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Ancora sul valore passivo del participio passato: aiuto!

Inviato: mer, 19 set 2007 9:53
di bartolo
Non ho suscitato interesse, non ho avuto udienza. Me ne dolgo ma non desisto, confidando nella generosità dei migliori, tra i quali, corrusco, Marco1971.
Dunque, il pensiero corre intorno ai participi. Il presente ha sempre valore attivo. Ma il passato? A differenza del latino (in cui il valore attivo rimane solo nei deponenti transitivi), in italiano il participio passato può avere valore attivo, ma - mi si spiega nelle grammatiche - unicamente coll'aiuto dell'ausiliare: essere o avere. Ne deduco che, laddove non vi sia l'intervento dell'ausiliare ("ho mangiato", "ho camminato", "sono caduto"), il participio passato ha sempre valore passivo. Serianni porta come esempio il participio passato assoluto, e cita Manzoni:

«il signore entrò, e data un'occhiata per la camera, vide Lucia»,

spiegando che la forma esplicita dell'espressione in oggetto è: «essendo stata data un'occhiata». Mi domando perché non potrebbe invece essere esplicitata cosi: «avendo [il signore] dato/a un'occhiata», nel qual caso il participio assumerebbe, mi pare, un valore attivo.

Faccio un altro esempio di participio assoluto:

«Amatolo, lo abbandonò»: come è possibile interpretare passivamente questo participio (una temporale: «dopo che lo ebbe amato») in presenza del pronome enclitico che è inequivocabilmente oggetto del verbo amare?

Datemi una mano a capire, vi prego! :oops:

Re: ancora sul valore passivo del participio passato: aiuto!

Inviato: mer, 19 set 2007 10:37
di Infarinato
bartolo ha scritto:Ne deduco che, laddove non vi sia l'intervento dell'ausiliare ("ho mangiato", "ho camminato", "sono caduto"), il participio passato ha sempre valore passivo.
No, usato assolutamente, il participio passato può avere anche valore attivo.
bartolo ha scritto:Serianni porta come esempio il participio passato assoluto, e cita Manzoni:

«il signore entrò, e data un'occhiata per la camera, vide Lucia»,

spiegando che la forma esplicita dell'espressione in oggetto è: «essendo stata data un'occhiata». Mi domando perché non potrebbe invece essere esplicitata cosi: «avendo [il signore] dato/a un'occhiata», nel qual caso il participio assumerebbe, mi pare, un valore attivo.
Il perché è ovvio: perché c’è accordo al femminile (data). ;)

P.S. È vero: si può anche sottintendere «avendo data», soprattutto per l’italiano dei secoli scorsi, ma direi che l’interpretazione del Serianni rimane la piú «naturale» (i.e. «morfologicamente motivata»)…

Inviato: mer, 19 set 2007 11:20
di bartolo
Citazione estratta dal documento che Infarinato mi ha gentilissimamente messo a disposizione:

Verbi transitivi. – La giovane insieme con Giannotto, lasciata tutta l'altra compagnia, entrarono innanzi. Boccaccio. – Trovato il ronzino della giovane .... domandarono chi vi fosse. Boccaccio. – Il Griso prese il lume e, augurata la buona notte al padrone, se n'andò in fretta. Manzoni. – Ha impoverito il mondo, Toltane te, per cui la nostra etade Sì ricca fu di senno e di beltade. Bembo.

Ottimo Infarinato, quale di questi participi assoluti ha valore attivo? :?:

Inviato: mer, 19 set 2007 12:31
di Infarinato
bartolo ha scritto:Ottimo Infarinato, quale di questi participi assoluti ha valore attivo? :?:
Codesti, caro Bartolo, potrebbero (in teoria) esser tutti interpretati come aventi valore passivo… Deve guardare un po’ piú giú: ;)
Il Fornaciari (sottolineature mie) ha scritto:Spesso nella proposizione formata dal participio assoluto si inserisce il soggetto della proposizione principale. P. es. Date Ferdinando due fiancate al suo cavallo, si portò diritto al Generalissimo de' Messicani – Corsini. Occupata Niccolò la Romagna, lasciò quella in guardia a Francesco suo figliuolo. Machiavelli; dove si può sottintendere avendo (avendo occupata ecc.).
…Il che dimostra anche come la mia spiegazione precedente riguardo all’accordo al femminile faccia abbastanza acqua. Forse qualche anima pia c’illuminerà con un’opportuna citazione dalla GGIC.

