Re: Di nuovo sulle professioni al femminile: la Crusca dice «pubblica ministera»
Inviato: mer, 22 mar 2023 2:13
Via, Roberto, sai bene che codesto è un paralogismo.Freelancer ha scritto: mar, 21 mar 2023 23:08 Ministero pubblico significava ufficio pubblico e poi nella forma pubblico ministero era passato a indicare un rappresentante del potere esecutivo davanti all’autorità giudiziaria; attualmente nell’ordinamento italiano è un magistrato titolare del potere di azione penale. E se, come è indiscutibile, magistrato al femminile fa magistrata, ministero - solo in questa accezione e non in quella di settore dell'amministrazione pubblica o di ufficio - al femminile fa ministera.

Insomma, l’obbiezione di Cembalaro è del tutto valida. Sennò, dove ci si ferma? Possiamo, perlomeno scherzosamente, accettare capa, dimenticandoci per un istante che anche capo (nel senso di «persona che comanda, che dirige») è una metonimia, ma dovremmo forse dire, come si chiedeva Marco, anche *aiuta per «assistente (donna)»?
Certo, se/quando perderemo completamente contezza di queste metonimie, allora codeste [per ora ardite] femminilizzazioni ci parranno del tutto naturali e risulteranno pienamente accettabili. Ma credo che per molti di noi ciò non sia ancora avvenuto, se non altro per parole quali aiuto o pubblico ministero.
Chiudo con una nota lessicografica: la nuova edizione del Sabatini-Coletti si è presa la briga —affatto superfluamente— di mettere a lemma anche tutt’i femminili. Orbene, c’è ovviamente magistrata, e anche il «meno freq[uente]» capa, ma di pubblica *ministera non v’è traccia.
