Inviato: ven, 20 mag 2016 22:14
Ah, ecco svelato l'arcano!!! Grazie!valerio_vanni ha scritto:Quella era la trascrizione di «In ‹in ritardo›», non di «In ritardo».

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Ah, ecco svelato l'arcano!!! Grazie!valerio_vanni ha scritto:Quella era la trascrizione di «In ‹in ritardo›», non di «In ritardo».
In cosa avrebbe da ridire, Canepari? Confermo quanto detto sulla 'facilità' di pronuncia di sequenze quali /-nzv-/ e altre ancora, ché la n è velare non solo davanti a una consonante velare (fango), ma anche quando precede qualsiasi altra consonante, compresa la p e la b. E naturalmente, è sempre velare in posizione finale.Carnby ha scritto:Nelle parlate settentrionali si usa un contoide nasale velare «attenuato» che si può trascrivere [ŋ] (ma Canepari avrebbe da ridire), il che permette di realizzare più agevolmente sequenze come /-nzv-/.
Per Canepari non è una normale n velare, ma un contoide seminasale (o semicontoide nasale) provelare (in AFI ufficiale sarebbe [ŋ̟˕]).Sixie ha scritto:In cosa avrebbe da ridire, Canepari?
Questo vale anche per il toscano, naturalmente nel registro più curato, ché nel registro rustico si preferisce eliminare del tutto la /-n/ (talvolta nasalizzando la vocale precedente) oppure raddoppiando la nasale e aggiungendo la vocale d'appoggio, quindi [-(n)ne] (soluzione tradizionale, ma oggi meno frequente).Sixie ha scritto:E naturalmente, è sempre velare in posizione finale.
Ci avevo pensato, ma non tanto per la nasale velare del Nord, quanto per la n sillabica/moraica del giapponese, che forse converrebbe considerarla vocoide sillabico nasale in quanto semplificherebbe la fonologia di quella lingua. Canepari la trascrive come la n velare del Nord Italia, ma con il diacritico di sillabicità.Sixie ha scritto:Si potrebbe, solo nel caso di questa n velare, definirla un vocoide?
Detto in poche parole, sì (a differenza dei fonemi vocalici e consonantici che possono avere realizzazioni differenti): ma non c'è accordo completo su cosa sia un fono vocalico e cosa sia un fono consonantico. O meglio, per una buona parte dei casi non ci si pone nemmeno il problema: ma quando si parla di casi dubbi (approssimanti, contoidi sillabici ecc.) la faccenda si complica alquanto.Sixie ha scritto:Intendo dire: un vocoide indica sempre e in ogni caso un suono vocalico e contoide, uno consonantico?
Questione dibattuta. Per Canepari un contoide sillabico. Altri fonetisti non sono d'accordo.Sixie ha scritto:In Trst (Trieste), che cos'è quella r?
No, il DOP non prevede nessuna nasale velare in posizione finale, per esempio in casi come Manin.Ivan92 ha scritto:Ma vale anche per l'italiano?
Ciò mi rincuora. La ringrazio.Carnby ha scritto: No, il DOP non prevede nessuna nasale velare in posizione finale.
Se può rincuorarla, le ricordo un aneddoto: abituato a pronunciare nel toscano «colto» ogni n finale come velare non riuscivo a distinguere la differenza tra le due parole inglesi sin e sing, non tanto perché (come affermavano i libri) «l'italiano non ha il fonema /ŋ/», ma perché le pronunciavo tutte e due con [ŋ] senza accorgermene, anzi tendevo a dire rispettivamente ['siŋ] e ['siŋɡe̥].Sixie ha scritto:Ciò che rincuora Ivan un po' mi sconforta
Sa che non mi torna? Voglio dire, perché il toscano colto dovrebbe prevedere una n velare finale se l'italiano non lo permette? O forse si riferisce soltanto alla sua varietà di toscano?Carnby ha scritto:[A]bituato a pronunciare nel toscano «colto» ogni n finale come velare
Perché l'italiano (ricordiamo, storicamente più lingua scritta che parlata) teoricamente non prevede uscite in consonante e quando si trova il caso eccezionale di un'uscita consonantica non sa che pesci pigliare: la soluzione teorica consigliata dagli ortoepisti è stata quella di pronunciarla «normalmente», ovvero con [n] alveolare. Il toscano è come l'italiano, ma con una differenza: essendo una lingua parlata, può trovarsi effettivamente con casi dubbi e sceglie soluzioni di volta in volta: in bocca toscana una /-n/ finale è la più tollerata di tutte le consonanti finali (esiste anche il caso estremo del lucchese rustico dove le vocali finali che seguono una /n/ cadono e così abbiamo finali [velari] in fine d'enunciato) e, come ho detto, la n velare è solo una possibilità per realizzare /-n/: probabilmente è percepita più simile al dileguo tipico degli accenti più rustici.Ivan92 ha scritto:Sa che non mi torna? Voglio dire, perché il toscano colto dovrebbe prevedere una n velare finale se l'italiano non lo permette?