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Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: gio, 13 nov 2025 18:33
di G. M.
Sto lavorando a un testo in cui si nominano varie volte epoche e periodi storici; vorrei renderlo graficamente uniforme, ma sono indeciso.
- Medioevo si scrive «spesso» con la maiuscola;
- per Rinascimento, il DOP sconsiglia la minuscola;
- idem per Risorgimento;
- per i secoli il DOP prevede entrambe le opzioni senza dare preferenze, ma mette prima la maiuscola (Cinquecento, Ottocento, ecc.);
- non scrive nulla per antichità;
- per modernità non ha nemmeno una voce;
- per preistoria [che non compare nel mio testo] ha la minuscola senza indicazioni.
Partendo dall'indicazione per
Rinascimento e
Risorgimento sarei portato a uniformare sulla maiuscola, quindi anche
Antichità e
Modernità (termini che ricorrono parecchie volte), ma temo che la raffica di maiuscole appaia pesante. Che cosa consigliate?
Il
Dizionario di Storia Treccani (alla voce
Storiche, età) non uniforma: scrive
Età antica,
Età medievale, ma
antichità; notate il contrasto:
[…] un’età di passaggio, intermedia, tra l’antichità classica e il Rinascimento […]
Nella
Storia di Venezia sembra uniformare sulla minuscola:
La vicenda culturale ed artistica dell'area veneta fra tarda antichità ed alto medioevo può essere compresa […]
In alcuni altri testi si trova
Antichità, ma è una minoranza (scorrete i
risultati).
Per
modernità ho scorso le prime dieci pagine di risultati, e le attestazioni che mostra la ricerca sono tutte con la minuscola.
Nel mio testo, è chiaro in ogni caso che, in pezzi come il seguente, una scelta difforme stonerebbe:
In quest’ottica, laddove l’antichità è superata dalla modernità, nei princìpi o nella tecnica, non lo vediamo come un contrasto, ma come un’evoluzione, un perfezionamento: il tempo infatti non ha rotture, e la nostra modernità non è altro che la continuazione dell’antichità.
Sto leggendo un libro di Le Goff e (lui o il traduttore) usa la maiuscola per
Antichità; non mi sembra d'aver ancora incontrato
modernità/
Modernità per fare un confronto.
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: ven, 14 nov 2025 21:54
di Millermann
In questo caso, dato che lei è sempre estremamente preciso e coerente nelle sue scelte grafiche, trovo pienamente giustificata la sua perplessità, che in altri casi mi sarebbe sembrata forse un po' eccessiva.
Allora, secondo il mio umile parere da inesperto, un approccio logico potrebbe essere quello di adottare sempre la maiuscola, quando il termine che usa denota un periodo storico preciso (non per
preistoria, quindi). Questo, anche (e soprattutto) nel caso di
Antichità e
Modernità, se, come m'è parso di capire, lei intende usare questi due termini come sinonimi di
Età Antica e
Età Moderna.
Esisterebbe, in caso contrario, la possibilità di confusione col significato comune attribuito alle due parole in questione, con una probabilità certamente ben piú alta di quella di confondere altre parole, come
rinascimento o
risorgimento, se pure fossero scritte con l'iniziale minuscola.
Ad esempio, proprio nel frammento del suo testo che ha riportato, io non saprei bene (almeno a un primo sguardo) come interpretare
antichità e
modernità, se entrambe come parole comuni, entrambi come termini storici o, addirittura, come termine il primo e come parola la seconda!

Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: sab, 15 nov 2025 1:20
di domna charola
Concordo con la risposta sopra. Ci sono termini che designano un preciso intervallo di tempo - con delle date convenzionali di inizio e fine, addirittura - e ci sono termini generici che possono indicare sia grossomodo un periodo, sia un generico essere lontano nel tempo oppure vicino a noi.
Medioevo, Rinascimento, Età Moderna, Età Contemporanea etc. sono ormai definizioni condivise e legate a un periodo storico preciso. Già "età antica" ha un uso più generico, perché se voglio indicarli come periodi storici avrò Età Romana - a volte Età Repubblicana o Imperiale - e Tardoantico. Questo per il contesto europeo. E prima si parla in genere di Età del Ferro, da noi. L'"antichità" invece è un riferimento generico a un passato che può comprendere il mondo classico, ma anche le altre civiltà del Mediterraneo, proprio perché non ha un significato cronologico definito.
