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Inviato: mar, 18 mar 2014 15:16
di Ferdinand Bardamu
Andrea Russo ha scritto:«Tra alti e bassi, momenti di up e momenti di down, un po’ personali un po’ lavorativi...»
Siamo arrivati al punto che si usa l’inglese per chiosare l’italiano. :(

Inviato: mar, 18 mar 2014 16:24
di Animo Grato
La prima reazione è, ovviamente, all'insegna dello sconforto. I più ottimisti, comunque, potranno trovare un barlume di speranza e di sollievo nei commenti sdegnati (e sacrosanti) suscitati da quest'articolo.

Inviato: mar, 18 mar 2014 21:36
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:La prima reazione è, ovviamente, all'insegna dello sconforto. I più ottimisti, comunque, potranno trovare un barlume di speranza e di sollievo nei commenti sdegnati (e sacrosanti) suscitati da quest'articolo.
Neanche i commenti sono un granché, benché ne condivida lo spirito critico verso l’articolo. Uno dei commentatori dice «Locuzioni come "a me mi" grammaticalmente scorrette mezzo secolo fa, sono ormai comunemente accettate (anche se bruttine e logicamente sbagliate) e nel caso specifico quel mi ridondante viene considerato un rafforzativo» e io penso a quanto sono stato fortunato a trovare un fòro come Cruscate, che mi ha permesso di allontanarmi dal famoso difetto della massa stimmatizzato da Jespersen.

Quanto all’articolo, beh, mi pare che rientri nel solito entusiasmo facilone per le rete. È come dire che, giacché al bar i giovani discorrono tanto, e noi vogliamo che i giovani discorrano, allora la scuola si deve spostare al bar. Non che abbia nulla contro le piattaforme sociali — anzi: mi piace andare al bar — ma la lingua che vi si adotta, rilassata e assai poco sorvegliata (quando va bene), è tutto fuorché un modello da insegnare a scuola.

Inviato: gio, 20 mar 2014 9:16
di Ferdinand Bardamu
Ecco, se lo chiamassimo stimolatore cardiaco eviteremmo di fare di queste figure.

Inviato: gio, 20 mar 2014 11:13
di Andrea Russo
L'avevo visto anch'io giusto pochi giorni fa (presumo, e spero!, che sia lo stesso caso). Non posso che è essere d'accordo con lei.
Chi sostiene che si debba usare pacemaker, e in generale tutt'i forestierismi in àmbito medico, porta come ragione il fatto che la terminologia tecnica dovrebb'essere valida in tutt'i Paesi, internazionale, in un certo senso. Di conseguenza saremmo in grado di sapere il nome di un determinato concetto/tecnica, ecc. usato in qualunque nazione ci troviamo.
Ma allora o tutto o nulla: o traduciamo tutto, oppure dovremmo usare tutt'i forestierismi, se valesse questo ragonamento, e anzi tradurre in inglese anche i termini medici già esistenti in italiano (e addirittura persino le parti del corpo: è bene che si dica liver, heart, ecc.). Poi se i nuovi medici non saranno in grado di spiegare alcunché ai pazienti poco importa...
Esagero, ma chissà se questo non possa accadere davvero alla fine.

Inviato: gio, 20 mar 2014 13:00
di Carnby
Ferdinand Bardamu ha scritto:Ecco, se lo chiamassimo stimolatore cardiaco eviteremmo di fare di queste figure.
Cardiostimolatore, c'est plus facile. :)
Strano che ancora non l'abbiano confuso con la Peacemaker! :wink:

Inviato: mer, 26 mar 2014 13:27
di Carnby
Due chicche fresche fresche da Tgcom24.
[...] quando le sue foglie si rivestono di brina ghiacciata
Esiste anche la brina non ghiacciata? :wink:
è facile trovare questo arbusto in vendita nei vivai e nei garden.
Nei garden? :shock:

Inviato: mer, 26 mar 2014 15:17
di Andrea Russo
Carnby ha scritto:
è facile trovare questo arbusto in vendita nei vivai e nei garden.
Nei garden? :shock:
:shock:
Ma poi che vorrebbe dire?! Che la gente lo vende nei propri giardini? :roll:

Inviato: mer, 26 mar 2014 19:18
di Scilens
Carnby ha scritto: Esiste anche la brina non ghiacciata?
Mi crea un certo problema inatteso. Un conflitto interno dovuto al contrasto tra quel che so e quanto ignoro.
La brina non mi riesce immaginarmela che non sia ghiacciata.
Se non è ghiacciata è guazza.

Inviato: ven, 28 mar 2014 8:59
di Carnby
Scilens ha scritto:La brina non mi riesce immaginarmela che non sia ghiacciata.
Se non è ghiacciata è guazza.
O il sereno. :)

Inviato: mar, 01 apr 2014 8:58
di Carnby
Mal comune, nessun gaudio: anche il tedesco non è più una lingua.
Mi fermo al titolo della Bild sul settantacinquesimo compleanno di Terence Hill.
La Bild Zeitung ha scritto:Die eigene Musiksammlung streamen und millionen neue Songs entdecken [...]
Vier Fäuste für ein „Happy Birthday
Me la prendo sopratutto con quel Songs invece di Lieder, una parola di grande tradizione (e meno male che Happy Birthday è tra virgolette, anche se fatico a capire il senso dell'anglicismo).

Inviato: mer, 02 apr 2014 11:54
di Andrea Russo
Mi sono imbattuto nell'Italian style magazine for Internet dreamers:shock:, la cui redazione sembra essere a Torino.
Spero di non aver capito qualcosa, perché se davvero questi parlano e scrivono cosí siamo messi proprio bene!
Chi non è debole di cuore può dare un'occhiata al sito.

Inviato: mer, 02 apr 2014 12:15
di PersOnLine
Ma il bello è che c'è pure la versione English del sito.

Inviato: mer, 02 apr 2014 20:39
di Andrea Russo
Appena sentito d'un'azienda che esporta motociclette anche «nel faríst»...
Pensavo fosse un occasionalismo, invece Far East è attestato addirittura dal 1987, come spiega il Treccani in linea (non mi fa inserire il collegamento corretto).
:(

Inviato: mer, 02 apr 2014 20:56
di Carnby
Andrea Russo ha scritto:Appena sentito d'un'azienda che esporta motociclette anche «nel faríst»...
Del resto c'era di già il far uèst. :)