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*«C’ho»

Inviato: gio, 27 set 2007 16:31
di bubu7
Devo purtroppo segnalare la presenza di queste grafie nel GRADIT (e nel De Mauro in linea) [sotto la prima entrata di ci, terza sezione, terza accezione]:
pop., unito ad avere, con valore raff.: c'ho fame, che c'hai da raccontarmi?
Il tutto non accompagnato da alcuna nota sulla problematicità di questa grafia.

In un altro forum ho riportato alcune citazioni.

Inviato: gio, 27 set 2007 16:41
di Marco1971
Eh sí, bubu, bisogna segnalare quest’obbrobrio! Comincio a dubitare della serietà e preparazione di taluni redattori del GRADIT...

Re: *«C’ho»

Inviato: gio, 27 set 2007 16:45
di Infarinato
bubu7 ha scritto:Il tutto non accompagnato da alcuna nota sulla problematicità di questa grafia.
L’unica soluzione accettabile rimane per me l’espediente canepariano cj ho, ma mi rendo conto che è una grafia «per pochi»…

Inviato: gio, 27 set 2007 16:48
di Infarinato
Marco1971 ha scritto:Eh sí, bubu, bisogna segnalare quest’obbrobrio! Comincio a dubitare della serietà e preparazione di taluni redattori del GRADIT...
Consoliamoci col DOP.

Inviato: ven, 28 set 2007 0:02
di CarloB
A memoria, mi pare che Moravia, nei Racconti, abbia usato piu' volte c'ho, c'hai, immagino per riprodurre il parlato romanesco.

Inviato: ven, 28 set 2007 0:12
di Marco1971
Sí, in Moravia e in altri scrittori novecenteschi si trova questa grafia, ma non rappresenta la pronuncia… Gadda usava, se ben rammento, ciò, ciai, ciavevi, ecc.

Inviato: ven, 28 set 2007 10:45
di Bue
Marco1971 ha scritto: Gadda usava, se ben rammento, ciò, ciai, ciavevi, ecc.
che e` la mia preferita, per il poco che questo conta.

Inviato: sab, 29 set 2007 0:44
di Federico
Bue ha scritto:che e` la mia preferita, per il poco che questo conta.
Infatti mi sembra l'unica soluzione coerente (usare una grafia troppo precisa per un'espressione imprecisa o errata risulta un po' strano, forse).

Inviato: lun, 01 ott 2007 13:43
di bubu7
Riporto uno stralcio della mia corrispondenza colla redazione del De Mauro:
bubu7 ha scritto:Mi stupisco quindi che nessuna nota sulla problematicità di questa grafia appaia sul De Mauro (e, come dicevo, sul GRADIT).
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione al riguardo e penso che sarebbe comunque il caso d'inserire un'indicazione che si tratta di grafia sconsigliata.
La redazione del De Mauro ha scritto:In generale Tullio De Mauro ha evitato di dare al suo dizionario un'impostazione normativa, essendo piuttosto interessato a registrare la realtà dell'uso.

Nel caso particolare di "ci" il lettore attento può dedurre dalla presenza dell'abbreviazione "pop." che si tratta di un uso "basso", ma è vero che una nota non sarebbe di troppo, per specificare che le grafie del tipo "c'ho" sono possibili solo come resa (voluta, consapevole, quindi "colta") di un parlato popolare. E dunque non tanto per sconsigliarle tout-court, ma per metterne in evidenza la problematicità.

Inviato: lun, 01 ott 2007 14:07
di Infarinato
La redazione del De Mauro ha scritto:In generale Tullio De Mauro ha evitato di dare al suo dizionario un'impostazione normativa, essendo piuttosto interessato a registrare la realtà dell'uso.
…Tranne che nelle indicazioni ortoepiche. :?

Inviato: lun, 01 ott 2007 14:23
di bubu7
Infarinato ha scritto:
La redazione del De Mauro ha scritto:In generale Tullio De Mauro ha evitato di dare al suo dizionario un'impostazione normativa, essendo piuttosto interessato a registrare la realtà dell'uso.
…Tranne che nelle indicazioni ortoepiche. :?
Concordo.

Inviato: lun, 01 ott 2007 15:35
di Marco1971
Sono davvero forti quelli della redazione. A questo punto, visto che popolarmente è lecito violare la vigente norma ortografica e il sistema stesso della lingua, suggerirei a quei signori, tra l’altro, d’inserire sotto raggiungibile (ad esempio) pop. raggiungibbile; e sotto azione, pop. azzione. Cosí aiuteranno la lingua a evolversi nella direzione giusta.

Inviato: lun, 01 ott 2007 17:38
di Incarcato
E dimentichi accellelare? Proprio come Ancellotti, dei nostri cari commentatori sportivi...

Inviato: lun, 01 ott 2007 18:18
di Marco1971
Infatti. Ci si domanda quale sia l’interesse, per un dizionario, di limitarsi a descrivere ciò che il parlante spesso sa già perché lo legge e lo sente dire. Mi pare che si consulti soprattutto il vocabolario per sapere qual è la forma o il significato corretti d’un termine, e, come s’è detto tante volte, è proprio questo tipo d’informazione che l’utente medio desidera. La mancanza di normatività è un male pernicioso, che conduce all’accelerazione di mutamenti la cui fecondità e auspicabilità è perlomeno opinabile.

Inviato: ven, 07 nov 2008 12:28
di Marco1971
È stata pubblicata oggi una nuova scheda nel sito della Crusca.