Perplessa (è un po' di giorni che leggo, vado per rispondere, poi cancello perché si tratta solo di "sensazioni in punta di lingua" che non riesco a motivare meglio).Ferdinand Bardamu ha scritto:Se il soggetto contiene un’espressione partitiva al singolare che introduce un SN [=sintagma nominale] al plurale, l’accordo può essere sia con l’espressione partitiva, sia con il SN che questa introduce.
L’accordo al plurale è giustificato dal fatto che il sintagma nominale al plurale («gli intervistati») è considerato la vera testa del piú ampio sintagma che contiene l’espressione partitiva («L’ottanta percento degli intervistati»). Questo è vero, a maggior ragione, per le espressioni partitive figurate, come «Un sacco di» (propria del parlato colloquiale): dire o scrivere «Un sacco di gente pensa» ridarebbe a sacco il ruolo di testa di sintagma, e gli ridarebbe pure una certa materialità. Insomma, si finirebbe per comunicare quasi che esiste un sacco di iuta pieno di persone che, pur pigiate le une contro le altre, riescono a rantolare il loro parere. (Il paragone con l’inglese qui regge, perché si dice «A lot of people think» non «… thinks».)
Personalmente sento spontaneamente la concordanza con il sintagma introdotto dal partitivo, ovvero, se questo è plurale - ma realmente plurale - nel mio orecchio finisce per dominare. Non solo "a senso" ma anche grammaticalmente - per così dire - perché il soggetto reale è lui, il partitivo diviene quasi un attributo.
I problemi secondo me saltano fuori con "gente" e con tutti quei nomi collettivi, non numerabili, nel momento in cui vengono associati al partitivo.
Riprendo l'esempio di sopra e provo a giocare:
- un sacco di persone pensa: è concordato grammaticalmente, ma mi viene veramente in mente un sacco di iuta che pensa (agli omini stipati suo malgrado dentro?...);
- un sacco di persone pensano: concordanza "a senso" o concordanza con la "testa del sintagma"? Per me tutt'e due;
- un sacco di gente pensa: concordanza grammaticale (con sacco), o concordanza con la "testa del sintagma"?
In quest'ultimo caso, comunque si rigiri la frittata grammaticale, il verbo viene fuori al singolare, mentre al plurale sarebbe veramente solo "concordanza a senso":
un sacco di gente pensano.
Personalmente mi suona malissimo, non riesco ad accettarlo, anche se l'alternativa del sacco pensante incombe...
Però, ragionando, dato che esistono tutte le possibilità sopraindicate, non è che quando scelgo istintivamente l'espressione "un sacco di gente" sto proprio pensando a una massa indistinta, che non ragiona come singoli individui, ma come massa indistinta, gregge che segue un'unica opinione?
In teoria, la lingua mi lascia questo spazio di "precisione". Già la scelta del generico "gente" implica un'idea di spersonalizzazione, di ammassamento in un'entità unica, sia in positivo che in negativo.
Essere "gente" o essere "persone", a senso è diverso. Così come è diverso essere "popolo" e essere "persone".
Nel secondo sintagma prevale il singolo individuo senziente, nei primi due l'insieme che agisce concordemente e in maniera condivisa.
A esser pignoli, nel secondo caso (popolo) con un senso in qualche modo positivo, nel primo (gente) con una sfumatura negativa, "la massa", insomma, ciò che non ragiona come singoli individui.
A quel punto, arriviamo al "sacco". Quando seleziono il vocabolo "gente" forse sto proprio scegliendo consapevolmente un termine che implica la singolarità, coralità dell'azione espressa da tutti come un singolo individuo. E quindi la concordanza al singolare, oltre che grammaticale, è l'effetiva "concordanza a senso".
Mi viene ora il confronto con "un gruppo di gente": in questo caso, il gruppo "pensa". Qui non vengono fuori immagini figurate, quindi il singolare mi disturba molto meno.
Qual'è la differenza fra "un gruppo di gente" e "un sacco di gente"?
"Un gruppo di gente" non lo direi mai. La gente è già collettivo, è già un gruppo. Un gruppo di gruppi? Non mi convince.
"Un sacco" invece al mio orecchio sembra usabile, forse perché è un modo di dire ormai codificato, "normale", indipendentemente dal suo buffo senso figurato. O forse è proprio quel senso figurato che si è voluto fissare?
Sarebbe allora proprio "un sacco" come oggetto-sacco che pensa, svincolato dalle singole individualità in esso contenute.
Buffo sicuramente, ma efficace. In fondo, amplifica l'idea - poco lusinghiera - che già avevo in partenza del gruppo di "pensanti", nel momento in cui ho scelto di definirli "gente" e non "persone", "individui".
Chiedo scusa per la lunghezza, ma sto cercando ancora di chiarirmi a me stessa... (rafforzativo, sgrammaticalmente voluto a esplicitare la sottile confusione ingenerata dalla questione).