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Inviato: mer, 02 mag 2007 12:32
di Bue
Fabbe, così non parlano nemmeno al dipartimento di linguistica, glielo assicuro. Una frase del genere può andare bene se detta da una segretaria e riferita a qualche programma che elabora documenti di testo.
Non potrà mai essere né usata né compresa da chi con "software" intende non un programma ma una gigantesca architettura informatica fatta di centinaia di programmi e interfacce, e con "file" intende certe particolari collezioni di migliaia di eventi simulati di fisica delle alte energie.
La mia frase di esempio non voleva essere un'indicazione di quali parole si dovrebbero usare, era una testimonianza di quali parole si usino nella realtà quotidiana, e nella realtà si usa spesso girare come traducente di to run.
Inviato: mer, 02 mag 2007 16:59
di giulia tonelli
Infarinato ha scritto:A questo punto, m’interesserebbe conoscere il parere di Giulia Tonelli e Freelancer…
Ipoteticamente a me suona molto meglio
autoavvio di
autolancio. Nella realtà dei fatti ricorrerei a una perifrasi (tipo "il tale programma non si può far partire automaticamente", invece di "non ha la funzionalità di
autoavvio").
Dall'Osservatorio sulla Vita Reale, vi porto questa chicca: "Hai saputo che siamo stati cortolistati in Morgan Stanley?" Visto che di solito si dice "siamo stati inseriti nella (o esclusi dalla)
short list", lo registro come un microsuccesso. Tra l'altro, dimostra che perfino un neologismo, se coniato sul campo dagli addetti al settore, non crea difficoltà alcuna. Un addetto al settore sa, istintivamente, cosa è accettabile e cosa è ridicolo in un certo ambiente.
Inviato: ven, 04 mag 2007 21:21
di Marco1971
Mentre se
cortolistare fosse stato proposto in queste stanze, tutti a sbellicarsi, e lei in prima fila.
Aggiungo alcuni termini il cui equivalente è già lemmatizzato:
damper: smorzatore
dark focus: miopia notturna
domain name: nome di dominio
drummer: batterista
drums: batteria
Per
dark room proporrei lo spiccio e semplice
buia.
Inviato: ven, 04 mag 2007 22:25
di Federico
giulia tonelli ha scritto:Tra l'altro, dimostra che perfino un neologismo, se coniato sul campo dagli addetti al settore, non crea difficoltà alcuna. Un addetto al settore sa, istintivamente, cosa è accettabile e cosa è ridicolo in un certo ambiente.
Sicuramente è meglio se i neologismi sono creati da chi li deve effettivamente usare e ne conosce l'ambito, tuttavia da qui a dire che un neologismo se creato dagli addetti è sicuramente giusto (per magia? per quali motivi arcani che non rendano possibile altro percorso?) mentre uno suggerito dall'esterno non può che risultare dannoso e controproducente, ne corre...
Inviato: ven, 04 mag 2007 23:14
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:Per dark room proporrei lo spiccio e semplice buia.
Questa non l'ho capita. Sarebbe la nuova versione della
camera oscura?
Inviato: ven, 04 mag 2007 23:21
di Marco1971
La camera oscura si usa in fotografia. Guardi invece nel GRADIT la definizione di
darkroom.

Inviato: ven, 04 mag 2007 23:54
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:La camera oscura si usa in fotografia. Guardi invece nel GRADIT la definizione di
darkroom.

Ma lei non è un proponente dell'estensione del campo semantico del termine italiano corrispondente al significato originale, come ad esempio
conto per
account nel significato sia bancario che telematico? Allora usi lo stesso termine come fanno gli americani e la chiami
camera oscura!
Inviato: sab, 05 mag 2007 0:26
di Marco1971
Certamente, sono per l’estensione semantica in molti casi. Ma nel caso specifico,
la buia mi pare piú adeguato (anche per il suo carattere gergale). Se l’immagina, lei, un dialogo di questo tipo: «O dov’eri sparito?» - «Ero in camera oscura» - «A sviluppare le foto?».
In buia, invece, appare per quel che è.

Inviato: sab, 05 mag 2007 0:27
di Federico
damper: l'Hazon in linea traduce con
smorzatoio per l'ambito musicale, ma in effetti vedo che il Treccani in linea riporta solo
smorzatore per questo caso, distinguendo in elettrico e meccanico:
dampers è usato per entrambi?
dark focus: non si direbbe molto diffuso, ma
miopia notturna è già usato, perciò nessun problema.
Quanto alle
darkroom, si intende quelle di cui si parla
qui? In effetti
camera oscura non è altro che una definizione senza connotazioni, perciò non può essere un problema, e mantenere l'analogia con un calco può essere interessante.
Anche
buia è interessante; personalmente mi ricorda
gattabuia e
segreta.
Inviato: sab, 05 mag 2007 0:44
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:Certamente, sono per l’estensione semantica in molti casi. Ma nel caso specifico,
la buia mi pare piú adeguato (anche per il suo carattere gergale). Se l’immagina, lei, un dialogo di questo tipo: «O dov’eri sparito?» - «Ero in camera oscura» - «A sviluppare le foto?».
In buia, invece, appare per quel che è.

Quindi si presta a bonarie prese in giro, il che non guasta. Altro esempio: «Sei riuscito ad aprire il conto?» - «Non ancora, la procedura è complicata» - «Ma cambia banca, che diamine!»
Inviato: sab, 05 mag 2007 1:31
di Marco1971
E nel suo esempio potrebbe trattarsi d’una banca dati... Ma mi garba il controesempio. Solo che, in quel senso, mi pare che nessuno direbbe camera oscura... Tutto qui.
Inviato: dom, 06 mag 2007 15:18
di Decimo
Compagnie aeree low cost, low fare e no frills in Italia.
Ricordo che "aeree" è parola italiana, pertanto non vada letta /'ɛəri:/!
Tutti d'accordo, credo, per
economico e
a basso costo in luogo di
low cost... Degli altri due però sconosco anche il significato.
Inviato: dom, 06 mag 2007 20:11
di Marco1971
Veramente
low fare significa lo stesso di
low cost: fra le due locuzioni corre la stessa differenza che tra
basso costo e
bassa tariffa.
No frills vale
senza fronzoli. Che slògano del menga!

Inviato: lun, 07 mag 2007 9:17
di giulia tonelli
Marco1971 ha scritto:Mentre se cortolistare fosse stato proposto in queste stanze, tutti a sbellicarsi, e lei in prima fila.
Esattamente come, nel caso "
vendissimo" l'avessi proposto io, vorrei proprio vedere quanti l'avrebbero trovato "sublime".
Inviato: lun, 07 mag 2007 10:50
di giulia tonelli
Marco1971 ha scritto:Solo che, in quel senso, mi pare che nessuno direbbe camera oscura... Tutto qui.
Stupendo. Quando si tratta di termini informatici, allora le estensioni semantiche vanno benissimo, e se uno osa dire "ma nessun informatico direbbe mai cosi'!" si viene subissati di sprezzanti commenti, di non tanto velati insulti di codardia, di essere reazionari, assurdi e incapaci di cogliere le meravigliose rivoluzionarie opportunita' che la lingua offre, pecoroni che non siamo altro. Ma quando si tratta di un termine che uno CONOSCE, un termine di cui sa le sfumature, un termine che sa come si usa, allora si rende conto perfettamente che l'estensione semantica e' impossibile. Un applauso.