L’italiano non è piú una lingua
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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- Ferdinand Bardamu
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La sanno lunga, sulla Vichipedía.
Per tirarvi su, vi copio un passo di quest’intervista:
La nostra vita appare condizionata dai mercati, o meglio dagli speculatori che lì operano, e tutt’al più dai livelli di produzione e di occupazione, dal Pil, dai giudizi delle agenzie di valutazione, dai differenziali fra i titoli del debito pubblico e via dicendo.
Non so se questo virgolettato sia originale o corretto dall’articolista; fatto sta che «agenzie di valutazione» e «differenziali» sono una boccata d’aria fresca.

Per tirarvi su, vi copio un passo di quest’intervista:
La nostra vita appare condizionata dai mercati, o meglio dagli speculatori che lì operano, e tutt’al più dai livelli di produzione e di occupazione, dal Pil, dai giudizi delle agenzie di valutazione, dai differenziali fra i titoli del debito pubblico e via dicendo.
Non so se questo virgolettato sia originale o corretto dall’articolista; fatto sta che «agenzie di valutazione» e «differenziali» sono una boccata d’aria fresca.
- Souchou-sama
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Certo sarebbe bello se la frase avesse anche un senso…
Purtroppo l’incapacità di conciliare una forma decente con un contenuto logicamente solido sembra un morbo tutto italiano. Gli economisti piú preparati si lasciano andare corrivamente agli anglicismi (a volte effettivamente inevitabili, ma spesso superflui), mentre i filosofi piú forbiti —ai limiti della caricatura, come ricordava lo stesso Ferdinand— rischiano d’esser tutto fumo e niente arrosto. In realtà, le radici di questa spaccatura son sotto gli occhi di tutti: l’Italia ha sempre coccolato la cultura umanistica, con una certa tendenza a sfociare nel filosofume, nella «fuffa». La cultura scientifica, al contrario, è tuttora guardata con sospetto, considerata meno nobile e degna. Che la lingua delle scienze non possa in alcun modo esser l’italiano, ne discende direttamente. L’oceano d’anglicismi in cui sguazziamo è la mera ripercussione linguistica d’una penosa situazione culturale. Finché non ci sveglieremo da questo sonno dogmatico —direbbe Kant— non ci saranno «agenzie di valutazione» o «differenziali» che tengano.

- giulia tonelli
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- Ferdinand Bardamu
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Nemmeno io vedo la mancanza di senso, l’illogicità, il filosofume, il parlare involuto ecc. in quella frase. Ciò detto, concordo con Souchou: c’è una diffidenza nei confronti della scienza — o, al contrario, forse un’attenzione eccessiva accordata alla cultura umanistica — che porta a ritenere l’italiano inadatto. Però questa è solo parte della verità, ché gli anglicismi abbondano anche al di fuori delle scienze: le letture pubbliche di poesía si chiamano reading; il correttore di bozze in una casa editrice è l’editor; un libro di successo è un bestseller; la cronaca rosa è il gossip e cosí via. Non c’è un àmbito che si salvi.
Qualche volta si supera abbondantemente il ridicolo: scordatevi risse e zuffe, adesso c'è lo/la street fighting. 

- Souchou-sama
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Ironicamente, il fatto che non vediate il nonsenso della frase è l’ennesima prova di come la cultura umanistica in Italia abbia finito per soffocare quella scientifica.
Temo che una risposta nel merito sarebbe terribilmente fuori tema, quindi mi limiterò a dire che, economicamente/logicamente/scientificamente parlando, (1) la nostra vita appare condizionata dai mercati non ha senso; (2) la stessa espressione i mercati probabilmente non ha senso; (3) l’espressione gli speculatori non ha senso; (4) i livelli di produzione … il PIL è una mera ripetizione, dunque non ha senso; (5) la nostra vita appare condizionata … dai giudizi delle agenzie di valutazione &c è una grossolana inversione del rapporto causa–effetto. E potrei andar avanti! La frase è sí scritta in un italiano impeccabile, ma quasi ogni parola, espressione o proposizione risulta, in ultima analisi, svuotata di senso.
Per il resto, Le faccio notare che anche termini come editor, bestseller, gossip discendono dalla supremazia culturale di libri, giornali & riviste provenienti dal mondo anglòfono rispetto alla produzione in lingua italiana, che al confronto —ma anche se considerata a sé— è semplicemente ridicola. In questo senso mi premeva sottolineare la dipendenza del nostro declino linguistico da quello culturale: se non comprendiamo questo nesso causa–effetto, non riusciremo mai a far alcunché per risollevar le sorti della nostra lingua — sempreché non si preferisca rassegnarsi, viste l’effettive probabilità di riuscita.
] riesca spesso ad andar ben oltre l’effettivo uso della lingua (nel tentativo, appunto, d’imitar a tutti i costi quella inglese, la cui superiorità culturale è piú che evidente).

