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Virgolette per indicare i significati in linguistica

Inviato: gio, 05 giu 2025 10:54
di G. M.
(S'è parlato varie volte di punteggiatura nel fòro, e di virgolette in particolare; ho fatto una ricerca ma mi sembra che questo argomento specifico non sia stato ancora discusso. Mi scuso se mi è sfuggito).

Nei testi di linguistica è uso consueto marcare le parole usate in senso metalinguistico con il corsivo, e indicare l'eventuale significato sùbito dopo tra virgolette, senza virgola in mezzo (mentre per rappresentare il ritmo del parlato tenderemo più spesso a fare un inciso, mettendo una virgola prima e dopo il significato). Ma quali virgolette usare? Vediamo l'uso d'alcuni dizionari per fornire l'etimologia di moda (esempio a caso); evidenziazioni mie:
  • De Mauro (c'è probabilmente un errore di digitalizzazione, visto che stranamente nelle etimologie non usa il corsivo):
    dal fr. mode, tratto dalla loc. à la mode de “alla maniera di”
  • Devoto-Oli (non so che anno):
    Dal fr. mode, dal lat. modus ‘modo, foggia, maniera’
  • GDLI:
    Dal fr. mode, deriv. dal lat. mŏdus ‘modo, foggia, maniera’
  • Sabatini-Coletti 2003:
    fr. mode, lat. mŏdum “foggia”
  • Treccani:
    dal fr. mode, che è dal lat. modus «modo, foggia, maniera»; in francese la parola è stata usata al femm. fino al sec. 16°, oltre che nel presente sign., anche in quello generico di «modo, maniera»; l’uso del masch. per particolari sign. tecnici corrispondenti a quelli dell’ital. modo parte dal sec. 17°
  • Zingarelli 2012:
    fr. mode, dal lat. mŏdu(m) ‘modo’
Scelte piuttosto varie.

Il DOP usa le virgolette basse doppie:
foro [fòro] s. m. («piazza; mercato; tribunale») […]
Serianni (Grammatica italiana, § I.230) scrive:
Più spesso che per introdurre una frase, gli apici si usano tuttavia per […] qualificare un significato («In Dante, donna vale ‘signora’ e ‘femmina dell’uomo’»).
Negli ultimi anni ho usato solitamente le virgolette alte singole o apici, non usandole io per nessun'altra funzione ed essendo queste molto leggere graficamente (una cosa che può essere importante in testi di linguistica dove si dovranno usare molte volte, anche in sequenza). L'uso delle virgolette basse doppie, scelto dagli autorevoli DOP e Treccani, mi sembra il più problematico, visto che queste si usano molto spesso per riportare citazioni o parole in senso metalinguistico, in modo sostanzialmente analogo al corsivo. È vero che in molti casi nella pratica il contesto chiarisce adeguatamente; ma sappiamo che in certi àmbiti una scelta simbolica ambigua può apparire infelice.

Negli ultimi giorni mi sono detto, però: l'uso delle virgolette alte singole con questa funzione non sarà l'ennesimo elemento ripreso pedissequamente dall'inglese? Visto che in inglese si usa spesso così… Ma i sergenti, come detto, non mi sembrano ottimali. E mi è tornato così in mente l'uso delle virgolette basse singole, che non credo d'aver incontrato nei testi ma ho visto più volte in questa piazza nell'uso del nostro @Ferdinand Bardamu:
Ferdinand Bardamu ha scritto: dom, 12 mag 2024 10:09 Da qualche tempo nelle cronache calcistiche una squadra che vince segnando cinque reti non ha piú fatto una cinquina, ma una manita (‹manina› in ispagnolo).
Ferdinand Bardamu ha scritto: lun, 09 gen 2023 9:54 Ecco un nuovo anglicismo («nuovo» almeno per me), adoperato soprattutto in riferimento a sportivi. Prime, come sostantivo, significa semplicemente ‹apice, culmine, periodo d’oro, periodo migliore›.
Sembrerebbe una buona soluzione: un calco romanzo delle virgolette alte singole inglesi in virgolette basse singole, più in linea con la nostra tradizione e allo stesso tempo non ambigue (visto che per il resto si userebbero solo per riportare le citazioni entro citazioni), e graficamente poco ingombranti.