Inviato: mer, 19 set 2007 16:15
di bubu7
Non so quando troverò il tempo per consultare la GGIC.
Nel frattempo, sull'ipotesi che il participio passato assoluto provenga dall'abbreviazione di un gerundio passato, la grammatica del Serianni dice (XI.416):
È [...] un'ipotesi da scartare, dal momento che il gerundio composto non è attestato nella fase più antica dell'italiano, ma si è formato successivamente sull'esempio degli altri tempi composti con ausiliare e participio passato.
Ma veniamo alla questione principale (sempre sfruttando la grammatica del Serianni XI.414-5).

I participi passati definiti assoluti sono quelli "con un soggetto diverso da quello della reggente (nel caso di un verbo transitivo, si intenda il participio nel valore passivo)".

Non mi sembra che venga detto da nessuna parte che il participio passato, quando non è usato per formare le voci dei tempi composti, dabba avere per forza valore passivo. È solo detto che viene adoperato in costrutti impliciti: "So correggere gli errori commessi (= che ho commesso)".
:)

Inviato: mer, 19 set 2007 17:16
di bartolo
bubu7 ha scritto:I participi passati definiti assoluti sono quelli "con un soggetto diverso da quello della reggente (nel caso di un verbo transitivo, si intenda il participio nel valore passivo)".

Non mi sembra che venga detto da nessuna parte che il participio passato, quando non è usato per formare le voci dei tempi composti, dabba avere per forza valore passivo. È solo detto che viene adoperato in costrutti impliciti: "So correggere gli errori commessi (= che ho commesso)".
In effetti, caro bubu7, leggendola ho la sensazione di intravvedere il bandolo dello gliommero. Ho però ancora qualche difficoltà a capire l'"assolutezza" del participio passato "con un soggetto diverso da quello della reggente" quando, se si opera l'esplicitazione in un certo modo, il soggetto logico coincide con quello della reggente ("data un'occhiata per la camera" potrebbe essere una temporale implicita - "dopo che 'il signore' ebbe dato un'occhiata" - col medesimo soggetto - "il signore" che "entrò" e "vide Lucia" - della proposizione principale). :roll:

Inviato: mer, 19 set 2007 17:31
di bubu7
Si tratta di definizioni, caro bartolo.
Se il senso che diamo nell'esplicitazione ci porta ad avere un soggetto diverso allora siamo di fronte a un participio passato definito assoluto, altrimenti si tratta di un semplice participio passato usato in un costrutto implicito e che, in quanto tale, può avere sia valore passivo sia attivo.
:)

Inviato: mer, 19 set 2007 18:32
di Marco1971
La GGIC, se ho cercato bene, dice poco al riguardo, e in riferimento a un esempio specifico (vol. I, p. 90):
(492) La porta restò chiusa per molti anni.

Il participio passato usato nella costruzione assoluta ha interpretazione attiva e non passiva, come mostra l’uso del clitico accusativo:

(493) Una volta chiusa la porta, Piero si allontanò. / Una volta chiusala, Piero si allontanò.

Inviato: gio, 20 set 2007 9:45
di bubu7
La grammatica di M. Dardano e P. Trifone, La lingua italiana (1985) è molto chiara (par. 11.2.8):
Superato questo problema, tutto si aggiusterà.

In questo esempio il participio ha un suo soggetto (questo problema) diverso dal soggetto della principale (tutto) rispetto alla quale è sintatticamente autonomo; si chiama perciò participio assoluto (dal latino absolutus 'sciolto').
Non è più assoluto quando il soggetto è lo stesso: vinti dalla stanchezza, si misero a dormire.

Inviato: gio, 20 set 2007 10:15
di bartolo
marco1971 ha scritto:Il participio passato usato nella costruzione assoluta ha interpretazione attiva e non passiva, come mostra l’uso del clitico accusativo:

(493) Una volta chiusa la porta, Piero si allontanò. / Una volta chiusala, Piero si allontanò.
Questa citazione che Marco1971 ha tratto dalla GGIC riapre la questione, gentile bubu7, che non posi sulla individuazione del participio assoluto, ma sulla possibilità di attribuire valore attivo al participio passato nella costruzione assoluta. Gli esempi di Dardano-Trifone non mi paiono calzanti, ché in essi il valore dei participi è evidentemente passivo.

