Ringrazio ancora per i complimenti ricevuti: li accolgo con vero piacere.
Anche io concordo con Fausto Raso sul ruolo cruciale dei mezzi di comunicazione: inviterei, tuttavia, a riconsiderare l'influenza delle comunicazioni amministrative e governative sulle abitudini linguistiche dei cittadini.
Ogni democrazia che si rispetti non impone ai mèdia un vocabolario ufficiale, la libertà di espressione dei mezzi di informazione è e deve essere sacrosanta. La stessa Francia provò nel 1992 a fissare la terminologia della televisione e della radio, ma l'azione fu cassata dal Consiglio costituzionale sulla base del citato articolo della Dichiarazione dei diritti umani a cui loro, come noi, aderiscono.
Lo stesso consiglio però affermò il diritto del legislatore a regolare il vocabolario impiegato dalle persone giuridiche di diritto pubblico e dalle le persone di diritto privato nel compimento di una missione di servizio pubblico: l'influenza rimane dunque notevole, visto il ruolo svolto dal servizio pubblico nella vita economica quotidiana dei privati e delle imprese; se in tutti gli atti amministrativi e nelle comunicazioni alle imprese il
computer viene chiamato
ordinateur, probabilmente questo influenzerà tanto le case produttrici, che dalle amministrazioni devono ottenere le varie licenze commerciali, quanto i privati cittadini, che cominceranno pian piano a usare questo termine. Così, in effetti, è stato in questo quel caso. Data la somiglianza del nostro ordinamento giuridico a quello francese, si potrebbero ragionevolmente ottenere analoghi successi.
Certo non è un assioma, non funziona sempre. Pensandoci, però, pare la stessa logica tramite la quale i pubblicitari e le agenzie televisive sembrano anglicizzare progressivamente l'italiano: la riproposizione "assillante" e prolungata di anglicismi, collegati a immagini o concetti esplicativi, che vengono assorbiti dai parlanti. Chi sostiene che la lingua "si difende da sé" non vede, a mio parere, l'azione di questa forza, alla quale i singoli parlanti difficilmente possono opporsi, e che spesso si limitano ad assorbire passivamente. La presenza di una pubblica amministrazione promotrice di un italiano corretto, chiaro e non inutilmente complesso (il "burocratese") e di neologismi efficaci, può essere un bilanciamento importante alla pressione anglicizzante, più o meno volontaria, dei mèdia.
Da non trascurare, inoltre, eventuali circoli virtuosi potenzialmente attivabili proprio nei mèdia, grazie alla influenza delle PA: per esempio, se il
Codice in materia di protezione dei dati personali fosse stato chiamato
Codice in materia di riservatezza o
Codice in materia di privatezza, oggi forse questi termini avrebbero maggiore fortuna nel concorrere con
privacy nell'uso quotidiano.
Sarebbe molto utile contattare i proponenti della proposta di legge costituzionale citata da PersOnLine. E grazie a u merlu rucà per aver trovato informazioni così dettagliate.
