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Inviato: lun, 23 feb 2015 9:27
di Carnby
Imprestito non è a lemma in nessuno dei tre dizionari linguistici che ho (Cardona, Beccaria e Dubois).

Inviato: lun, 23 feb 2015 10:46
di Infarinato
Per completare il quadro sull’etimo d’imprestito, val forse la pena riportare quanto dice il DELI alla voce imprestare.
Il [i]DELI[/i], [i]s.v. [/i]«imprestare», ha scritto:v. tr. ‘dare in prestito’ (sec. XIV, sia col senso di ‘prestare denaro’: doc. del 1305, riportato in Edler, sia in quello di ‘concedere, offrire’: S. Agostino volgar.).

Da prestare con in-¹ illativo. Non bisogna, tuttavia, sottacere che l’it. conobbe anche imprestito ‘prestito’ dalla loc. lat. in praestitum dare, che ha avuto una larga estensione nelle lingue romanze e nei dial. (cfr. A. Schiaffini in ID VI, 1930, 40).
P.S. Interessante che nello stesso volume in cui, a p. 40, lo Schiaffini (uno dei maestri del Castellani, ricordiamolo) discute l’etimo d’imprestito, la parola sia anche usata, a p. 284, nell’accezione tecnica che essa ha (o meglio: aveva [siamo all’inizio degli anni ’30]) in linguistica. :D

Inviato: lun, 23 feb 2015 12:09
di Animo Grato
Possiamo dunque concludere che nel moderno imprestito confluiscono l'antico termine nato dal sintagma in praestitum (un po' come è successo con allarme) e un più recente deverbale da imprestare?

Inviato: lun, 23 feb 2015 12:47
di Infarinato
La presenza del suffisso atono -ito (caratteristico di sostantivi e aggettivi quali credito, reddito, gemito, nascita, mescita, dedito etc., tutti deverbali di verbi latini appartenenti alla terza coniugazione [e breve]… o di stare [a del tema breve] ;)) esclude che imprestito possa mai essere stato un «deverbale [italiano] da imprestare».

Semmai, com’è già stato detto e come ci conferma lo stesso Treccani, nel moderno imprestito confluiscono [semanticamente] l’antico/popolare imprestito (da in praestitum dare) e il calco del francese emprunt.

Inviato: mar, 24 feb 2015 1:54
di Scilens
Infarinato ha scritto:nell’accezione tecnica che essa ha (o meglio: aveva [siamo all’inizio degli anni ’30]) in linguistica. :D
Ma Lei, oggi, quale parola consiglierebbe?

Inviato: mar, 24 feb 2015 7:19
di Ferdinand Bardamu
Scilens ha scritto:
Infarinato ha scritto:nell’accezione tecnica che essa ha (o meglio: aveva [siamo all’inizio degli anni ’30]) in linguistica. :D
Ma Lei, oggi, quale parola consiglierebbe?
Mi sembra che Infarinato abbia già risposto, sia pure indirettamente, alla sua domanda: imprestito in linguistica non è piú d’uso comune. Inoltre, se avesse cliccato sul collegamento al lemma del De Mauro fornito piú volte in questo filone, avrebbe visto che imprestito, nell’accezione tecnica, è marcato come obsoleto. Obsoleto, sottolineo, non sciatto.

Inviato: mar, 24 feb 2015 12:40
di Scilens
(Certo che ho visto tutti i collegamenti forniti :))

Non era una richiesta retorica. Leggendo il brano di Prati mi sono accorto che la parola prestito (o imprestito, se vuole) non sarebbe proprio calzante.
Per definizione il possesso derivante da un prestito, che inizia col consenso del prestatore, non è mai definitivo (e non vale l'usucapione), mentre potrebbero esserlo sia l'accatto che l'adozione. Accatto può dare l'impressione di raccogliticcio o di mendicato, ma adozione rende l'idea di qualcosa che è benevolmente accolto pur non essendo parte originaria della lingua.
È chiaro che si fa per dire, perché nessuno ha il potere di cambiare questi usi, ma ci potrebbe essere un termine più aderente all'oggetto.

Inviato: mar, 24 feb 2015 13:22
di Ferdinand Bardamu
Scilens ha scritto:Per definizione il possesso derivante da un prestito, che inizia col consenso del prestatore, non è mai definitivo (e non vale l'usucapione), mentre potrebbero esserlo sia l'accatto che l'adozione. Accatto può dare l'impressione di raccogliticcio o di mendicato, ma adozione rende l'idea di qualcosa che è benevolmente accolto pur non essendo parte originaria della lingua.
Accattare, come ricorda il Prati, vuol dire anche ‹prendere in prestito›. Non credo che vi sia un termine tecnico piú neutro di (im)prestito per definire il concetto. Adozione si applica piú ai latinismi che ai forestierismi presi da una lingua moderna.

In ogni caso, la metafora del prestito in linguistica riguarda piú l’introduzione e l’uso di qualcosa d’estraneo, che l’idea di possesso temporaneo, di somma di denaro o bene da restituire. E d’altra parte non è detto che anche quest’aspetto della metafora non si attagli alla linguistica: il successo di un forestierismo dipende dall’uso che ne fanno i parlanti. Un imprestito come chauffeur è stato, per cosí dire, «ripagato» alla lingua «creditrice», essendo stato sostituito da autista.

Inviato: mar, 24 feb 2015 18:33
di u merlu rucà
Imprestito in senso linguistico non mi sembra obsoleto.