Volevo chiedere a Ferdinand e a voi tutti se avete trovato quest'uso in qualche testo, e in ogni caso che ne pensate.

Re: Virgolette per indicare i significati in linguistica

Inviato: ven, 06 giu 2025 20:55
di Graffiacane
Le segnalo quest'intervento di Ferdinand.
L'uso dei caporali mi pare una buon'idea, ma bisogna fare i conti con la tastiera italiana, che li rende una soluzione molto scomoda.

Re: Virgolette per indicare i significati in linguistica

Inviato: ven, 06 giu 2025 21:55
di G. M.
Graffiacane ha scritto: ven, 06 giu 2025 20:55 Le segnalo quest'intervento di Ferdinand.
La ringrazio, non l'avevo visto. :)
Graffiacane ha scritto: ven, 06 giu 2025 20:55 L'uso dei caporali mi pare una buon'idea, ma bisogna fare i conti con la tastiera italiana, che li rende una soluzione molto scomoda.
È vero. Allo stesso tempo continuo a pensare che «le macchine sono fatte per servire l'uomo, e non viceversa», per cui le scelte grafiche linguistiche non dovrebbero essere determinate da una mera praticità digitatoria. :P

Ho provato a usare questa soluzione grafica e ho notato una piccola pecca rispetto alle virgolette alte singole: non sta benissimo vicino ai simboli di maggiore e minore, che si usano spesso in linguistica per indicare una derivazione di vario genere. Un confronto:

Immagine

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Si vede, allo stesso tempo, in basso a destra, la pecca delle virgolette alte singole: cozzano un po' cogli apostrofi...

Re: Virgolette per indicare i significati in linguistica

Inviato: dom, 08 giu 2025 12:40
di Millermann
Anch'io avevo notato il particolare uso delle virgolette basse singole del nostro Ferdinand, e mi sembra d'aver anche provato a imitarlo, qualche volta, per mostrare la traduzione in italiano di parole dialettali o viceversa.

Il problema, però, al di fuori di questo fòro, è che non sembra che tali virgolette facciano parte dell'uso consigliato in italiano normale, anzi, in verità non sono neppure citate da fonti riconosciute come autorevoli.

Ma facciamo un passo indietro: come al solito, le mie sono considerazioni sparse, semplici spunti di riflessione, e non intendono essere dei suggerimenti in alcun modo, anche perché non avrei alcuna qualifica per darne. Tra le mura protettive del nostro fòro, siamo abituati a usare termini e convenzioni «migliorativi» (mi si permetta il termine) rispetto a quelli «esterni», ma il problema è che ciò può comportare problemi di incomprensione.

Un esempio banalissimo, di cui siamo sicuramente consapevoli: noi distinguiamo, giustamente, tra le virgolette caporali e sergenti, ma per chi è al di fuori i due termini sono sinonimi, e si riferiscono entrambi (se non si specifica altrimenti) alle virgolette basse doppie o francesi.

Dopo questo preambolo, vorrei citare alcuni esempi che reputo interessanti, iniziando dal Dizionario di stile e scrittura di Marina Beltramo e Maria Teresa Nesci, pubblicato da Zanichelli nel 2011 (ora fuori catalogo in formato cartaceo), che da qualche mese è presente gratuitamente in Rete, e sembra una delle risorse piú complete e dettagliate tra quelle disponibili. Se non lo conoscete, potrebbe essere una buon'idea dargli un'occhiata.

Nel capitolo che tratta delle virgolette spiega che queste
Possono essere doppie e basse « » (dette anche francesi, uncinate, aguzze, acute o caporali; Unicode esa 00AB e 00BB, dec 171 e 187), doppie e alte “ ” (dette anche inglesi; Unicode esa 201C e 201D, dec 8220 e 8221), singole e alte ‘ ’ (dette anche tedesche; Unicode esa 2018 e 2019, dec 8216 e 8217).
e in seguito, nel paragrafo 2.3, afferma:
2.3 Significati e traduzioni
Le virgolette si usano anche per dare il significato o la traduzione di un’espressione:

Ci occupiamo di etica, qui intesa come “insieme delle norme di condotta pubblica e privata seguite da una persona o da un gruppo di persone”.