Analogamente per la modernità, che più che un periodo appare un aggettivo generico che si definisce in relazione a qualcosa percepito invece come antichità. Tant'è che, in maniera informale, magari parleremmo anche di "modernità" per il nostro tempo, ma in termini storici non è più Età Moderna, che ha una definizione ben precisa, dalla scoperta dell'America al Congresso di Vienna.
Quindi in definitiva, maiuscolo per i periodi propriamente detti, minuscolo per le definizioni generiche, anche se a volte si trova il minuscolo per il medioevo e il rinascimento, però anche solo a vederlo scritto - come ho fatto poc'anzi - è abbastanza orripilante.
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: sab, 15 nov 2025 13:14
di G. M.
Millermann ha scritto: ven, 14 nov 2025 21:54
[…] lei è sempre estremamente preciso e coerente nelle sue scelte grafiche […]
Troppo gentile! Diciamo che ci provo, anche se non è facile, specialmente quando si tratta di concetti un po' «sfumati» come in questo caso.
Millermann ha scritto: ven, 14 nov 2025 21:54
[…] un approccio logico potrebbe essere quello di adottare sempre la maiuscola, quando il termine che usa denota un periodo storico preciso […]. Questo, anche (e soprattutto) nel caso di
Antichità e
Modernità […]. Esisterebbe, in caso contrario, la possibilità di confusione col significato comune attribuito alle due parole in questione […]. Ad esempio, proprio nel frammento del suo testo che ha riportato, io non saprei bene (almeno a un primo sguardo) come interpretare
antichità e
modernità, se entrambe come parole comuni, entrambi come termini storici o, addirittura, come termine il primo e come parola la seconda!

In realtà la mia attenzione nasce solo da un'esigenza d'uniformità estetica, non di chiarezza comunicativa: infatti dapprima non ci avevo badato e mi sono posto il problema solo molto avanti nel lavoro, notando il contrasto che si aveva fra
antichità e
Medioevo. Per il resto, semanticamente il contesto —mi sembra— fa tutto il necessario. Così per il brano riportato: estrapolato forse non dice molto, ma nel contesto d'origine mi sembra chiaro che si parla di epoche storiche.
domna charola ha scritto: sab, 15 nov 2025 1:20
Medioevo, Rinascimento, Età Moderna, Età Contemporanea etc. sono ormai definizioni condivise e legate a un periodo storico preciso. Già "età antica" ha un uso più generico […] è un riferimento generico a un passato che può comprendere il mondo classico, ma anche le altre civiltà del Mediterraneo, proprio perché non ha un significato cronologico definito.
Analogamente per la modernità, che più che un periodo appare un aggettivo generico che si definisce in relazione a qualcosa percepito invece come antichità. Tant'è che, in maniera informale, magari parleremmo anche di "modernità" per il nostro tempo, ma in termini storici non è più Età Moderna, che ha una definizione ben precisa, dalla scoperta dell'America al Congresso di Vienna.
Nel mio testo l'uso è appunto questo informale. Si parla di storia ma non tanto come argomento «in sé», in termini tecnici, scientifico-documentari; piuttosto, al contrario, si parla di come la storia appare al sentimento comune non specialistico, quindi per grandi fasi come sono riconosciute e «filtrate» nella cultura generale del nostro tempo.
domna charola ha scritto: sab, 15 nov 2025 1:20
Quindi in definitiva, maiuscolo per i periodi propriamente detti, minuscolo per le definizioni generiche […].
Capisco il ragionamento, ma quando i termini si trovano vicini percepisco una stonatura. «[L]e alte colonne dell’
antichità e le cattedrali del
Medioevo […]»…

A lei non sembra?
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: sab, 15 nov 2025 17:56
di brg
Bah. Mi pare da un lato una questione estremamente difficile e contorta, che dipende molto dalla sensibilità personale e dall'interpretazione che si dà a certe parole, dall'altro una questione di modesta importanza per la maggior parte di coloro che debbono leggere il testo.
Ora, il punto è che molti nomi di epoche sono nomi comuni e come tali erano, ed in parte sono ancora, trattati: il medioevo è letteralmente l'età di mezzo, l'antichità è l'età antica, l'età del ferro è l'epoca in cui compaiono i manufatti di quel metallo e così via. Si tratta di nomi comuni il cui significato non solo è colto senza difficoltà da chi li usa, ma è ancora importante sul piano comunicativo. Storicamente i nomi (comuni) di queste epoche venivano scritti coerentemente con la minuscola.
