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Inviato: gio, 17 gen 2008 22:58
di methao_donor
Marco1971 ha scritto:Ho saputo oggi da una mia alunna libraia che in francese esiste il termine
agroglyphe, che si potrebbe adottare anche in italiano facendone
agroglífo, piú agile e tecnico della locuzione
cerchi nel grano.
Valida soluzione, ma nell'ambito "specialistico".
Insomma, gli agroglifisti parlino pure di agroglifo; nel linguaggio di tutti i giorni "cerchi nel grano" basta e avanza.

Inviato: gio, 17 gen 2008 23:27
di Federico
bubu7 ha scritto:Marco1971 ha scritto:...facendone agroglífo, piú agile e tecnico della locuzione cerchi nel grano.
Il termine non mi entusiasma per niente.
Ma è la solita questione; non c'è motivo di consigliarne (figurarsi prescriverne) l'uso, ma poiché è un termine accettabile e relativamente comprensibile (ma questo dipende dal contesto, ovviamente) il singolo è libero di scegliere di farne uso per i propri scopi.
Inviato: ven, 18 gen 2008 0:28
di Marco1971
Il singolo è quasi sempre libero, ma in realtà sottostà, volente o nolente, all’influenza di quanto sente o legge giornalmente. Vorrei semplicemente ricordare che termini d’origine greca e/o latina, del tutto opachi (perché non riallacciabili ad alcun morfema noto) si sono imposti nell’uso, come ossigeno o reuma(tismo). Non vedo perciò cosa possa ostacolare, se lanciati, termini come agroglifo o riti(dectomia), se non l’irrazionale preferenza per le corrispettive voci inglesi (o, talvolta, per circonlocuzioni che non consentono derivazione alcuna).
Inviato: ven, 18 gen 2008 11:34
di Bue
Marco1971 ha scritto:Non vedo perciò cosa possa ostacolare, se lanciati, termini come agroglifo [...] se non l’irrazionale preferenza per le corrispettive voci inglesi
Ad esempio il fatto che la pronuncia di
agroglifo non sia particolarmente "agile", nonostante quanto detto sopra (tra l'altro aggiungerebbe una nuova eccezione alla regola della pronuncia di "gli" in italiano, quindi non e` propriamente vero che segue la fonomorfosintassi genuinamente italiana). Quanto all'irrazionalita` della preferenza per l'inglese,
ariborda! Se ne e` discusso in questa sede e nella precedente per anni: sara` brutta, deprecabile, immorale, satanica e apocalittica ma non e` irrazionale come non e` inspiegabile.
Concordo inoltre con bubu sulla inopportunita` di dare dignita` di scienza a baggianate come i cerchi nel grano e ai ciarlatani che li propagandano come grandi misteri degni di studi "scientifici".
Inviato: ven, 18 gen 2008 11:43
di bubu7
Bue ha scritto: ...e ai ciarlatani che li propagandano come grandi misteri degni di studi "scientifici".
Come il GAUS del collegamento indicatoci da
Marco: Gruppo Accademico (!) Ufologico Scandicci.

Inviato: ven, 18 gen 2008 11:48
di Bue
Inviato: ven, 18 gen 2008 12:27
di Infarinato
bubu7 ha scritto:Non vedo la necessità di adottare un termine tecnico per un fenomeno conteso tra paranormale e
new age se non aumentare il mistero che circonda
certe superstizioni.
Questo è un giudizio
etico, [che condivido, ma] che esula dalla presente discussione [
linguistica]. Inoltre, faccio notare che una formazione «culta» non è
di per sé un tecnicismo (né la poca trasparenza semantica ha
di per sé alcunché di ammaliante).
Inviato: ven, 18 gen 2008 12:40
di Bue
Beh a mio parere il GAUS di cui sopra ha adottato agroglifo anziche' "cerchio nel grano" o "crop circle" non per motivi linguistici puristico-patriottici, ma perche' il finale in "glifo" che ricorda i geroglifici e` molto piu' consonante con il repertorio baggianatico new age, che vede le piramidi e tutto cio` che odora d'antico Egitto in testa alla classifica dei trucchi usati per ammaliare (assieme al Graal, ai Templari e, ultimamente, alla parola "codice").
Inviato: ven, 18 gen 2008 13:12
di bubu7
Infarinato ha scritto:bubu7 ha scritto:Non vedo la necessità di adottare un termine tecnico per un fenomeno conteso tra paranormale e
new age se non aumentare il mistero che circonda
certe superstizioni.
Questo è un giudizio
etico, [che condivido, ma] che esula dalla presente discussione [
linguistica]. Inoltre, faccio notare che una formazione «culta» non è
di per sé un tecnicismo (né la poca trasparenza semantica ha
di per sé alcunché di ammaliante).
Sto dicendo che, secondo me, le motivazioni che hanno spinto a creare il termine non sono quelle che muovono lo scienziato (univocità della determinazione…) ma quelle che muovono i ciarlatani: la necessità di ammaliare il pubblico. Lo stesso motivo che, sempre secondo me, porta le case farmaceutiche a scrivere la composizione dei farmaci omeopatici in latino.
Spero che così sia più chiaro il contenuto (socio)linguistico delle mie parole.
Apprezzo comunque il suo impegno, sempre imparziale, nella segnalazione di giudizi che esulano dall’ambito strettamente linguistico.

Inviato: ven, 18 gen 2008 13:22
di Incarcato
Sulla scelta di
agroglifo per designare i cerchi nel grano, condivido con Bue il sospetto che si voglia suggerire un'interpretazione
privilegiata del fenomeno, e personalmente trovo poco consigliabile adattarsi a questo genere di
costumanza. Del resto, il problema non credo si ponga nemmeno, dato che
cerchio nel grano è il traducente che, una volta tanto, s'è imposto naturalmente e che naturalmente s'oppone al forestiersimo: tutta fatica risparmiata.
Però qui siamo tutti troppo razionalisti atei... addirittura il Cicap! mi sembra il filone di Odifreddi!
Tiriamo fuori un po' di sana superstizione!

Inviato: sab, 19 gen 2008 23:24
di Marco1971
Bue ha scritto:Ad esempio il fatto che la pronuncia di agroglifo non sia particolarmente "agile"...
La sequenza
g dura + l non presenta difficoltà articolatorie per il parlante medio: non riesco a immaginare un italiano non menomato della lingua che stenti a pronunciare parole comunissime come
giungla, sigla, glicine o, appunto,
geroglifico.