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Inviato: lun, 23 lug 2012 10:30
di domna charola
Io distinguerei l'uso che si fa del termine in pubbicità, spesso in maniera imprecisa e ad effetto, da quello che è il concetto sotteso al brevetto che fu presentato con questa definizione.
Allora, in origine, la struttura è fatta, appunto, per sollevare da SE e da SO (mi piace questa definizione geografica!...); che poi questo porti ad un'effetto "volume maggiore" è un fatto collaterale e conseguente. Che però il "reggiseno delle meraviglie" condivide con i balconcini, i raggiseni imbottiti, i reggiseni in uso nel periodo napoleonico, persino i rigidi bustini barocchi (esperienze sul campo nel gruppo di danza storica: ho visto pianure-padane trasformate in scollature mozzafiato con moltissimi marchingegni anche antichi). La novità qui è la diversa dislocazione delle masse, che appaiono posizionate in un modo inedito (quanto a espansione laterale e di conseguenza distanza intercapezzolare), rispetto a tutti i modelli del passato.
La controprova è che il termine in questione è passato direttamente ad indicare una struttura con analoga funzione applicabile ai glutei, atteaverso calze o pantaloni elasticizzati. E in questo caso la funzione e il risultato è chiaramente quello di "sollevare" e basta, non credo che nessuna fanciulla aspirerebbe ad un indumento inferiore voumizzante, per trasformare una 40 in un ***one"!!!
Inviato: lun, 23 lug 2012 15:37
di Per aspera ad astra.
Simpatica quella della pianura padana
Il tuo ragionamento mi convince, soprattutto quando parli di diversa collocazione delle masse. Non nella parte finale però.
Il fatto che lo stesso termine indichi anche la struttura per sollevare i glutei non implica necessariamente identità di funzione o di scopo. Gli inglesi non hanno tutte le nostre sfumature e con una parola indicano almeno due o tre cose, mentre noi per indicare una cosa abbiamo molteplici termini, dalle diverse sfumature di significato.
Buona settimana
Perasperaadastra
Inviato: lun, 23 lug 2012 16:57
di domna charola
Può essere, ma se la funzione letterale di ambedue gli oggetti (ma non sono oggetti, sono appunto "funzioni": all'origine è "push-up bra" e "push-up pants", ovvero non esiste l'oggetto push-up, bensì il reggiseno o le calze che spingono su) è la medesima, e nel luogo di origine la indicano col medesimo termine, forse vuol dire che sono proprio la medesima cosa.
In realtà la questione delle sfumature è a doppio senso, come in tutte le lingue. Ovvero un certo termine copre in inglese una rosa di significati, che non si sovrappone però necessariamente a quella del medesimo termine in italiano. Da cui l'impressione, guardando da italiani all'inglese, che "un solo termine abbia tanti significati".
Quando lavoro a tradurre dall'italiano in inglese, attraverso lo stesso problema in senso contrario: ad un termne italiano mi equivalgono più termini in inglese, e quindi sono costretta ad analizzare il senso della parola italiana nel suo contesto, e a scegliere la giusta sfumatura in inglese.
D'altra parte, ad un rapido esame visuale, una prima col reggiseno delle meraviglie appare comunque una prima, anche se la scollatura ampiamente migliora.
Non confondiamo il volume, che può anche pendere sopra l'addome o essere espanso lateralmente, con il sostegno: quando pensate "in positivo" ad una quarta, immaginate qualcosa che sta su, e non la medesima massa disposta in altra maniere. I due concetti sono distinti,e anche se è più semplice dare il parametro "misura", in realtà automaticamente viene valutata primariamente consistenza e posizione delle ghiandole entro il quadro anteriore. Ovvero l'indice di sollevamento, per così dire.
Inviato: lun, 23 lug 2012 17:15
di Souchou-sama
Per aspera ad astra. ha scritto:Gli inglesi non hanno tutte le nostre sfumature e con una parola indicano almeno due o tre cose, mentre noi per indicare una cosa abbiamo molteplici termini, dalle diverse sfumature di significato.
Ne è proprio sicuro?

Le ricordo che la lingua inglese, coi suoi –secondo l’
Oxford English Dictionary– 616.500 vocaboli (ma, includendo i termini scientifici &c, si può arrivare anche al
milione), non ha nulla da invidiare al nostro lessico, anzi.
Per esempio, in italiano abbiamo:
algente,
algido,
freddo,
fresco,
frigido,
gelato,
gelido,
ghiacciato,
glaciale,
rigente — una decina di parole (di cui, tra l’altro, ben 4 esclusivamente letterarie).
In inglese, invece, abbiamo:
chill,
chilly,
cold,
cool,
freezing,
frigid,
frosty,
frozen,
gelid,
glacial,
ice-cold,
icy,
nippy — siamo già a 13 parole, e son tutte
comuni: ho volutamente tralasciato quelle letterarie o arcaiche (come
frore), altrimenti…
Perciò, a conti fatti, abbiamo 13 parole inglesi d’uso comune contro 6 parole italiane d’uso comune — e ho scelto il primo campo semantico che m’è passato per la testa (oggi fa un po’ fresco

