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Inviato: mer, 12 nov 2014 23:42
di PersOnLine
Come mai il DOP non prevede alcuna la pronuncia grecizzante per iodio?

Inviato: gio, 13 nov 2014 10:07
di Infarinato
PersOnLine ha scritto:Come mai il DOP non prevede alcuna la pronuncia grecizzante per iodio?
(Se è per quello, neanche il DiPI né Camilli & Fiorelli 1965.) Forse perché è un neologismo mutuato dal francese per il quale non è mai realmente esistita una pronuncia classicheggiante? :roll:

Inviato: ven, 28 nov 2014 19:00
di fiorentino90
Infarinato ha scritto:Innanzitutto richiamiamo con le parole di Piero Fiorelli la regola ortoepica tradizionale, che —sottolineiamolo— riguarda esclusivamente le consonanti palatali.
Piero Fiorelli in Camilli & Fiorelli (1965:192, sottolineature mie) ha scritto:[L]’i semiconsonante iniziale [j-], nell’uso prevalente a Firenze, si muta quasi sempre in vocale sillabica [i-] se nella frase è preceduto da una consonante (quindi l’ieri [l iɛːri], un iettatore [un iettatoːre]), e anzi non può mai rimanere semiconsonante [j-] se la consonante che lo precede è palatale (come in gl’iettatori [ʎ iettatoːri]).
E negli altri casi? Vediamo cosa ci dice sempre il Fiorelli.
Piero Fiorelli in Camilli & Fiorelli (1965:56, sottolineature mie) ha scritto:Un i- prevocalico iniziale, pur essendo di regola semiconsonante, può diventar vocale quando nella frase sia preceduto da una consonante: es. d’ieri [d jɛːri, d iɛːri], d’iodio [d jɔːdĭo, d iɔːdĭo] {[ĭ] = [i] o [j] (NdI)}. Nel secondo esempio la pronuncia vocalica è giustificata anche dall’origine greca; ma quella che la può determinare di fatto nella maggior parte dei casi non è certo la coscienza etimologica, è piuttosto la rarità del gruppo [dj] iniziale di parola (si tende a fare trisillabo d’iodio allo stesso modo che si tende a fare trisillabo diaspro {…}), e soprattutto la difficoltà e la poca stabilità del gruppo [ij] (come il teorico [imvijaːmo] si riduce a [imviaːmo] {inviamo; qui [m] = [ɱ] e [m] (NdI)}, cosí [di jɔːdĭo] si può ridurre facilmente a [d iɔːdĭo] {…}).
È proprio questo il punto (…e la risposta alla domanda che si sarebbe dovuto porre ;)): cosí come diciamo inviamo e obliamo con [i] semplice e non con una teorica sequenza [ij] ([-i] del tema verbale + [j-] della desinenza di 1ª plurale), né con [j] (almeno a ritmo lento), cosí piú naturalmente (e coerentemente) ridurremo [di ˈjɛːɾi] a [diˈɛːɾi] (e non a un poco italiano [ˈdjɛːɾi]).
Per Cassano all'Ionio, quindi, sarebbe preferibile realizzare la seconda pronuncia riportata dal DOP in Rete.

Inviato: ven, 28 nov 2014 19:27
di Infarinato
fiorentino90 ha scritto:Per Cassano all'Ionio, quindi, sarebbe preferibile realizzare la seconda pronuncia riportata dal DOP in Rete.
Direi che siamo nello stesso caso di l’iodio, e quindi…
Infarinato ha scritto:…[t]oscanamente sí, ma non obbligatoriamente: ortoepicamente, la risillabazione —ripetiamolo ancora una volta— è categorica solo dopo palatale, quindi, in pratica, solo dopo l’articolo plurale gli. (E […] /lj-/ è comunque piú comune di /dj-/ in italiano.)

Inviato: sab, 20 dic 2014 11:17
di Zabob
Infarinato ha scritto:
Piero Fiorelli in Camilli & Fiorelli (1965:56, sottolineature mie) ha scritto:Un i- prevocalico iniziale, pur essendo di regola semiconsonante, può diventar vocale quando nella frase sia preceduto da una consonante: es. d’ieri [d jɛːri, d iɛːri], d’iodio [d jɔːdĭo, d iɔːdĭo] {[ĭ] = [i] o [j] (NdI)}...
È proprio questo il punto (…e la risposta alla domanda che si sarebbe dovuto porre ;)): cosí come diciamo inviamo e obliamo con [i] semplice e non con una teorica sequenza [ij] ([-i] del tema verbale + [j-] della desinenza di 1ª plurale), né con [j] (almeno a ritmo lento), cosí piú naturalmente (e coerentemente) ridurremo [di ˈjɛːɾi] a [diˈɛːɾi] (e non a un poco italiano [ˈdjɛːɾi]).
Non mi aspettavo Castel di Ieri [kasˈtɛl di ˈjɛːɾi] sul DOP...

