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Inviato: gio, 08 giu 2006 13:37
di Infarinato
pocoyo ha scritto:Cosa ne pensate di un
faile?

Benvenuto!
Fàille (con doppia
l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»: si legga (se l’impresa non la spaventa troppo) il
filone sul «morbus anglicus»… Il problema è che oggigiorno, in italiano, gli adattamenti integrali sembrano essere oggetto d’una sorta di «censura sociale»…

Inviato: gio, 08 giu 2006 14:26
di Federico
Marco1971 ha scritto:No, nessuna tattica, solo il procedimento meno drastico per «far rientrare» nel sistema della lingua un termine da lei stesso definito diffuso come ben pochi altri forestierismi. Devo ricordarle che nella prima pagina di questo filone lei ha scritto:
Federico ha scritto:Mi sa che è troppo tardi per sostituire una parola cosí diffusa (ufficialmente e "di forza", intendo)...
Ma parlavo della Microsoft, che però non potrebbe nemmeno stabilire in proprio di cambiare la grafia di una parola tanto diffusa.
Forse con parole come nylon è piú facile...
Non so... Io personalmente preferisco le risemantizzazioni agli adattamenti, in genere: è però un'opinione personale.

Inviato: gio, 08 giu 2006 14:51
di giulia tonelli
Infarinato ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»
Io la trovo difficile da pronunciare. Esistono altre parole italiane che fanno -
xille con
x vocale e l'accento sulla
x? Io la trovo una struttura molto innaturale, anche pensata con un'altra consonante al posto della
l.
Inviato: gio, 08 giu 2006 16:00
di Infarinato
giulia tonelli ha scritto:Infarinato ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»…
Io la trovo difficile da pronunciare. Esistono altre parole italiane che fanno -
xille con
x vocale e l'accento sulla
x?
Effettivamente, non mi viene in mente nulla nemmeno a me.

…Ma non la trovo particolarmente difficile da pronunciare: sarà perché questo tipo di adattamenti sono comuni in toscano e, con anche /k/ posvocalico che si riduce a [0] nel toscano occidentale, combinazioni del genere non sono inusuali…

Inviato: gio, 08 giu 2006 17:16
di Marco1971
Per
xfelle c’è
chífelle.

Inviato: gio, 08 giu 2006 19:51
di Bue
giulia tonelli ha scritto:Infarinato ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»…
Io la trovo difficile da pronunciare. Esistono altre parole italiane che fanno -
xille con
x vocale e l'accento sulla
x?
Volevo dirlo anch'io ma mi ero trattenuto... a me sembra linguisticamente strano (anche se non lo so articolare in maniera tecnicamente corretta) mettere una doppia dopo un dittongo discendente.
I toscani come pronunciano
mais? Secondo me
/'maise/ con una s sola, non certo rafforzata quanto quella di di
/'gasse/
Inviato: gio, 08 giu 2006 20:20
di Infarinato
Bue ha scritto:I toscani come pronunciano mais? Secondo me /'maise/ con una s sola, non certo rafforzata quanto quella di di /'gasse/
Io la pronuncio /'maisse/ ['mais:se]. Se ci pensi, è [fonotatticamente] inevitabile [per un toscano/in italiano]: il dittongo in
mais è [fone
ticamente] breve e la [
s] finale lunga [mais:]; quando si aggiunge una vocale, sarebbe innaturale invertire il rapporto (*['ma·ise], «·» = semicrono).

Inviato: gio, 08 giu 2006 20:53
di Marco1971
Confermo: anch’io direi
màisse (come
fòrumme, chècciappe 
, ecc.).
Inviato: ven, 09 giu 2006 8:52
di Bue
Sarà.... la u di fòrumme e la a di chèciappe mi sembrano brevi, la ai di mais proprio no, non riesco a percepire (né tantomeno a pronunciare) come "breve" un dittongo discendente.
Pregiudizi nordici... (ma mi fate un esempio di una parola italiana che contiene "ai" accentato e poi una doppia consonante? Grazie)
Inviato: ven, 09 giu 2006 9:39
di Fabio48
Maisse assolutamente!
Come gasse, Mercèdesse, bràille, Lùrdesse, chermèsse, Cànnesse, fàitte(fight), ràisse.
Potrei continuare all'infinito.....
Cordialità.
Inviato: ven, 09 giu 2006 10:32
di Infarinato
Bue ha scritto:Sarà.... la u di fòrumme e la a di chèciappe mi sembrano brevi, la ai di mais proprio no, non riesco a percepire (né tantomeno a pronunciare) come "breve" un dittongo discendente.
Un dittongo è sempre
relativamente piú lungo di una singola vocale [in italiano], ma in questo caso (
mais /'mais/ ['mais:]) è
relativamente breve rispetto allo stesso dittongo in
mai /'mai/ ['ma·i] o
ammaino /am'maino/ [am'ma·ino].

Inviato: ven, 09 giu 2006 10:37
di pocoyo
Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»
Ma, a parte la difficolta' della pronuncia, che forse essendo io nordico sembra alle mie stesse orecchie un tentativo non troppo impegnato di parlare francese

, come e' giunto a questa soluzione? E' solo curiosita', visto che non ho mai incontrato regole che specificassero una riscrittura simile.
Inviato: ven, 09 giu 2006 10:59
di Infarinato
pocoyo ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»…
…come e' giunto a questa soluzione? E' solo curiosita', visto che non ho mai incontrato regole che specificassero una riscrittura simile.
Tutti i forestierismi terminanti in /'V(V)C/ ['V(V)C:] («V» = vocale, «C» = consonante, «'» = accento primario) si adattano raddoppiando la consonante [
semplice] finale:
i.e.,
chat >
ciattare;
gas >
gassoso (…e
gassato:
gasato /-z-/ è d’origine settentrionale). Per le parole terminanti in /'V(V)r/ ['V:r, 'V·Vr], la questione è
un po’ piú delicata… (Se legge l’intervento collegato, noterà che alcune incertezze [di natura analogica] ci possono essere anche con /-n/ e /-l/, ma direi non coi monosillabi, e comunque la variante raddoppiata rappresenta sempre l’esito «canonico».)
Inviato: ven, 09 giu 2006 13:11
di Bue
Continuo ad aspettare l'esempio di parola italiana con "ài" (accentato) +doppia consonante.
Braille è un cognome, non un esempio di parola italiana.
Inviato: ven, 09 giu 2006 14:31
di Fabio48
Gent.mo Sig. Bue, le parole da me elencate volevano essere solo di supporto a quanto asserito da Marco e da altri, sul raddoppio in "màisse" e sull'uso di tali raddoppi nel parlato toscano.
Non intendevo rispondere alla Sua cortese richiesta.
La ringrazio poi infinitamente per la Sua precisazione, ma pur non avendo sicuramente nemmeno una centesima parte della Sua cultura, Lei non ci crederà ma già lo sapevo che braille non era una parola italiana.
Cordialmente.