Inviato: dom, 03 feb 2008 0:38
Santi Numi, Marco, un altro incrocio! 

Spazio di discussione sulla lingua italiana / Discussion board on the Italian language
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Non so chi lo usi, ma io direi "Ah, be', allora questo cambia le cose". E con questo ho risposto anche all'ultimo intervento di Marco. Poi ognuno usi le espressioni idiomatiche (o ritenute tali) che vuole.Daniele ha scritto:Ehm, caro Freelancer, mi permetto di intervenire…Freelancer ha scritto:non fare differenza per trattare allo stesso modo.
A me pare che non fare differenza si usi anche in un altro modo.
"Lo voteranno anche tutti i giocatori del Milan!"
"Non fa (nessuna) differenza."
E quindi…
"Lo voteranno tutti gli abitanti di Monza!"
"Ah, be', allora fa (la) differenza!"
Forse per Roberto, che vive in un contesto americanofono, molte espressioni, anche naturalissime, come quella di cui parliamo, danno adito a sospetti.Freelancer ha scritto:Non so chi lo usi, ma io direi "Ah, be', allora questo cambia le cose". E con questo ho risposto anche all'ultimo intervento di Marco. Poi ognuno usi le espressioni idiomatiche (o ritenute tali) che vuole.
Veramente l'espressione a lick and a promise in inglese significa informalmente, come riportato in qualunque dizionario per es. nell'American Oxford, "a hasty performance of a task, esp. of cleaning something" e nella definizione non c'è alcun accenno al "ripromettersi". E infatti nello Zanichelli è tradotta, come ci si aspetterebbe, "una pulitina superficiale", "una pulizia sommaria".Marco1971 ha scritto:Forse per Roberto, che vive in un contesto americanofono, molte espressioni, anche naturalissime, come quella di cui parliamo, danno adito a sospetti.Freelancer ha scritto:Non so chi lo usi, ma io direi "Ah, be', allora questo cambia le cose". E con questo ho risposto anche all'ultimo intervento di Marco. Poi ognuno usi le espressioni idiomatiche (o ritenute tali) che vuole.
Divagando un po’ (ma sempre in tema), c’è un’espressione americana (ma forse solo del Bronx), che m’insegnò un mio amico nuovaiorchese: I’ll give it a lick and a promise. L’espressione si riferisce al fatto di dare solo una prima pulitura approssimativa (a un mobile, una superficie, ecc.), ripromettendosi di pulire a fondo un’altra volta. Non credo che esista un equivalente cosí espressivo in italiano. E allora, tanto per dire, io ho adottato dare una leccata e una promessa.
Veramente, o pio Bove, sono proprio gli esempi di Roberto a non esser punto azzeccati (…in questo filone —mi dispiace dirlo— ma il Nostro sembra essersi espresso solo per paralogismi: computiere ~ *startiere, successfully ~ con successo, make the difference [primo esempio] ~ far la differenza [= «esser determinante», che forse è anche un calco, ma non recentissimo né in contrasto con le strutture o la semantica dell’italiano]).Bue ha scritto:C'è una bella... differenza tra il "far differenza" riportato nelle citazioni sopra e il to make the difference riportato da Roberto. Ma there's no worse deaf than he who doesn't want to listen...
Dai risultati della sua ricerca non mi sembra che il suffisso -iere si possa considerare [particolarmente] produttivo. Ho l'impressione che la quasi totalità dei termini elencati siano marginali nell'italiano: queste non sono certo le caratteristiche di un suffisso produttivo...Marco1971 ha scritto:Quando si parlò del computiere qualcuno – non ricordo chi – portò a sostegno del mancato attecchimento del termine il fatto che il suffisso -iere non è piú produttivo nell’italiano contemporaneo. Ho ricercato nel GRADIT tutti i sostantivi in -iere apparsi negli ultimi vent’anni (1987-2007), e ce ne sono 22, di cui 12 costituiscono nuove derivazioni (gli altri son composti di parole già esistenti o francesismi crudi in -ière).
Ecco la lista (quelli in grassetto sono marcati TS): barzellettiere, caciere, gisiere, merendiere, saltiere, sgualdriniere, tangentiere, tangenziere, terratichiere, tiragliere, torchiere, zavorriere.
Se si passa a esaminare i termini femminili in -iera, vediamo che sono ancor piú numerosi (apparsi sempre tra il 1987 e il 2007): 33 in totale, di cui 14 marcati come tecnico-specialistici (TS).
Il suffisso -iere è dunque tuttora produttivo, e se, quando apparvero i primi computer, si fossero chiamati subito computieri, nulla avrebbe ostacolato la diffusione del termine italianizzato.
La vedo così: non penso si debba fare una graduatoria su quale, tra i vari aspetti dell'influsso dell'inglese, sia il più 'pernicioso'. Occorre valutare caso per caso, senza scagliarsi in modo assoluto contro un certo aspetto (i prestiti non adattati) e accogliendo volentieri qualsiasi calco (v. leccare e promettere?!). I calchi vengono naturali, ma non tutti fanno bene.bubu7 ha scritto:È interessante e condivisibile l'osservazione di Roberto sulla minore suscettibilità di molti puristi nei confronti dei calchi. Non condivido però la sua diffidenza nei confronti di queste nuove costruzioni: personalmente le trovo molto più innocue dei forestierismi crudi come computer o di un parziale adattamento come bloggista.