25
di cambrilenc
Ecco, Garibaldi, si tratta della seconda parte di questo articolo (la prima parla piuttosto di sociolinguistica):
http://llengualigur.blogspot.com.es/201 ... al_17.html
Per fare un riassunto: l’italiano
pecca e il castigliano
peca (=lentiggine) sarebbero derivati da
peccare. Invece catalano e ligure
piga proverebbero da
piccare.
(Ma qualche dizionario ritiene che anche il termine castigliano avrebbe un rapporto con
piccare:
http://etimologias.dechile.net/?peca.)
L’occitano ha, credo, due parole diverse:
peca per
difetto,
pigalha per
lentiggine.
Inviato: gio, 31 dic 2015 20:10
di u merlu rucà
Per quanto concerne màcia, l'esito potrebbe anche essere regolare, ma partendo da una base *maccula . Nei dialetti liguri -cl- > -ʎ-/-ʤ- se è preceduto da vocale, ma se è preceduto a consonante > -ʧ- (masculu > 'maʃʧu); *maccula, con anaptissi, a sua volta deriva da *makkla che è regolare da *mak-tla; in pratica, rispetto all'etimo (normale) di macula da *mak-la cambia il suffisso, che invece del diminutivo *lo- (ovviamente qui al
femminile) sarebbe quello locativo-strumentale *-tlo- (anch'esso al femminile).
Ancora etimologie
Inviato: sab, 02 gen 2016 11:48
di GBGaribaldi
cambrilenc ha scritto:Ecco, Garibaldi, si tratta della seconda parte di questo articolo (la prima parla piuttosto di sociolinguistica):
http://llengualigur.blogspot.com.es/201 ... al_17.html
Per fare un riassunto: l’italiano
pecca e il castigliano
peca (=lentiggine) sarebbero derivati da
peccare. Invece catalano e ligure
piga proverebbero da
piccare.
(Ma qualche dizionario ritiene che anche il termine castigliano avrebbe un rapporto con
piccare:
http://etimologias.dechile.net/?peca.)
L’occitano ha, credo, due parole diverse:
peca per
difetto,
pigalha per
lentiggine.
L'articolo è scritto bene, con passione e si legge volentieri.
Penso sia risultato interessante anche ad altri.
Non mi azzarderei a commentarne l'impostazione socio-linguistica, perché, facilmente, ci si ritroverebbe su visioni differenti, mentre dovremmo ancora completare il compitino etimologico.
Comunque, complimenti.
Sebbene io non mi occupi di etimologia, mi è chiaro (come a tutti) che la ricerca e la creatività che occorrono devono, comunque, rimanere entro i vincoli chiariti dalle scienze linguistiche.
Quindi, mi risulta limpido il discorso sulle pecche, ma, nel ligure (di qualsiasi località) una voce quale piga non può provenire da una radice *pikk-. La lenizione, che si manifesta come sonorizzazione (tutti questi aspetti, insomma) si sono verificati "esclusivamente" con fonemi consonantici intervocalici non geminati. Ma la radice aveva [-kk-] che, nella pronuncia genovese, s'è conservato se postaccentuale: piccu = picchio, ma pichemmu = picchiamo perché (come anche negli altri dialetti settentrionali) è intervenuta degeminazione. In genovese, per altro, soltanto in posizione "protonica" (per usare un aggettivo caro ai "tromboni" delle linguistica).
Ergo, una radice che dette piccu ['pikku] = picchio non potè dare piga.
"Per la contradizion che no'l consente" (la mia competenza sulla filologia dantesca è infima).
Pensavo che anche nel mondo linguistico iberico fosse successo qualcosa del genere, ma qui dovrebbe essere lei a intervenire.
Farlo da parte mia si qualificherebbe come arroganza e sconsideratezza.
Un italiano può solo notare che c'è stata degeminazione. A pica e a saco corrispondono rispettivamente, in italiano, picca -l'arma - e sacco.
Anche il genovese ha, evidentemente, saccu (geminato perché, a differenza degli altri dialetti settentrionali, la geminazione postonica permane conservata).
Mentre si ha lenizione - o comunque si desideri definirla - in fuego = fuoco proprio perché la radice non era originariamente geminata.
In genovese - e in altri dialetti settentrionali- si manifestò attivo lo stesso processo evolutivo e si ebbe [-g-]<[-k-].
Per queste ragioni alcuni studiosi ritengono "settentrionalismi" (tanto per "bignamizzare" malamente) voci presenti in Toscana quali lago & c..
Re: Ancora etimologie
Inviato: sab, 02 gen 2016 12:16
di Carnby
GBGaribaldi ha scritto:Per queste ragioni alcuni studiosi ritengono "settentrionalismi" (tanto per "bignamizzare" malamente) voci presenti in Toscana quali lago & c..
Beh non è l'esito atteso e più comune...
In ogni caso sonorizzazioni varie erano probabilmente già presenti nel passaggio dal latino al proto-italoromanzo, altrimenti non si spiegherebbe la larga diffusione panitaliana di parole come
gatto e
pagare.
Inviato: sab, 02 gen 2016 12:41
di cambrilenc
Eh sì, Garibaldi; proprio per questo dicevo di essere insoddisfatto, e intendevo soprattutto la parte etimologica. Prendiamo, ad esempio, il dizionario Alcover-Moll (
http://dcvb.iecat.net/), vero capolavoro della romanistica: in 4 righe vediamo chiaramente... che tutto rimane poco chiaro:
Etim.: incerta. La forma cast. peca ha estat relacionada amb pecar en el sentit de ‘excedir o predominar un humor en les malalties’; però la forma catalana amb i sembla oposar-se a aquesta explicació. Segons Coromines DECast, iii, 707, cal considerar piga com a pertanyent a la família del verb picar. Sembla que realment piga podria esser un simple femení de pic, per analogia de casos com amic amiga.
E invece sull'edizione in Rete del
dizionario della lingua catalana:
s. XV; del ll. pīca 'garsa', d'on també el sentit de 'taca pigmentària de la pell' per les taques i colors de la garsa (cf. picar)
Quindi, secondo questa versione, si tratterebbe di una origine diversa -c´è ancora di mezzo secondo loro il verbo
picar, ma ora forse scompaiono le geminate-.., ci sarebbe insomma un rapporto con la
garsa, e cioè con
questo:

Pica