È vero, ma se facessimo un’analisi statistica Lei pensa che non troveremmo una certa differenza tra il numero d’anglicismi usati in àmbito scientifico-tecnologico e quelli usati altrove? Le càpita d’incontrar lo stesso numero d’anglicismi leggendo un saggio di fisica teorica e uno di filosofia?Ferdinand Bardamu ha scritto:gli anglicismi abbondano anche al di fuori delle scienze: le letture pubbliche di poesía si chiamano reading; il correttore di bozze in una casa editrice è l’editor; un libro di successo è un bestseller; la cronaca rosa è il gossip e cosí via.
Per il resto, Le faccio notare che anche termini come editor, bestseller, gossip discendono dalla supremazia culturale di libri, giornali & riviste provenienti dal mondo anglòfono rispetto alla produzione in lingua italiana, che al confronto —ma anche se considerata a sé— è semplicemente ridicola. In questo senso mi premeva sottolineare la dipendenza del nostro declino linguistico da quello culturale: se non comprendiamo questo nesso causa–effetto, non riusciremo mai a far alcunché per risollevar le sorti della nostra lingua — sempreché non si preferisca rassegnarsi, viste l’effettive probabilità di riuscita.
Ma sul serio c’è chi lo chiama cosí? Sinceramente, ho l’impressione che la Wikipedia italiana [?Carnby ha scritto:Qualche volta si supera abbondantemente il ridicolo: scordatevi risse e zuffe, adesso c'è lo/la street fighting.

Ultima modifica di Souchou-sama in data gio, 20 giu 2013 16:21, modificato 1 volta in totale.
Credo che l'equivoco sia nato perché c'è un'associazione di «arti marziali da strada» con quel nome (nonché lo stranoto videogioco picchiaduro Street Fighter, che tra l'altro è fra i miei preferiti). Resta il fatto che si tratta di un uso estremamente minoritario: se incontrassi due che si scazzottano in una strada non penserei mai che stiano facendo della/o street fighting.Souchou-sama ha scritto:Ma sul serio c’è chi lo chiama cosí? Sinceramente, ho l’impressione che la Wikipedia italiana [?] riesca spesso ad andar ben oltre l’effettivo uso della lingua.
- Souchou-sama
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Buongustaio!Carnby ha scritto:nonché lo stranoto videogioco picchiaduro Street Fighter, che tra l'altro è fra i miei preferiti


- Animo Grato
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- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Sarebbe il caro vecchio "spaccare il capello in quattro"? In questo caso, le suggerirei il più coerente - per quanto impronunciabile - «tetratricotomia».Souchou-sama ha scritto:«tetrapiloctomia»

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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«Prima l'italiano!»
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- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
- Souchou-sama
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- Iscritto in data: ven, 22 giu 2012 23:01
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Sí, ero indeciso, ma alla fine ho deciso d’omaggiar direttamente il buon Eco.Animo Grato ha scritto:le suggerirei il più coerente - per quanto impronunciabile - «tetratricotomia»


Esatto, ho avuto pur io quest’impressione.PersOnLine ha scritto:Controllando le altre Wiki, ho l'impressione che la Wikpedia italiana, come spesso accade, parli di tutt'altro

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