Più recentemente, nell'ultimo secolo o poco più, si è vista una tendenza a considerare i nomi delle epoche come nomi propri o titoli di qualcosa e quindi a scriverli con la maiuscola. Difficile indicare tutti i motivi di questo mutamento: si possono citare il calco di tendenze straniere; l'intento celebrativo di certi eventi storici, come il Risorgimento; l'intento di rendere eccezionale tutto ciò che è oggetto di studio e, di conseguenza, di rendere eccezionale lo studio di tale oggetto; una diversa concezione del tempo e delle epoche, sempre più ristretta e particolareggiata. E così via.
Fosse per me scriverei tutto minuscolo, ma probabilmente, così facendo, si urta la sensibilità di molte persone. Quindi mi piegherei ad usare la maiuscola per i nomi di alcune epoche particolari, particolari per ragioni politiche od ideologiche, tenendo però ben presente che "
rinascimento" e "umanesimo" si scrivevano esclusivamente con la minuscola fino a quasi tutto l'ottocento.
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: sab, 15 nov 2025 22:37
di domna charola
brg ha scritto: sab, 15 nov 2025 17:56
Difficile indicare tutti i motivi di questo mutamento: si possono citare il calco di tendenze straniere; l'intento celebrativo di certi eventi storici, come il Risorgimento; l'intento di rendere eccezionale tutto ciò che è oggetto di studio e, di conseguenza, di rendere eccezionale lo studio di tale oggetto; una diversa concezione del tempo e delle epoche, sempre più ristretta e particolareggiata. E così via.
Non esattamente. È una questione di formalizzazione, come per le ere geologiche. Scriviamo Giurassico e non "giurassico", per indicare un intervallo di tempo definito, con un inizio e una fine cronologicamente precisi, espressi in valori assoluti, sia pur convenzionali. Analogamente, il Medioevo, così come il Tardo-antico etc. sono intesi come periodi codificati, precisamente definiti in termini cronologici. Sulla questione della periodizzazione si sono versati fiumi di inchiostro, che confermano comunque la tendenza a voler scegliere dei compartimenti ben definiti e netti, indicandoli con un nome proprio.
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: sab, 15 nov 2025 22:44
di domna charola
G. M. ha scritto: sab, 15 nov 2025 13:14
Capisco il ragionamento, ma quando i termini si trovano vicini percepisco una stonatura. «[L]e alte colonne dell’
antichità e le cattedrali del
Medioevo […]»…

A lei non sembra?
Ma la stonatura è a monte, perché vengono paragonati dei manufatti genericamente antichi non meglio specificati, con degli edifici ben definiti sia come data topica che cronica. Colonne di quale antichità? Egizie, sumere, romane, nabatee, persiane, o altro? Mentre le cattedrali del Medioevo sono europee occidentali - già per il mondo bizantino la periodizzazione è diversa - e legate a precisi stili architettonici. Poi, sarebbe da vedere il discorso completo, però l'inghippo è lì. Per com'è, la frase mi sembra corretta, paragona delle generiche colonne di un tempo precedente, alle note e definite strutture sacre medievali.
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: dom, 16 nov 2025 12:41
di brg
domna charola ha scritto: sab, 15 nov 2025 22:37
Non esattamente. È una questione di formalizzazione, come per le ere geologiche. Scriviamo Giurassico e non "giurassico", per indicare un intervallo di tempo definito, con un inizio e una fine cronologicamente precisi, espressi in valori assoluti, sia pur convenzionali. Analogamente, il Medioevo, così come il Tardo-antico etc. sono intesi come periodi codificati, precisamente definiti in termini cronologici. […]
È esattamente questo il punto: non tanto la pretesa di voler formalizzare i concetti "scientifici", ma piuttosto la formalizzazione della pretesa. Qui non si tratta di pizza e fichi, ma di Pizza e Fichi.
Storicamente "giurassico" si scriveva con la minuscola, esattamente come tutti gli altri periodi ed epoche, e coerentemente con il fatto che è un semplice aggettivo: un terreno giurassico, del calcare giurassico, il periodo giurassico, chiamato semplicemente "il giurassico", sottintendendo la parola "periodo".
Carlo Fabrizio Parona scriveva "
giurassico",
Enrico Morselli scriveva "
giurassico", il DOP
lo riporta ancora con la minuscola, in quanto aggettivo, e nel G.D.L.I.
si trova la minuscola, accanto ad una citazione di Italo Calvino con la maiuscola.
