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Inviato: ven, 31 dic 2010 0:43
di Marco1971
L’evoluzione non si può imbrigliare, questo è verissimo, ma non è neanche salúbre incoraggiare il tralignamento, voltando le spalle a un passato che molto spesso non si conosce o di cui non si ha coscienza.
Per quanto riguarda
gli per
le, si vede che non ha fatto ricerche all’interno del foro, perché se n’è parlato e non è cosa recente, si trova già in Carducci!
Sulla sua valutazione dell’italiano scritto in questa piazza, mi permetto di avere i miei dubbi sulla sua preparazione, e in particolare per la forma
io son, la rimando ai quotidiani, in cui troverà esempi del 2010.
Corriere della Sera
Repubblica
La Stampa.
E può fare ricerche simili in qualunque quotidiano in rete.
Inviato: ven, 31 dic 2010 0:43
di Fausto Raso
Nel darle il benvenuto fra noi, gentile Sandrokkio, le faccio notare che, a mio parere, le sue osservazioni sono semplicistiche, oserei dire "qualunquistiche". La Lingua ha le sue leggi, e vanno rispettate!
Inviato: ven, 31 dic 2010 1:31
di Marco1971
Io vorrei sapere, gentile Sandrokkio, perché si è iscritto a
Cruscate se reputa che non ci sia niente da studiare o da imparare e che i parlanti decidano tutto. Non è ironia, sono curioso.

Inviato: ven, 31 dic 2010 11:45
di Carnby
Io sono d'accordo con tute le liste proposte in questo filone, con una parziale eccezione per la parola scandinàvo: qualche volta ho provato a dirla in un contesto non esattamente specialistico e ho avvertito un certo stuprore.
Inviato: ven, 31 dic 2010 14:06
di Marco1971
È curioso come si sia imposta la pronuncia sdrucciola in una parola come scandinavo: per quale analogia? Esistono altre parole in -ínavo che possano averla favorita? Non me ne viene in mente neanche una…
Inviato: dom, 02 gen 2011 9:46
di u merlu rucà
sandrokkio ha scritto:lo spagnolo, per esempio --> "le ho dicho"
le
he dicho
Inviato: sab, 08 gen 2011 16:40
di Bue
Marco1971 ha scritto:È curioso come si sia imposta la pronuncia sdrucciola in una parola come scandinavo: per quale analogia? Esistono altre parole in -ínavo che possano averla favorita? Non me ne viene in mente neanche una…
Forse più che il finale in
-ínavo, l'accento su
scandì- di
scandito e
scandire?
Inviato: sab, 08 gen 2011 16:57
di Marco1971
Potrebbe darsi. O semplicemente la tendenza generale alla ritrazione dell’accento tonico nelle parlate settentrionali (mòllica per mollíca, íncavo per incàvo, ecc.).
Inviato: sab, 08 gen 2011 17:07
di Bue
Marco1971 ha scritto:Potrebbe darsi. O semplicemente la tendenza generale alla ritrazione dell’accento tonico nelle parlate settentrionali (mòllica per mollíca, íncavo per incàvo, ecc.).
sul "settentrionalismo" di questa tendenza abbiamo già discusso in passato. Può darsi che lo fosse in origine, ma ora non è più così, giacché io sento diversi toscani ritrarre l'accento dove non si dovrebbe.
Recentemente ho sentito con fastidio usare
dìstrica detto di uno sciampo per capelli in una pubblicità televisiva, e ho confrontato con il nordico dialettale
dìstrigàr il cui presente italianizzato è "
io distrìgo". Dunque a me sembra che la parlata autentica settentrionale mantenga naturalmente l'accento. Evidentemente, come è già stato detto, la ritrazione in qualche modo fa sembrare l'italiano più elevato, nella percezione comune - che però non limiterei al settentrione, così "a naso".
Inviato: sab, 08 gen 2011 18:01
di Decimo
Caro Marco, io ho nelle orecchie i toscani pèggioro e mèglioro…
Inviato: sab, 08 gen 2011 18:06
di Bue
Decimo ha scritto:Caro Marco, io ho nelle orecchie i toscani pèggioro e mèglioro…
e io, matricola, rimasi traumatizzato da
èlevo e
sèparo...
Inviato: sab, 08 gen 2011 18:14
di Decimo
Ma codeste, al piú, vanno considerate relitti di pronunce alla latina (elĕvo, sepăro), che —almeno in origine— è probabile fossero quelle canoniche (lege: «piú diffuse»). Lo stesso, immagino, non si può dire degli esempi da me riportati.
Inviato: sab, 08 gen 2011 18:14
di Marco1971
Sí, certo, ma non sono questi sviluppi recenti determinati da una tendenza: sono pronunce che in Toscana hanno corso da secoli.
Inviato: sab, 08 gen 2011 18:37
di Marco1971
Giustissimo, caro Decimo, per sèparo, ecc. (un accento segnato nell’Alcyone dannunziano). Per mègliora/pèggiora si risale al trecentista Sacchetti:
Le vie tutte / non sono asciutte / e ’l camin non mègliora. / Mal vendica sua onta chi la pèggiora. (Sacchetti, Il libro delle rime)
Inviato: sab, 08 gen 2011 19:30
di Decimo
Decimo ha scritto:Lo stesso, immagino, non si può dire degli esempi da me riportati.
Ho fatto bene a inserire «immagino» all’ultimo minuto. Non ho la possibilità di consultare il
DELI, ma la nota etimologica del Treccani indica chiaramente che i due verbi non sono stati tratti dai relativi sostantivi
peggiore e
migliore, bensí proseguono due voci tardo-latine delle quali possiamo sospettare —proprio in virtú dell’antica accentazione toscana— la forma
pejŏro e
meljŏro.