Inviato: sab, 20 dic 2014 11:50
di Infarinato
Zabob ha scritto:Non mi aspettavo Castel di Ieri [kasˈtɛl di ˈjɛːɾi] sul DOP...
Qui il DOP segue probabilmente un criterio «etimologico»: se si trattasse d’un toponimo toscano, sarebbe con tutta probabilità Castel di Geri. ;)

Inviato: sab, 20 dic 2014 17:04
di fiorentino90
Infarinato ha scritto:
Zabob ha scritto:Non mi aspettavo Castel di Ieri [kasˈtɛl di ˈjɛːɾi] sul DOP...
Qui il DOP segue probabilmente un criterio «etimologico»: se si trattasse d’un toponimo toscano, sarebbe con tutta probabilità Castel di Geri. ;)
IL DOP si comporta allo stesso modo con Castel di Iudica. Per il DiPI le due pronunce date dal DOP sono quelle tradizionali e intenzionali.
Iudica, Castel di
kasˈtɛl diˈudika. ↑diˈju-, kastɛlˈdju-
Castel di Ieri
kasˈtɛl diˈɛri. ↑diˈjɛ-, kastɛlˈdjɛ-; -je-

Inviato: sab, 20 dic 2014 18:09
di Infarinato
fiorentino90 ha scritto:IL DOP si comporta allo stesso modo con Castel di Iudica.
Stesso identico discorso. ;)

Inviato: gio, 01 gen 2015 17:44
di Ivan92
Non vorrei prendere una topica, ma a me sembra che la voce femminile dica /di'jɛːɾi/, nonostante la trascrizione sia corretta: d i-èri. Il Fiorelli, invece, sembra dica /'djɛːɾi/ (al carro asperso ancor del sangue d'ieri), e difatti troviamo scritto d i̯eri. Cosa che invece non accade in e l'ieri vedea, l'oggi e il domani, dove si sente appunto /elli'ɛːɾi/, il tutto suffragato dalla trascrizione: e ll i-èri. È soltanto una mia impressione?

Inviato: mer, 07 gen 2015 20:46
di Ivan92
Nel nuovo manualetto di linguistica di Maurizio Dardano, l'autore sostiene che nelle parole terminanti in vocale accentata più i, quest'ultima è sillabica se è l'ultima lettera d'una frase, mentre è asillabica se si trova al centro d'una frase. Perciò avremo /a'mai/ (solo Isa amai) ma /a'maj/ (solo Isa amai nella mia vita). Mi chiedo e vi chiedo: è corretta questa distinzione o è una delle solite pedanterie della grammatica tradizionale?

Inviato: mer, 07 gen 2015 21:41
di Carnby
Ivan92 ha scritto:Mi chiedo e vi chiedo: è corretta questa distinzione o è una delle solite pedanterie della grammatica tradizionale?
Provando a pronunciarle noto anch'io una lieve differenza.

Inviato: mer, 07 gen 2015 23:36
di Infarinato
Ivan92 ha scritto:Nel nuovo manualetto di linguistica di Maurizio Dardano, l'autore sostiene che nelle parole terminanti in vocale accentata più i, quest'ultima è sillabica se è l'ultima lettera d'una frase, mentre è asillabica se si trova al centro d'una frase. Perciò avremo /a'mai/ (solo Isa amai) ma /a'maj/ (solo Isa amai nella mia vita). Mi chiedo e vi chiedo: è corretta questa distinzione o è una delle solite pedanterie della grammatica tradizionale?
Se n’era già parlato. ;) Comunque, è sbagliato trascrivere una [i] asillabica ([i̯]), che appartiene a /i/, con [j], che appartiene a /j/.

Inviato: gio, 08 gen 2015 0:39
di Ivan92
Infarinato ha scritto: Comunque, è sbagliato trascrivere una [i] asillabica ([i̯]), che appartiene a /i/, con [j], che appartiene a /j/.
Fu Dardano a errare!! :P

A ogni modo, non ho ben capito. :oops: Il fatto che un dittongo in fin di verso si ripartisca in due sillabe, è cosa buona e giusta? Noto comunque una certa incoerenza da parte dell'autore. Se è sillabica la i di amai in fin di frase, perché non dovrebbe esserlo la i del solo amai, ch'è invece considerata parte integrante del fantomatico dittongo discendente?

Inviato: gio, 08 gen 2015 17:59
di Infarinato
Ivan92 ha scritto:Fu Dardano a errare!! :P
Nessuno ha mai sostenuto il contrario. ;)
Ivan92 ha scritto:Il fatto che un dittongo in fin di verso si ripartisca in due sillabe, è cosa buona e giusta?
È «cosa convenzionale». L’unico dato fonetico (= scientifico, misurabile) è che la (seconda) [a] di amai è piú lunga in fin d’enunciato (sotto accento primario).

Inviato: gio, 08 gen 2015 18:29
di Ivan92
La ringrazio infinitamente! :)