giulia ha scritto:Quindi esiste una "non reattivita'" dell'italiano, una sua resistenza a coniare neologismi o a risemantizzare parole esistenti...
Non mi sembra questo il caso. Di nomi ce ne sono anche troppi, tutti italianissimi.
La mia curiosità è nata dalla momentanea incomprensione tra il mio
siberini e il
ghiacciolini del gestore dell'agriturismo sardo in cui ho trascorso la mie ultime vacanze. Altri ospiti hanno parlato di
ghiaccioletti...
Marco ha scritto:Il «termine unico», «panitaliano», non può imporsi, a mio parere, che dal prevalere d’una denominazione diffusa attraverso l’industria.
Certo. O attraverso l'industria o comunque tramite messaggi diffusi da mezzi di comunicazione come la televisione.
Federico ha scritto:Sul nome: probabilmente non ce n'è uno semplicemente perché non serve;
Bontà sua...
Federico ha scritto:del resto perché complicarsi la vita con una parola come siberini...
In famiglia li abbiamo sempre chiamati così, senza apparentemente soffrire di turbe psichiche...
giulia ha scritto:Sono ovviamente d'accordo sul fatto che in una lingua viva e vitale ogni cosa ha un nome, anzi, penso che in una lingua in salute ogni cosa ha un nome *usato*, non solo una parola che sta su un dizionario ma nessuno usa se non in un articolo tecnico.
Non penso che funzioni proprio così.
In una lingua, quando serve un nome, questo viene creato (
ex novo o riciclando parti preesistenti). Quando il nome non serve più (vedi la ricca nomenclatura dell'agricoltura ormai ridotta ai minimi termini) esso cade nel dimenticatoio e viene solo registrato, quando va bene, dai lessici storici (letterari o tecnici).
Ovviamente, ma non credo che nessuno abbia mai pensato il contrario, non tutte le cose che potrebbero essere denominate lo sono effettivamente, ma solo quelle che "servono".
I
siberini servono, e quindi i nomi sono stati creati (anche se molti continuano a chiamarli "cosi", questo non vuol dire...). La stranezza è che un oggetto tanto comune (e comune da tanto tempo) non sia riportato nei vocabolari (magari con diverse denominazioni accompagnate dalla nota "regionale").
FUORI TEMA.
Per quanto riguarda il mio giudizio sulla trattazione che ne fa Wikipedìa (trattazione imprecisa e approssimativa) non m'interessa aprire una polemica. Ritengo però istruttivo giustificare la mia affermazione analizzando il brano considerato.
I Siberini contengono una sostanza, liquida a temperatura e pressione ambiente (20°C [la temperatura ambiente non è definibile e sicuramente d'estate è maggiore di 20 gradi], 1 atm) e solida a temperatura "un po' inferiore" [che significa "un po' inferiore"? il congelamento avviene a temperature inferiori allo zero non "un po' inferiore" a quella ambientale]; tale sostanza è una sostanza [!] o miscela di sostanze dalle caratteristiche simili a quelle dell'acqua: elevato calore specifico e passaggio di stato ad una temperatura di circa 0°C (a pressione ambiente) [non è vero; essendo, in genere, soluzioni acquose, il passaggio di stato avviene a temperature significativamente più basse di zero gradi]. Tali caratteristiche sono quelle necessarie al funzionamento dei siberini come "accumulatori di freddo": se messi in freezer essi impiegano un tempo piuttosto lungo per arrivare ad una temperatura "circa uguale" [perché "circa"?] a quella del freezer (ad es. -18°C) [i normali congelatori dei frigoriferi a quattro stelle devono garantire una temperatura di almeno -30 gradi] in quanto la quantita' di energia (calore) che devono cedere è elevata (a parita' di massa un blocco di ferro alla stessa temperatura iniziale (ad es. 20°C) cederebbe una quantita' di calore molto inferiore per arrivare alla stessa temperatura finale (ad es. -18°C), anche perché in tale intervallo di temperatura la sostanza contenuta nei siberini cambia di stato (da liquido a solido), liberando un ulteriore calore latente senza cambiare la propria temperatura). Una volta raggiunta (o quasi) la temperatura del freezer essi sono in grado di assorbire ovviamente una elevata quantita' di energia (calore) prima di arrivare a "temperatura ambiente", garantendo il mantenimento, in un contenitore adeguatamente isolato, di una temperatura sensibilmente inferiore di quella ambiente per un tempo almeno altrettanto lungo [tempo altrettanto lungo di cosa? i tempi di congelamento e di scongelamento dipenderanno rispettivamente dalla temperatura del congelatore e da quella ambientale unita, quest'ultima, alla capacità isolante della borsa termica].
Buon Ferragosto a tutti!
