«Guatare»

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Moderatore: Cruscanti

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bertrand822
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Modesti e tardivi suggerimento per «lurkare»

Intervento di bertrand822 »

Considerato che:
lurkare (io lurko, tu lurki ecc.; aus. avere) (internet) in un newsgroup, un forum, una chat ecc., leggere senza intervenire nelle discussioni: lurkare un gruppo, un thread; lurkare un po’ prima di scrivere.
Dall’ingl. to lurk ‘stare in agguato, celarsi’.

che la definizione originale risulta:
lie in wait, lie in ambush, behave in a sneaky and secretive manner
e che in italiano abbiamo (dal De Mauro):
ap|po|stàr|si
v.pronom.intr. (io mi appòsto)
CO nascondersi per tendere un agguato

e
an|ni|dàr|si
v.pronom.intr.
CO
2 estens., nascondersi: per non farsi scoprire si annidò dietro la siepe
3 fig., essere presente nel proprio intimo, spec. in modo nascosto: in lui si annidano l’odio e la vendetta
per sostituire lurkare :x si potrebbero utilizzare anche annidarsi/appostarsi :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Cioè: Che fai? – M’apposto/m’annido?

Non mi sembrano sostituti probabili, e le dico subito perché: to lurk indica un’azione continuativa (come, appunto, guatare/aleggiare); appostarsi/annidarsi: il primo esprime un’azione che, al presente, si compie appena enunciata; il secondo, perlopiú, uno stato permanente.

Ciò detto, nonostante le restrizioni semantiche che io vedo, naturalmente accoglierei volentieri questi termini se dovessero attecchire.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Mi era sfuggito questo filone. Ed evidentemente son vecchio: perché guatare non mi dà nessun problema. Lo si è letto. Lo si è usato, certo scherzosamente. Intendo: ex studenti di liceo e università ormai cinquantenni avanzati. Se poi il significato del vocabolo si è perso, allora è un altro paio di maniche. Ma che un universitario non lo comprenda, questo mi stupisce davvero.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Dato che ciò che caratterizza l'azione del lurkare è il leggere le informazioni altrui, per quanto pubbliche, senza farsi notare, appunto perché non si interviene, non capisco perché il traducente non possa essere semplicemente spiare.

Inoltre molti dizionari associano a guatare una particolare connotazione emotiva, cosa che nel semplice lurkare non mi pare centrale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

PersOnLine ha scritto:Dato che ciò che caratterizza l'azione del lurkare è il leggere le informazioni altrui, per quanto pubbliche, senza farsi notare, appunto perché non si interviene, non capisco perché il traducente non possa essere semplicemente spiare.
Se ha letto la prima pagina di questo filone, avrà visto che spiare è già stato proposto. ;)
PersOnLine ha scritto:Inoltre molti dizionari associano a guatare una particolare connotazione emotiva, cosa che nel semplice lurkare non mi pare centrale.
Per quanto riguarda i sentimenti legati a guatare, non vedo in che cosa ciò renderebbe il termine inadeguato: il guatante può essere animato da sentimenti di curiosità, d’interesse, di fastidio, d’eccitazione, può guardare fissamente o di sfuggita, ecc.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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cuci
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Un’inattesa variante…

Intervento di cuci »

Oggi un mio amico ha cercato di spiegare ad un altro che cosa significasse lurkare ed ha usato le seguenti parole:
«Massì, l'è uno che fa l'ascoltone.»
sicché gli ho chiesto numi e pare che sia un termine radioamatoriale usato per chi ascolta le conversazioni altrui senza intervenire.

A me piace tantissimo, ma non so se si tratta d'un termine prettamente locale e se si potrebbe estendere a chi non ascolta bensì legge.
«Duva vidi moju zzappa fundu»

·Dum·Doceo·Disco·
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

M’imbatto in questo in Google Libri:

Quel tono accorato, quella preghiera avrebbero fatto trasalire chiunque. Figurarsi un “ascoltone” come me. Sí, proprio cosí, un “ascoltone” cioè l’equivalente, passando dall’orecchio all’occhio, di un guardone. Mi spiego meglio. C’è chi, anche favorito dall’andazzo... [altro non si legge] (Antonio Debenedetti, E nessuno si accorse che mancava una stella, 2010)