Il tema del corporate governance (‘governo societario’) ha a che vedere con i meccanismi e i processi di governo delle società.

Raro, in questo caso, l’uso delle virgolette basse. Ancor più raro l’uso del corsivo.
Come si vede, le virgolette basse singole non sono neppure menzionate. Interessante, da questo punto di vista, la scelta fatta dall'autore dell'articolo dell' Enciclopedia dell'Italiano Treccani, che scrive:
La virgoletta può essere singola (‹‘ ’›), detta anche apice o virgoletta inglese; alta (‹“ ”›), detta anche virgoletta doppia o italiana; o bassa (‹« »›), detta anche virgoletta francese, caporale o sergente.
Anche qui la virgoletta bassa singola non è citata, ma è comunque presente nel testo, "utilizzata" (è proprio il caso di dirlo) per racchiudere gli altri tipi di virgolette senza confondersi con esse.
In altre parole, sono serviti 4 tipi di virgolette per riuscire a spiegare che le virgolette… sono di tre tipi. Buffo, no? :roll:

La voce guichipediana, che fa un quadro piú internazionale, le cita di passata, ma considera attestato l'uso di queste virgolette solo nel turco e nelle lingue della Svizzera:
C'è inoltre un quarto tipo, scarsamente usato in Italia, ma che viene usato in Svizzera per citazioni all'interno di altre citazioni:
• virgolette basse singole (‹ ›).
Noioso, vero? Eppure, vi assicuro che l'ho scritto io, non mi sono rivolto all'IA! :lol:
G. M. ha scritto: ven, 06 giu 2025 21:55 Ho provato a usare questa soluzione grafica e ho notato una piccola pecca rispetto alle virgolette alte singole: non sta benissimo vicino ai simboli di maggiore e minore, che si usano spesso in linguistica per indicare una derivazione di vario genere.
L'avevo pensato anch'io; e probabilmente sono poco compatibili anche con le parentesi angolate ⟨…⟩, anch'esse impiegate in linguistica per racchiudere i grafemi.

Insomma, se da un lato l'uso di questo «quarto tipo» di virgolette può rivelarsi utile (vedi la trovata della Treccani), resta sempre una scelta di nicchia, non convenzionale. In altri termini, ho l'impressione che richiederebbe una spiegazione in nota, alla sua prima occorrenza. Spero d'aver fornito qualche spunto di riflessione interessante; io, da parte mia, mi sono divertito e sono certo d'aver imparato qualcosa in piú. :)

Re: Virgolette per indicare i significati in linguistica

Inviato: lun, 09 giu 2025 12:31
di G. M.
Millermann ha scritto: dom, 08 giu 2025 12:40
La virgoletta può essere singola (‹‘ ’›), detta anche apice o virgoletta inglese; alta (‹“ ”›), detta anche virgoletta doppia o italiana; o bassa (‹« »›), detta anche virgoletta francese, caporale o sergente.
Anche qui la virgoletta bassa singola non è citata, ma è comunque presente nel testo, "utilizzata" (è proprio il caso di dirlo) per racchiudere gli altri tipi di virgolette senza confondersi con esse.
In altre parole, sono serviti 4 tipi di virgolette per riuscire a spiegare che le virgolette… sono di tre tipi. Buffo, no? :roll:
O forse in un certo senso inevitabile… :mrgreen:
Millermann ha scritto: dom, 08 giu 2025 12:40 Insomma, se da un lato l'uso di questo «quarto tipo» di virgolette può rivelarsi utile (vedi la trovata della Treccani) […]
Credo che nella voce citata svolgano proprio la funzione delle parentesi angolate, più grandi, cui somigliano; nelle voci del Vocabolario, invece, sono usate per racchiudere la trascrizione della pronuncia, in corsivo (esempio).
Millermann ha scritto: dom, 08 giu 2025 12:40 In altri termini, ho l'impressione che richiederebbe una spiegazione in nota, alla sua prima occorrenza.
Se è un uso sporadico, può aver senso. Se invece un uso simile compare molte volte e di frequente, credo che sarà intuitivamente comprensibile per il lettore praticamente da sùbito.