Il punto è, come ho scritto in apertura del mio primo intervento, di sensibilità personale, di come si intende e si vuol far intendere il concetto; tuttavia questi non sono nomi propri, ma significano molto prima di identificare. Si può chiedere: che cosa significa "giurassico", oppure che cosa significa "rinascimento"? Non si può chiedere: che cosa significa Donald Trump, oppure che cosa significa Arno?
Quindi, giusto per chiarire e per tornare alla questione iniziale dei periodi storici, trovo tollerabile l'uso della maiuscola quando il periodo prende il suo nome da una corrente filosofica o di pensiero, come umanesimo o illuminismo, oppure da un ideale, come Rinascimento e Risorgimento, meno o per nulla negli altri casi.
Ciononostante preferisco la minuscola, perché altrimenti dovremmo coerentemente usare la maiuscola per tutti i movimenti, gli ideali e le correnti filosofiche ed artistiche. Scriveremmo che il Cristianesimo è una religione originaria del Vicino Oriente, emersa in Antichità nel Periodo Romano, fortemente influenzata dal Neoplatonismo. Orrore ed abominio ortografico.
Se il discrimine fosse la formalizzazione, dovremmo accettare un biologo, un po' animalista, che ci racconta di come il suo Cane è stato punto da una Zecca e che egli usa la maiuscola perché sa bene, dati i suoi studi di Biologia, che cosa sia un Cane od una Zecca.
L'uso della maiuscola è più figlio dei tempi, che della grammatica italiana: si può scegliere di osservare l'uno o l'altro principio, basta esserne consapevoli.
Re: Epoche e periodi storici: maiuscola o minuscola?
Inviato: dom, 16 nov 2025 16:27
di domna charola
Vabbè… da un lato ci sono i puristi della lingua, e dall'altro la comunità di specialisti delle varie discipline. E anche questi ultimi stabiliscono le loro regole e convenzioni, per avere chiarezza nella comunicazione, cioè nel condividere le informazioni scientifiche. Nel loro ambito continueranno a fare così, perché laddove si manifestano esigenze comunicative nuove, è necessario che la lingua fornisca nuove soluzioni, cioè che sia una lingua viva, capace di ampliarsi e rigenerarsi mantenendo la propria identità. È così che siamo passati dagli antichi volgari medievali alla lingua di Manzoni, sino a quella odierna che già si è differenziata rispetto ad allora.
Citare Parona come esempio per un termine geologico, semplicemene fa ridere. Perché ci sono commissioni apposite che decidono, sulla base di criteri geologici aggiornati e condivisi, la corrispondenza fra cose e loro nomi. E il "giurassico" del Parona non è il Giurassico attuale, e anche solo per questo, continuare a usare il minuscolo di un tempo genera solo confusione. Fra l'altro, come aggettivo "giurassico" vorrebbe dire "del Giura", che è una località, e quindi va bene sin tanto che si parla delle rocce di quel massiccio. Se mi sposto in Prealpi, le rocce sono delle Prealpi e non più del Giura, evidentemente, e quindi anche il termine che uso ha cambiato significato. Non sono più nemmeno rocce "del periodo del Giura", perché il Giura è tutt'oggi presente, anzi, esiste effettivamente solo nei tempi attuali, mentre le sue rocce non si sono formate oggi, e nemmeno si sono formate quando si è formato il Giura, ma ben prima, molto tempo prima. Quindi, quando parlo di Giurassico, non intendo nulla che possa essere confuso con il concetto "del Giura". Non è l'aggettivo derivato da questo concetto.
La commissione italiana di stratigrafia ha scelto per questo la convenzione della lettera maiuscola, perché è funzionale e permette di avere chiaro cosa si intende invece in geologia parlando di Giurassico, oggi.
Analogamente avviene per la biologia, in cui per convenzione se cito il genere Canis lo scrivo maiuscolo e pure corsivo, se cito la specie Canis lupus invece l'indicatore di specie va minuscolo - e sempre corsivo, e se parlo invece del mio cane, resta un singolo individuo qualunque, quindi minuscolo, perché le tre cose indicano tre concetti diversi. E nello scrivere è importante segnalare con chiarezza di "quale" cane si sta parlando.
La lingua, insomma, si è sempre evoluta, seguendo le esigenze della comunità che la usava.
Il rischio, quando la lingua si arrocca senza cogliere le istanze degli specialisti che sviluppano nuovi campi, nuovi concetti, nuovi oggetti, è che gli specialisti stessi si adagino su un più comodo, ma soprattutto più preciso e univoco linguaggio standardizzato internazionale. E a quel punto, la frittata è fatta!