Sarebbe stato bello registrare (quasi 14 anni fa) la frequenza d'uso delle due grafie.
Per i posteri, lo faccio ora.
Da una veloce ricerca tra i siti internet (area geografica: Italia), le grafie beneficenza (esclusa "beneficienza") e beneficienza (esclusa "beneficenza") costituiscono rispettivamente il 76% e il 24% dei risultati. L'esclusione della grafia alternativa permette di eliminare tutti i siti in cui si parla di grafia corretta o di confronto tra le due, in modo da potersi concentrare esclusivamente sull'uso di una o dell'altra.
Questa prima ricerca evidenzia una netta predominanza di "beneficenza". Aggiungendo la preposizione "in" davanti al vocabolo, la frequenza d'uso aumenta ancora di più: 87% contro il 13%.
Restringendo la ricerca con l'aggiunta di donare e donati, la predominanza si mantiene all'85-87%.
Da notare che molte delle occorrenze di "beneficienza" compaiono in siti dell'Italia meridionale, con prevalenza in Campania e Sicilia. Questo non stupisce, perché in tali regioni si fa sentire più marcata la presenza della "i" nella pronuncia.
Facciamo un po’ di «beneficienza» linguistica
Moderatore: Cruscanti
Re: Facciamo un po’ di «beneficienza» linguistica
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
Re: Facciamo un po’ di «beneficienza» linguistica
È forse opportuno ricordare e sottolineare che l’unica forma corretta è beneficenza.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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