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Inviato: sab, 30 dic 2006 11:56
di Bue
Marco1971 ha scritto: Ma se oggi è accettabile scrivere perchè in luogo di perché, non è accettabile scrivere *é per è.
Certamente! Però non si può gridare allo scandalo se graficamente nella scrittura a mano qualcuno traccia allo stesso modo gli accenti di perché e di è, né tacciare di ignoranza chi lo fa, o l'insegnante che non lo corregge.

Inviato: sab, 30 dic 2006 13:56
di Marco1971
Però si può tacciare di pressappochismo. :P

Inviato: dom, 31 dic 2006 4:23
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Però si può tacciare di pressappochismo. :P
Cosa che fa per l’appunto il Canepàri nel suo DiPI, contrassegnando con una bella freccia rivolta verso il basso la famigerata «barchetta» scolastica per la scrittura a mano di ogni voce dotata d’accento grafico. ;)

ACCENTI

Inviato: dom, 31 dic 2006 12:57
di Uri Burton
Infarinato ha scritto:
Marco1971 ha scritto:Però si può tacciare di pressappochismo. :P
Cosa che fa per l’appunto il Canepàri nel suo DiPI, contrassegnando con una bella freccia rivolta verso il basso la famigerata «barchetta» scolastica per la scrittura a mano di ogni voce dotata d’accento grafico. ;)
E aggiungerei alcune considerazioni:

1. Gli anni cinquanta e sessanta – per non parlare degli anni settanta, quando, stando all’età che ci ha detto di avere, Bue avrebbe dovuto frequentare la scuola media unificata – non sono culturalmente remoti come i Cento anni di solitudine narrati da Gabriel García Márques.

2. Le norme dell’Uni sono spesso semplicemente dichiarative dell’uso. È questo il caso dell’ortografia adottata dalla grande editoria e dalla stampa italiana. La distinzione tra accento acuto e accento grave si consolidò infatti subito dopo la fine della prima guerra mondiale.

3. Una cosa è come ognuno di noi scrive a mano e una cosa sono le regole che si insegnano a scuola. In particolare in una scuola come quella italiana con programmi centralizzati e insegnamenti uniformi da Aosta a Agrigento.

4. In quegli anni era già dal ’23 in vigore la riforma Gentile, che prevedeva per le tre classi delle scuola secondaria inferiore il corretto uso della grammatica e dell’ortografia. La distinzione dell’accento grafico tra parole come «è» da un lato e «perché» e «giacché» dall’altro era una realtà palese dell’uso scritto letterario, saggistico, giornalistico, politico e amministrativo e come tale doveva essere insegnata agli alunni.

Re: ACCENTI

Inviato: dom, 31 dic 2006 13:32
di amicus_eius
Uri Burton ha scritto:
[...] 4. In quegli anni era già dal ’23 in vigore la riforma Gentile, che prevedeva per le tre classi della scuola secondaria inferiore il corretto uso della grammatica e dell’ortografia [...]
Tempo felice... :cry:

Inviato: gio, 11 gen 2007 17:55
di umanista89
Ricordo che la mia insegnante di italiano alle scuole medie ci diceva, ponendola a mo' di regola, che nella scrittura a mano la differenza tra accento acuto e grave non sussiste e che, invece, si può usare liberamente «l'accento circonflesso».
Solo qualche anno dopo mi sono reso conto della mostruosità che ci aveva detto, poiché aveva non solo inventato di sana pianta questa 'regola', ma anche dimostrato di non conoscere cosa sia un accento circonflesso, cosa che, per un'insegnante classe 1937 e sedicente purista, amante della poesia, della grammatica e della letteratura, nonché professionalmente molto pedante, non è propriamente una quisquilia.