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Inviato: mer, 21 ott 2009 19:55
di Ferdinand Bardamu
Marco1971 ha scritto:Gadda usava, se ben rammento, ciò, ciai, ciavevi, ecc.
Posto che le forme «c'ho», «c'ha», «c'abbiamo», ecc. sono aberranti, la soluzione che proponeva già Gadda, e che io seguo scrupolosamente, mi pare la migliore. Peccato che in tv e sui giornali, per non parlare del linguaggio degli sms, prevalga nettamente l'orribile «c'ho». È mai possibile che nessuno di coloro che lo scrivono si accorga che le regole ortografiche italiane danno di «c'ho» una pronunzia del tutto differente da quella che s'intende riprodurre?

Inviato: mer, 21 ott 2009 20:50
di Marco1971
Siamo ormai nell’era della «puffocrazia»: non si riflette piú, si accoglie e si giustifica tutto, e piú una cosa è inverosimile, piú probabilità ha di riscuotere successo. La maggior parte dei linguisti si sono legati le mani col pretesto dell’«indagine scientifica» (come se questa impedisse di formular giudizi informati...) e cosí la lingua finalmente si evolve in modo «naturale»... Che civiltà! Distruggiamo tutte le cose innaturali che l’uomo ha creato, presto! ;)

Inviato: ven, 27 giu 2014 16:49
di Ivan92
Ci hanno liberati
Anche qualora avessimo a che fare con una frase del genere (nella quale ci funge da clitico accusativo) dovremmo scrivere Cianno liberati?

Inviato: ven, 27 giu 2014 16:58
di Infarinato
No.

Inviato: dom, 29 giu 2014 12:53
di Ivan92
Dunque andrebbe bene c'hanno liberati?

Inviato: dom, 29 giu 2014 13:46
di Animo Grato
Questo mai!

Inviato: dom, 29 giu 2014 13:50
di Ferdinand Bardamu
Ivan92 ha scritto:Dunque andrebbe bene c'hanno liberati?
Caspiterina, no! :) C’hanno, secondo le nostre regole ortografiche, si legge solo /ˈkanno/. Una grafia come cianno sarebbe tollerabile solo per il verbo avere in unione col ci attualizzante, ma avrebbe comunque una connotazione popolaresca e non sarebbe pienamente soddisfacente perché renderebbe meno riconoscibile il verbo avere, e alla prima persona si confonderebbe col pronome dimostrativo ciò. Con ci pronome personale, la grafia è solo ci hanno, indipendentemente dalla pronuncia.

Inviato: dom, 29 giu 2014 14:01
di Ivan92
Benone! Avevo solamente bisogno che le mie ipotesi venissero suffragate! La ringrazio. :)

Inviato: dom, 29 giu 2014 14:15
di Zabob
Se non fosse complicato, si potrebbe ricorrere a č: č'ho, č'avresti, che č'azzecca? So già la risposta: non č'azzecca col nostro alfabeto...

A parte gli scherzi, considerando che "dieci anni" si pronuncia (di solito) die/tʃ/anni senza che nessuno senta il bisogno di scrivere *diec'anni o diecianni, non vedo perché scrivere diversamente da "ci ho".

Inviato: dom, 29 giu 2014 16:56
di PersOnLine
Diacritico per diacritico, allora perché no: cî ho o diecî anni?

Re: *«C’ho»

Inviato: dom, 29 giu 2014 17:38
di Novizio
A questo punto:
Infarinato qui ha scritto:
bubu7 ha scritto:Il tutto non accompagnato da alcuna nota sulla problematicità di questa grafia.
L’unica soluzione accettabile rimane per me l’espediente canepariano cj ho, ma mi rendo conto che è una grafia «per pochi»…

Inviato: dom, 29 giu 2014 19:12
di PersOnLine
E poi scrivere diecj anni, sarebbe comunque "cacografico".

Inviato: dom, 29 giu 2014 19:39
di Animo Grato
PersOnLine ha scritto:Diacritico per diacritico, allora perché no: cî ho o diecî anni?
Se riesco a decifrare correttamente quel segnetto a occhio nudo, mi pare quello che in italiano si usa - sempre meno - per indicare l'"assorbimento" della seconda di due "i" consecutive nei plurali: principî (da principio), spurî (da spurio) ecc. Un uso opposto a quello che serve qui, e che suggerirebbe, ad esempio, l'esistenza di un aggettivo *diecio.

Inviato: dom, 29 giu 2014 20:03
di Carnby
PersOnLine ha scritto:E poi scrivere diecj anni, sarebbe comunque "cacografico".
Non più di dizionarj, grafia proposta più volte nella storia della lingua italiana.

Inviato: dom, 29 giu 2014 23:16
di PersOnLine
Però è una grafia che non ha mai attecchito, mi pare.