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Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: dom, 02 giu 2019 12:26
di Ferdinand Bardamu
Arnoldas ha scritto: dom, 02 giu 2019 12:10 … A chi dovrei credere? 🤔
A noi. :mrgreen:

A parte gli scherzi, come ha detto Marco sopra, il costrutto esplicito nelle oggettive il cui soggetto sia uguale a quello della reggente è «meno comune» ma comunque corretto; se teme di sbagliare, in questi casi usi sempre il costrutto implicito. :)

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: dom, 02 giu 2019 15:17
di Arnoldas
Gentile Moderatore, la mia ultima domanda. Come capire la spiegazione dell'egregio Luca Serianni in Grammatica italiana: "Il costrutto esplicito non si adopera con le soggetive quando il soggetto logico della reggente si identifichi col soggetto grammaticale della completiva (* mi sembra che io sia stato chiaro)"? Grazie.
Luca Serianni. Gramatica italiana. XIV, 36. b).

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: dom, 02 giu 2019 17:11
di Marco1971
Qui si parla delle frasi soggettive. In *Mi sembra che io sia stato chiaro, c’è identità di soggetto logico tra «mi» e «io» e quindi l’unica possibilità è Mi sembra di essere stato chiaro. Mentre potremmo avere Mi sembra che lui sia stato chiaro e _Sembra che io sia stato chiaro.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: dom, 02 giu 2019 17:38
di Arnoldas
Sì, appunto! È proprio ciò che volevo capire. Grazie a Luca Serianni e a Lei, gentile Marco. Buona serata. 🤗

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: dom, 02 giu 2019 23:46
di Marco1971
Veramente… si fa sempre presto a asteriscare le frasi… c’è sempre il pericolo dei controesempi, soprattutto se di autori «classici». Mi pare che sia necessario scavare ulteriormente per trovare le vere restrizioni, ma per oggi, vi lascio riflettere sugli esempi seguenti – e ce ne sono molti altri.

Bello, siccome un Dio, Paride allora
così rispose: Tu mi fai, fratello,
giusti rimprocci, e giusto al par mi sembra
ch’io
ti risponda, e tu mi porga ascolto.

(Vincenzo Monti, Traduzione dell’Iliade)

Quando stanco mi giunge
la mansueta e leggiadretta fera,
così nel cor mi punge
che mi piace il morir in tal maniera;
ma non mi par ch’io muoia
perché ’l morire è gioia.

(Tasso, Rime)

E ditegli che ricevo come dono anche più prezioso l’amicizia sua, della quale, per l’espressione della vostra lettera, mi par ch’io mi possa vantare. (Leopardi, Epistolario)

Cos’hai? Alle volte mi sembra che io debba averti fatto qualcosa di grosso a mia insaputa! (Verga, Novelle sparse)

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 13:26
di valerio_vanni
Marco1971 ha scritto: dom, 02 giu 2019 23:46 Cos’hai? Alle volte mi sembra che io debba averti fatto qualcosa di grosso a mia insaputa! (Verga, Novelle sparse)
L'unico punto che trovo desueto / aulico negli altri esempi è il "ch'io". A livello grafico, perché nel parlato (specie veloce) ci sta bene.
Per il resto, il costrutto "mi pare che io debba averti..." mi suona naturale.
Così, a orecchio di parlato spontaneo.

Mi stona, invece, l'esempio 175a.
Marco1971 ha scritto: sab, 01 giu 2019 21:47
(175 a) Simone capiva gli avrebbe fatto un piacere enorme, e lo invitò a pranzo.
(175 b) Credi ci riuscirò?

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 16:30
di Marco1971
Sí, ma il punto è un altro: sembra che la regola formulata nella grammatica di Luca Serianni (XIV.36.b) non sia valida in tutti i casi (e troppo facile sarebbe dire «è possibile in poesia e nella lingua letteraria», visto che l’esempio di Verga è addirittura in un dialogo):

b) Il costrutto esplicito non si adopera con le soggettive quando il soggetto logico della reggente si identifichi col soggetto grammaticale della completiva (*mi sembra che io sia stato chiaro).

Tutti gli esempi che ho riportato piú sopra hanno la medesima struttura (mi sembra/pare che io) e non sono agrammaticali. Su questo vorrei che ci interrogassimo.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 17:04
di Arnoldas
Gentilissimi Valerio e Marco, non riesco a capire perché tutte le grammatiche d'italiano (o quasi tutte) spiegano che quando il soggetto del verbo che precede il congiuntivo è uguale a quello del congiuntivo è necessario usare di+infinito (?!)... Chi ha inventato questa regola e per quale motivo? Grazie.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 17:28
di Marco1971
È quello che ho spiegato piú sopra: le grammatiche, in particolare quelle rivolte a chi impara l’italiano come lingua straniera, semplificano la realtà linguistica, cioè quando esistono varie possibilità, indicano solo quella di uso piú comune. Nel caso che ci interessa, è vero che la forma implicita rimane statisticamente piú frequente, ma, occorre ripeterlo, la forma esplicita rimane possibile e corretta.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 18:40
di Arnoldas
Ho capito. Grazie.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 19:48
di Marco1971
Tornando a bomba, forse qui entra in gioco l’alta frequenza di una frase come Mi sembra/mi pare di essere stato chiaro, che si potrebbe definire semicristallizzata, e per questo la formulazione esplicita, probabilmente, non la pronuncerebbe nessuno parlando in maniera spontanea. Ma, uscendo dalla frase fatta, la versione esplicita può acquistare piena accettabilità, come negli esempi letterari o come in questi: Mi sembra che, rispetto a lui, io sia stato piú chiaro, Mi sembra che io sia stato il piú chiaro di tutti, Mi sembra che io abbia dato prova di maggior chiarezza, ecc.

Dunque, forse, sarebbe piú rispondente al vero formulare la regola cosí: «Nelle frasi soggettive in cui il soggetto logico della reggente si identifica col soggetto grammaticale della subordinata, si adopera in genere il costrutto implicito, specie in frasi consacrate dall’uso; rimane tuttavia possibile la forma esplicita, segnatamente quando il locutore intenda mettere in rilievo la partecipazione emotiva del soggetto grammaticale.»

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: lun, 03 giu 2019 21:56
di Arnoldas
Gentile Marco, concordo pienamente con Lei. La regola dovrebbe essere proprio così, allora non ci sarà alcun equivoco.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: mar, 01 dic 2020 17:16
di Trevigiana
Mi permetto di "risvegliare" il filone con la seguente domanda.

Una frase quale

Credo che domani io debba affrontare una giornata campale

è equivalente, anche in termini di formalità, a

Domani credo di dover affrontare una giornata campale?

Grazie in anticipo

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: mar, 01 dic 2020 19:15
di Marco1971
In questo caso, la forma esplicita appare meno formale. In uno stile curato è preferibile adoperare la forma implicita, che è quella normale quando il soggetto della principale e della subordinata è lo stesso.

Re: «Credevo fossi un re»

Inviato: mar, 01 dic 2020 20:38
di Trevigiana
Grazie mille, cordiale Marco.