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Inviato: ven, 02 mar 2012 19:34
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:È un altro errore.
Le posso chiedere perché? Tempo fa Lei accennò a questa stessa cosa, ma mi dimenticai di chiederle spiegazioni al riguardo...
Inviato: ven, 02 mar 2012 20:09
di Marco1971
Perché, gentile Andrea, non esiste nessuna regola che vieti la sequenza
e e-.

Inviato: ven, 02 mar 2012 21:09
di Marco1971
Ecco l’esemplificazione letteraria (ho scelto solo tre esempi illustri, fra le centinaia possibili):
Perché non vo io, e entro nelle mie case, e rapiscola, e menonela qua su meco? (Boccaccio, Filocolo)
...e nel più freddo verno passò l’Adda, e entrò nel Bresciano, e tutto quel paese, fuora che Asola e Orci, occupò... (Machiavelli, Istorie fiorentine)
Quando vide quel dove inaspettato, si fece far largo, pensate con che strepito, gridando e rigridando: “lasciate passare chi ha da passare”; e entrò. (Manzoni, I Promessi Sposi)
Inviato: ven, 02 mar 2012 21:40
di Andrea Russo
La ringrazio molto Marco!
Quindi
l'unico caso in cui è richiesta la
d eufonica è quello delle formazioni cristallizzate (come
ad esempio)?
Inviato: ven, 02 mar 2012 22:08
di Marco1971
Sí. Negli altri casi è solo questione di gusto personale.

Inviato: ven, 02 mar 2012 22:23
di Infarinato
E —tanto per essere chiari— nelle locuzioni cristallizzate, solo quando sono realmente tali:
e.g.,
ad esempio (= «per esempio»), ma
portare a[
d]
esempio.

Inviato: ven, 02 mar 2012 23:20
di Andrea Russo
Grazie a tutt'e due per le delucidazioni! Pensavo che tra vocali uguali fosse obbligatorio...
Inviato: sab, 10 mar 2012 18:38
di SinoItaliano
Interessante notare che tra gli autori citati da Marco ci sono due fiorentini e uno che sciacquò i panni nell'Arno.
Forse questo uso è tipicamente fiorentino?
Direi che oggi anche a Roma è abbastanza comune l'assenza della d eufonica.
Inoltre tutt'e tre gli esempi sono risalenti o anteriori all'Ottocento, forse a quei tempi ancora non era diffusa la [pseudo-]regola della d eufonica?
Inviato: sab, 10 mar 2012 18:56
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Ecco l’esemplificazione letteraria (ho scelto solo tre esempi illustri, fra le centinaia possibili)…
E[d

] ecco
tutti gli esempi di e entrò dalla [
finalmente] rediviva
Biblioteca Italiana.
SinoItaliano ha scritto:Inoltre tutt'e tre gli esempi sono risalenti o anteriori all'Ottocento, forse a quei tempi ancora non era diffusa la [pseudo-]regola della d eufonica?
Direi che ad agire era soprattutto l’influsso del latino: ricordiamo a questo proposito anche il latinismo
et.
Inviato: dom, 11 mar 2012 16:31
di SinoItaliano
Infarinato ha scritto:Direi che ad agire era soprattutto l’influsso del latino: ricordiamo a questo proposito anche il latinismo et.
Grazie! Mi ero completamente dimenticato di
et.
Infatti mi sarei aspettato
et da Boccaccio e Macchiavelli.
Forse gli scrittori usavano
et in scritti aulici, e
e (anche davanti a parola che inizia per
e-) per riprodurre il linguaggio popolare?
Probabilmente pur usando la grafia etimologica
et, suppongo che nel parlato non sia pronunciata quella
t.
Inviato: mar, 30 apr 2013 15:07
di Zabob
Canepari ha scritto:Perciò s’avrà: ad Ancona, ad avere, ed Evelina, ed esercizi; ma e Eva, e era /e’Eva, e’Era/.
1) Per il
DOP: «sempre
ed, non
e, in qualche locuz. come
Adamo ed Eva»;
2) «
Ed ecco verso noi venir per nave / un vecchio, bianco per antico pelo» (Dante,
Inf. III);
3) «In fiamme vive / spiace a' legni mutarsi
ed esser vampe.» (T. Campanella);
4) Ventiquattro occorrenze di "
ed era" solo tra
Ezechiele XL e XLI nella
Bibbia del Diodati (per tacere dei 60 "fino/infino
ad oggi/ora" in tutto il Libro);
5) «
E è subito sera»
