Inviato: lun, 06 nov 2006 12:28
Comunque, a conferma di quanto ho scritto, rimando al seguente sito:amicus_eius ha scritto:Il problema essenziale di ogni iniziativa culturale in Italia è la sua marca elitaria, e il fatto che si tenda a ridimensionare genericamente l'insegnamento di tutte le discipline (umanistiche e scientifiche), non nella legislazione teorica, ma nel pratico attuarsi della didattica, che nella cosiddetta autonomia (scolastica e universitaria), fra riforme e riformine, vede restringersi il suo campo d'azione, senza che l'auspicato adattamento al mercato del lavoro si realizzi effettivamente, nemmeno nel senso di fornire una sorta di adattabilità culturale e intellettuale a società, mercato del lavoro (e lingua) in evoluzione.
In generale è vero che le edizioni economiche dei classici sono dotate di apparati critici e testo a fronte, cosa estremamente rara nel resto d'Europa; tuttavia è anche vero che il tasso di lettori, rispetto al resto d'Europa, è minimo; inoltre, si è statisticamente riscontrato che le competenze linguistiche e culturali del 67% della popolazione sono largamente insufficienti a soddisfare le esigenze di una società complessa...
http://www.circe.be/content/view/47/279/
Si tratta del sito del progetto CIRCE (Classics and ICT Resource Course
for Europe), finalizzato all'integrazione dell'insegnamento delle
discipline classiche (Latino, Greco, Civiltà Classiche) con le
tecnologie informatiche nell'Europa attuale. Vi si trova una
panoramica dell'insegnamento delle lingue classiche in vari paesi
europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia,
Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito; peccato che manchino
ancora paesi come la Germania o l'Olanda), da cui si desume che ormai
in molte nazioni il greco a livello di scuola secondaria viene studiato
da poche centinaia di persone ogni anno (in pratica, gli studenti di un
solo liceo classico di Roma...).
Teo Orlando