), mentre sicuramente ci sarebbero esempi assai piú emblematici.
Insomma, stiamo attenti: il nostro amore per l’italica favella non deve onnubilarci la mente! [
Si tratta, dopotutto, della stessa differenza che passa tra
principio di nazionalità e
nazionalismo…]
E qui chiudo il «fuori tema».
Inviato: lun, 23 lug 2012 17:45
di Infarinato
Souchou-sama ha scritto:Per esempio, in italiano abbiamo: algente, algido, freddo, fresco, frigido, gelato, gelido, ghiacciato, glaciale, rigente — una decina di parole (di cui, tra l’altro, ben 4 esclusivamente letterarie).
E
freddino,
fresco,
frescolino (vabbè, per l’inglese possiamo aggiungere
cool),
freddaccio, etc. dove li mettiamo?
Intendiamoci: in linea di principio, concordo con Lei, ma la ricchezza dell’italiano è anche altrove.

Inviato: lun, 23 lug 2012 19:29
di Carnby
Viceversa, per relitto e naufragio gl'inglesi hanno una parola unica: shipwreck. Altre parole hanno un significato differente in Gran Bretagna e Stati Uniti, come per esempio sleet.
Inviato: lun, 23 lug 2012 20:55
di Souchou-sama
Infarinato ha scritto:E freddino, fresco, frescolino (vabbè, per l’inglese possiamo aggiungere cool), freddaccio, etc. dove li mettiamo?
A dir il vero, ho evitato consapevolmente i suffissi
-ino,
-accio &c, perché sono sí una «ricchezza dell’italiano», ma mi pare quasi “sleale” tirarli fuori ogni volta, essendo un tratto cosí precipuo dell’italiano da essere sconosciuto alla quasi totalità delle altre lingue del globo.

(Quanto a
fresco, come può vedere, è già nella lista!

) Tuttavia, anche l’inglese ha i suoi (alquanto produttivi)
-y e
-ish. Sicché, aggiungendo i comuni
coldish,
coolish &c, la situazione non cambia di molto.

Inviato: mar, 24 lug 2012 10:40
di domna charola
Wreck è propriamente la rovina, la distruzione, che applicata ad una nave passa al significato di naufragio, dando per scontato che una nave si distrugga in mare, con relativo affondamento. Per quest'ultima azione in sé esiste d'altra parte to sink, affondare. Mentre ship-wreck = relitto è una "rovina di nave", evidenziando nello specifico che si tratta di una nave. Nel nostro "relitto" si sottolinea invece maggiormente il concetto di "ciò che rimane, resto", ma in realtà manca la specificazione. Un relitto potrebbe essere di qualsiasi cosa, se non specifico "relitto di nave".
Insomma, non si tratta di un unico termine per due significati, bensì di due idee, che vengono ripartite in maniera diversa nelle due lingue/mentalità, fra traducenti diversi.
A monte di questo, come quasi sempre in questi casi, si intravvede la "percezione" del fenomeno, ovvero un fatto prettamente culturale, radicato nella storia e nel vissuto di ciascun popolo (qui siamo al classico esempio dei non-mi-ricordo-quanti nomi della neve in eschimese... ).
Forse le navi inglesi si rovinavano principlamente affondando, mentre quelle italiche anche con altre modalità…
Inviato: mar, 24 lug 2012 10:57
di Infarinato
Souchou-sama ha scritto:A dir il vero, ho evitato consapevolmente i suffissi
-ino,
-accio &c, perché sono sí una «ricchezza dell’italiano», ma mi pare quasi “sleale” tirarli fuori ogni volta, essendo un tratto cosí precipuo dell’italiano da essere sconosciuto alla quasi totalità delle altre lingue del globo.

Cioè, mi faccia capire: sarebbe sleale citare la [fra l’altro
endogena] «polimorfia alterativa» dell’italiano (e anzi esagero:
calduccio,
calduccino,
omaccione,
affarone…

), mentre tale non sarebbe rivendicare la [fra l’altro, ovviamente,
esogena] «poligenia [lessicale]» dell’inglese??
«Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ θεοῦ τῷ θεῷ» (Mat 22, 21).
Re:
Inviato: mar, 10 nov 2020 16:32
di .Silvia.
La spiegazione di Giulia era buona. domna charola ha poi parlato di "cuscinetti aggiuntivi". In effetti, i "push-up" all'interno sono imbottiti, e va detto chiaramente. Quindi l'effetto estetico principale è di un aumento di volume
visibile.
Il balconcino solleva sfruttando il volume naturale del seno, il modellante crea una forma piacevole alla vista sotto indumenti aderenti, l'imbottito serve per donare volume a seni che ne hanno poco, quello a coppa rigida o semi-imbottito serve solitamente a nascondere il capezzolo (utile sotto indumenti di fibra fine o leggera), ed infine il push-up dovrebbe unire tutte le caratteristiche degli altri reggiseni precedentemente descritti. Restano fuori il reggiseno a fascia (che è una striscia di stoffa e quindi senza spalline), il reggiseno sportivo (come una canotta aderente) e quello classico senza arte né parte tanto in voga negli anni Settanta del secolo scorso.
Perciò opterei per un "pigliatutto", sia perché descrive l'azione sia perché include le altre categorie.
Chi ha materiale fisico in abbondanza (naturale o chirurgicamente impiantato) rischia un effetto esagerato col pigliatutto
