Inviato: mer, 07 set 2011 23:44
Scusatemi, ma non ancora capito se è possibile raccogliere le firme con internet (come si fa per le petizioni, per intenderci).
Se cosí non fosse, sarà davvero dura raccogliere 50.000 firme per strada.

Spazio di discussione sulla lingua italiana / Discussion board on the Italian language
https://www.achyra.org/cruscate/
Per questo all'inizio ho detto che servono tempo e risorse [finanziare]: occorre per forza la collaborazione di una istituzione linguistica.Luca86 ha scritto:Scusatemi, ma non ancora capito se è possibile raccogliere le firme con internet (come si fa per le petizioni, per intenderci).Se cosí non fosse, sarà davvero dura raccogliere 50.000 firme per strada.
E chi la contatta per metterla a parte di questa possibilità?PersOnLine ha scritto:...occorre per forza la collaborazione di una istituzione linguistica.
Un ulteriore aspetto, molto importante, da considerare, è il titolo della legge stessa. Credo però che la ricerca del titolo e la elaborazione del testo possano procedere in parallelo.Proposta di legge di iniziativa popolare
Tale proposta di legge prende atto della crescente importazione di anglicismi nella lingua italiana, fenomeno che già da diversi anni investe la comunicazione a tutti i livelli, da quello quotidiano dei soggetti privati fino ai massimi vertici istituzionali.
Innanzitutto si sottolinea, con forza, la libertà assoluta della comunicazione tra soggetti privati nel perseguimento delle loro attività, nonché la libertà di espressione e il pluralismo dei mezzi di comunicazione di massa, garantiti, in primo luogo, da:I princìpi a cui tali disposizioni si rifanno non vengono messi in discussione.
- Art. 2 della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali);
- Art. 19 della Dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo;
- Art. 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
- Art. 6 della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali);
- Artt. 6 e 7 del Trattato sull’Unione europea.
Ciò detto, la proposta di legge intende agire sulle modalità di comunicazione della Pubblica amministrazione, al suo interno e nel rapporto con i cittadini, italiani e stranieri, residenti nel nostro paese.
Ormai da vari anni le istituzioni attuano, a vari livelli, una massiccia importazione di forestierismi nelle comunicazioni interne e in quelle al pubblico, in quantità di anno in anno sempre maggiori. Tale comportamento è stato raramente giustificato ai cittadini, fruitori dei servizi stessi, salvo qualche sporadico e ufficioso accenno al presunto tecnicismo dei prestiti linguistici, in maggioranza anglicismi, abbondantemente utilizzati nella comunicazione cartacea ed elettronica. L’opportunità di tale condotta, così come i suoi effetti sull’azione delle amministrazioni statali, è stata abbondantemente trascurata, con conseguenze che si ripercuotono sul fondamentale diritto del cittadino alla comprensione e alla conseguente partecipazione attiva all’azione della Pubblica amministrazione; esso trova infatti riscontro:L’uso dei forestierismi nelle comunicazioni istituzionali, trovando nella maggioranza dei casi un corretto equivalente in lingua italiana, risulta privo di fondamento ed evidenzia la insufficiente considerazione, all’interno degli stessi organi amministrativi, dell’importanza di un corretto uso della lingua da parte delle Pubbliche amministrazioni di ogni livello, come pure del suo effetto sull’efficienza e l’efficacia della comunicazione istituzionale interna e al cittadino. Al tempo stesso si ritiene che buona parte dei nuovi prestiti linguistici di necessità possano essere efficacemente sostituiti, attraverso la coniazione di efficaci e trasparenti neologismi in grado di rendere il concetto anche a chi non sia pratico di lingue straniere, in particolare della lingua inglese; la loro conoscenza, benché certamente utile e auspicabile, non è un dovere imposto ai cittadini italiani.
- nell’Art. 3, secondo comma, della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali). Le difficoltà di comprensione delle comunicazioni delle Amministrazioni pubbliche possono costituire un effettivo ostacolo alla partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese;
- nell’Art. 6 della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali) che, affermando la condivisibile e imprescindibile tutela delle minoranze linguistiche, riconosce di fatto l’esistenza di una lingua di maggioranza della popolazione, la lingua italiana, nella quale è redatta la stessa Carta costituzionale;
- La legge n. 241 del 7 agosto 1990, o delle Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, più conosciuta come Legge sulla trasparenza amministrativa. L’obiettivo dichiarato di tale normativa è appunto quello di garantire al cittadino una chiara comprensione del funzionamento della Pubblica amministrazione, introducendo meccanismi che consentano al primo una maggiore capacità di controllo e di intervento sulla seconda. La chiarezza comunicativa, fondata sulla comprensibilità linguistica, costituisce in questo ambito un presupposto forse implicito, ma certamente irrinunciabile.
Lo scopo della proposta è pertanto che la Pubblica amministrazione si rivolga ai cittadini italiani in un italiano corretto, chiaro, accessibile, in ossequio alle norme sopra dichiarate e nel rispetto dei diritti fondamentali enunciati. Gli obiettivi che essa si pone per arrivare a tale scopo sono:
- il riconoscimento dell’importanza della lingua italiana nell’attività della Amministrazione pubblica, nonché del suo corretto uso nella comunicazione interna ed esterna alla stessa, in forma cartacea ed elettronica;
- la creazione di un tavolo di confronto permanente tra le rappresentanze delle Pubbliche amministrazioni e le principali associazioni linguistiche con scopo di tutela e promozione della lingua italiana. Tale struttura avrebbe tra i suoi principali scopi: la consulenza alle amministrazioni per questioni linguistiche; il controllo del corretto uso della lingua italiana nelle principali procedure amministrative; la traduzione dei nuovi forestierismi, con la creazione di neologismi, o l’ampliamento della portata semantica di termini esistenti, in grado di esprimere adeguatamente nuovi concetti, in accordo con le caratteristiche fondamentali della lingua italiana;
- l’assoluto rispetto dell'articolo 6 della Costituzione, conformando l’azione dell’Amministrazione pubblica alla tutela delle minoranze linguistiche nei modi e nei casi previsti dalla legge.