Riguardo a «sul
primo/secondo/terzo», io credo che «terzo» (al pari di «quarto», «quinto», ecc.) non si sia quasi mai usato, se non in modo scherzoso, perché quando il terzo canale della Rai è nato (1979) i nomi "ufficiali" (quelli pronunciati dalle "signorine buonasera") erano già da tempo «Rete uno/due/tre».
Qualche altra curiosità per i piú nostalgici?

A casa mia avevamo il televisore modello «Raffaello» della Ultravox (in alto a destra in
questa immagine).
Confermo che la sequenza d'accensione era:
1) accendere lo stabilizzatore, che iniziava a ronzare.
2) premere il primo tasto del tivvú (dettaglio nella terza foto in basso)
3) appena iniziava a comparire l'immagine, ruotare la manopolina del volume (forse non era necessario, ma lo si faceva lo stesso!)

Il bello di questo modello, poi, è che possedeva una sorta di rudimentale "telecomando" luminoso, chiamato
Ray Control. Al centro del pannello vi era un "occhio di bue" (seconda foto in basso) che, illuminato dalla luce di una torcia elettrica (in dotazione) permetteva di cambiare canale (dal primo al secondo, o meglio da VHF a UHF, e viceversa), o regolare il volume!

Il problema è che il metodo faceva spesso cilecca, se la luce era debole, e cosí non lo si usava quasi mai. Eravamo allora noi bambini che ci alzavamo per cambiare il canale (o, come si diceva allora, per «voltare»), premendo l'apposito tasto.
A proposito, qualche volta mi scappa ancora di dire «volta al primo/al cinque/a Italia Uno...» (qui, sempre con la preposizione «a»). Lo si dice anche da qualche altra parte?