Inviato: gio, 20 set 2007 11:08
di Bue
Scusate l'ennesimo intervento guastafeste, ma seriamente mi chiedo: qual è l'utilità vera di aver stabilito se il valore di un dato participio assoluto sia attivo o passivo?
Cambia qualcosa nelle regole sintattiche effettive, ossia sulle costruzioni ritenute o no accettabili?
O è solo una questione di puntiglio classificatorio?
Grazie


PS la mia era una domanda seria, ma vedo che è stata ignorata. Ho tolto la battuta giocosa, sperando fosse quella a non farmi prendere sul serio.

Inviato: gio, 20 set 2007 11:19
di bubu7
bartolo ha scritto: ma sulla possibilità di attribuire valore attivo al participio passato nella costruzione assoluta.
Però mi faccia capire, caro bartolo, lei per "costruzione assoluta" intende il participio assoluto o, semplicemente, il participio usato in frasi implicite che non va a costituire tempi composti? :roll:

Inviato: gio, 20 set 2007 12:27
di bartolo
bubu7 ha scritto:Però mi faccia capire, caro bartolo, lei per "costruzione assoluta" intende il participio assoluto o, semplicemente, il participio usato in frasi implicite che non va a costituire tempi composti?
Beh, leggendo gli interventi, debbo dire che mi avete abbastanza dirozzato, e, rastremando rastremando, m'attesterei sul participio assoluto, ché per le altre costruzioni mi pare d'aver compreso la questione. Forse è il richiamo dell'ablativo assoluto latino (che si pone solo in assenza di legami grammaticali colla reggente) che mi perplime. Il pronome enclitico, in italiano, come evidenziato nella citazione dalla GGIC, fa "saltare" il meccanismo. :?

Cherchez l'agent

Inviato: gio, 20 set 2007 14:06
di Ladim
In «essendo stata data un'occhiata» vi è cambiamento di soggetto (e, qui, 'assoluto' vuol dire sciolto dai tipici legami sintattici che sussistono tra diverse proposizioni appartenenti a uno stesso periodo): il valore passivo di «dare» (morfologizzato con 'essere') si ritrova nell'impersonalità di un soggetto 'logico' – non grammaticale – che compie l'azione del verbo.

In «avendo dato un'occhiata» non vi è cambiamento di soggetto, e il participio non sarebbe sciolto: il valore attivo di «dare» si individua nella coincidenza tra soggetto 'logico' e soggetto grammaticale («il signore» dà la sua «occhiata», e cioè 'guarda', dopodiché vede la povera Lucia).

L'interpretazione più economica sarebbe preferibile (l'esempio manzoniano non indicherebbe, pertanto, una costruzione assoluta); ma tutto è possibile, se ragionevole.

«Amatolo, lo abbandonò» non è una costruzione assoluta (ché, insomma, ha ragione bubu7), e la forma è attiva: non solo i due soggetti coincidono, ma anche i due agenti (chi ama è lo stesso che abbandona).

Un esempio di 'participiale' in funzione passiva: «Pino Paletta, picchiato dai ladri [dopo essere stato picchiato etc.], tornò a casa».

In ultimo, il pronome accusativo (il «lo» di «amatolo») postulerebbe un 'agente-soggetto', quindi una forma attiva.

Inviato: gio, 20 set 2007 15:27
di bartolo
Allora, ottimo Ladim, possiamo affermare che Dardano, citato da bubu7 («Non è più assoluto [il participio] quando il soggetto è lo stesso: vinti dalla stanchezza, si misero a dormire»), dovrebbe mettersi d'accordo con Serianni (che riporta la frase di Manzoni - «il signore entrò, e data un'occhiata per la camera, vide Lucia...» - come esempio di participio passato assoluto: e non vedo grandi differenze di interpretazione rispetto al sullodato esempio di Dardano); e che tutti e due dovrebbero consultarsi con Renzi citato da Marco1971 («Il participio passato usato nella costruzione assoluta ha interpretazione attiva e non passiva, come mostra l’uso del clitico accusativo: Una volta chiusa la porta, Piero si allontanò. / Una volta chiusala, Piero si allontanò».
Insomma, sbaglio o c'è dibattito?