Inviato: sab, 08 nov 2014 15:47
Serianni (I.49) infila la parola iato fra i «dittonghi formati con /j/». 

Spazio di discussione sulla lingua italiana / Discussion board on the Italian language
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Direi di sì, se si pronuncia /i'ato/ ci vuole l'articolo l', come davanti a "aedo" o "eone". Al plurale io scriverei gl'iati, che riflette la pronuncia /ʎi'ati/.Ivan92 ha scritto:Dunque, affinché in iato continui a sussistere un iato, bisognerebbe usare gli articoli determinativi apostrofati?
Una piccola precisazione per ragioni di completezza: come ci ricorda il DiPI in linea, codesta è anche l’usuale pronuncia di coloro che dicono /ja̍to/ [ˈjaːto] al singolare.Zabob ha scritto:Al plurale io scriverei gl'iati, che riflette la pronuncia /*ʎi'ati/.
Allora sono un'eccezione: io ho sempre detto /'jato/ al singolare e /ʎi'jati/ al plurale...Infarinato ha scritto: [C]odesta è anche l’usuale pronuncia di coloro che dicono /ja̍to/ [ˈjaːto] al singolare.
No codesta è solo, per dirla col Canepàri, una «pronuncia intenzionale»: «per fare sfoggio».Ivan92 ha scritto:Allora sono un'eccezione: io ho sempre detto […] /*ʎi'jati/ al plurale...
Concordo, anche perché altrimenti non si sente più l'approssimante; per lo stesso motivo (ho provato a pronunciare a voce alta) dico "gli ioni" /ʎi'joni/ e "gli yogurt" /ʎi'jɔɡurt/, e non mi sembra di fare alcuno "sfoggio" (anzi, se dico "gli ioni" vuol dire che mi sto esprimendo in un certo contesto dove la dizione /ʎi'oni/ potrebbe suonare, al contrario, "trascurata").Ivan92 ha scritto:[I]o ho sempre detto /'jato/ al singolare e /ʎi'jati/ al plurale...
Ma non è questione di «concordare» o no: «pronuncia intenzionale» qui vuol dire pronuncia che fedelmente rispetta i confini grafo-morfologici, ma una pronuncia di tal tipo (una sorta di «pronuncia ortografica») non è necessariamente (anzi, non è quasi mai nel caso delle «lingue storico-naturali») la «pronuncia normale», indipendentemente dal fatto che sia piú o meno utile a disambiguare il contesto. La pronuncia tradizionale [fiorentina/toscana] della lingua italiana (ma anche quella «moderna» del Canepàri) prevede la risillabazione da me indicata per i casi come quello in oggetto. Punto.
No, è che, se Lei mi mette una i tra parentesi quadre (senza prendere opportuni accorgimenti), non può pretendere che il programma capisca che in questo caso Lei non voleva aprire una porzione di testo corsivo!!Zabob ha scritto:Nota di servizio: vedo ingrandito tutto ciò che segue un corsivo e ho sostituito con virgolette: 'un sarà un bao?
Ha ragione, non avevo fatto caso alla 'i' iniziale della citazione, che peraltro non mi sembrava di aver messo fra parentesi quadre.Infarinato ha scritto:No, è che, se Lei mi mette una i tra parentesi quadre...
Infatti, è solo «intenzionale», non «aulica».valerio_vanni ha scritto:Anch'io ho sempre detto /'jato/ al singolare e /ʎi'jati/ al plurale, ma è sempre stata una pronuncia spontanea. Non ha mai, nelle mie intenzioni, avuto la pretesa di essere una pronuncia colta.
Ma dove lo troverebbe scritto? Solo in un manuale di fonetica, presumo. E non le verrebbe in mente che forse *«tintura di odio» non ha senso, mente «tintura di iodio» sí?Ivan92 ha scritto:Eppure, se trovassi scritto /tinˈtura diˈɔdjo/, penserei a una tintura di odio!
Potrebbe semplicemente trattarsi di un refuso (non sarebbe il primo in un’opera tipograficamente cosí complessa come il DiPI), ma, volendo trovare a tutt’i costi una giustificazione, basterà considerare il fatto che iogurt è [strutturalmente, fonotatticamente] un forestierismo, per il quale è quindi «meno innaturale» adottare una pronuncia piú aderente alla grafia…Zabob ha scritto:Però, scusi se insisto, non mi ha spiegato perché, secondo Canepari, nel caso di yogurt /diˈjɔɡurt/ è la corretta pronuncia "moderna", /diˈɔɡurt/ è solo "accettabile", mentre nel caso di iodio avviene il contrario.
Accanto a "intenzionale" precisa "per fare sfoggio".Infarinato ha scritto:Infatti, è solo «intenzionale», non «aulica». ;)valerio_vanni ha scritto:Anch'io ho sempre detto /'jato/ al singolare e /ʎi'jati/ al plurale, ma è sempre stata una pronuncia spontanea. Non ha mai, nelle mie intenzioni, avuto la pretesa di essere una pronuncia colta.
Per me, se uno va dritto su una pronuncia senza chiedersi niente, quella è spontanea.E anche su «pronuncia spontanea» bisogna intendersi: quando ha pronunciato per la prima volta il sintagma gli iati? A due/tre anni? Non credo. ;) A cinque? Neppure, temo…
Si tratta comunque di una pronuncia che tradisce una qualche (magari inconscia) riflessione metalinguistica.
Pronunciare "di odio" /'dOdjo/ potrebbe rimuovere la sovrapposizione, ma "di odio" /di'Odio/ [1] è così diffusa da non potere essere esclusa.Ivan92 ha scritto:Sí, ovviamente il problema non si pone. Tintura di odio non esiste ma, onde evitare lo strabuzzamento degli occhi e lo sbigottimento dell'interlocutore, la pronuncia dell'approssimante aiuterebbe a disambiguare, nonostante —in fin dei conti— non vi sia proprio nulla d'ambiguo.