Il termine mi pare molto poco idoneo al concetto...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Ma ascoltone non è connotato come guardone, che è senz'altro inadatto pur facendo riferimento al senso effettivamente usato dal lurker: piace molto anche a me.
Inoltre dalle attuali proposte presenti nella lista («sbirciare, spiare, guatare, aleggiare; osservare; curiosare») può essere piuttosto difficile ricavare un sostantivo; d'altro canto usare due radici diverse per verbo e sostantivo rischia di fare troppa confusione.
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Federico ha scritto:Inoltre dalle attuali proposte presenti nella lista («sbirciare, spiare, guatare, aleggiare; osservare; curiosare») può essere piuttosto difficile ricavare un sostantivo...
Le sembra difficile ricavare sostantivi da questi verbi? Che strano... Tutti ammetterebbero un derivato in -ante/-atore...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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G. M.
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Re: «Guatare»

Intervento di G. M. »

Tante belle idee in questo filone; lo resuscito per aggiungere un'ulteriore proposta "ripescologica" (questa sì, veramente arcaizzante 8)): latére.

In realtà non so quanto possa prestarsi all'accezione informatica, ma lo segnalo perché, più in generale, in àmbito letterario l'ho trovato una possibilità molto suggestiva per rendere in italiano le sfumature di to lurk («be or remain hidden so as to wait in ambush for someone or something [...] (of an unpleasant quality) be present in a latent or barely discernible state, although still presenting a threat», Oxford Dictionary of English).
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marcocurreli
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Re: «Guatare»

Intervento di marcocurreli »

Da cui latente, colui che sta nascosto.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Guatare»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

La nostra discussione è stata (indirettamente) citata in quest’articolo della Repubblica dell’11 settembre 2009:
Francesco Erbani ha scritto:Michele Mari è affezionato alla parola guatare, che si trova in Dante e poi in Ariosto e Tasso. Ma, mentre Manzoni, durante la revisione dei Promessi sposi, ogni volta che vi si imbatteva, cancellava e scriveva guardare, guatare ricompare, oltre che in Rondini sul filo di Mari, in ben tre romanzi di Andrea De Carlo, Treno di panna, Yucatan e Arco d’amore. E, paradosso dei paradossi, guatare viene proposto in alcuni forum presenti in rete, segnala Antonelli, come sostitutivo del pessimo lurcare, che indica un’attività voyeuristica, quando uno si infila di soppiatto a spiare che cosa si dicono due persone che chattano.
«Paradosso dei paradossi», oh mio terror, qualcuno osa addirittura riadoperare creativamente una parola della lingua tradizionale! :roll:

(Lurcare, scritto cosí, non mi par tanto male, in fondo…).
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2310
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: «Guatare»

Intervento di G. M. »

Ferdinand Bardamu ha scritto: mar, 07 giu 2022 17:03 (Lurcare, scritto cosí, non mi par tanto male, in fondo…).
Mi sembra che nessuno l'abbia ancora segnalato: in italiano esiste lurco, termine letterario, di significato però assai diverso. :P
domna charola
Interventi: 1632
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Guatare»

Intervento di domna charola »

A volte mi sento un dinosauro. Ho cercato in rete il significato preciso del termine, e pare che in sé non abbia alcunché di negativo o dispregiativo, registra semplicemente l'azione di chi guarda o legge un foro, senza intervenire o partecipare attivamente. L'idea che sia "di soppiatto", "di nascosto" solo perché la comunità non lo vede intervenire, non vede il suo nome ogni tanto, mi sembra che vada a cozzare con il concetto di comunità e di condivisione. Se è un gruppo che ammette chiunque ne faccia richiesta, è implicito che si senta in qualche modo "pubblico", "aperto", e non privato e solo per pochi fidati adepti. Quindi, va da sé che una (grande) quantità di iscritti sia lì solo per leggere, senza palesarsi ogni tot con qualche" ciao a tuti, come va - cuoricini fiorellini faccina che ride".
Cosa diversa sono invece secondo me i gruppi su telefonino, ristretti e legati ad ambiti specifici - le mamme degli alunni della quarta H, i cantori del coro Pincopallo etc. - e lì può esserci l'infiltrato, che in qualche modo è riuscito a farsi ammettere e spia non visto contenuti che tutto sommato non lo riguardano.

Ma negli altri casi, una comunità in rete che approfondisce determinati argomenti mette in conto - io penso - che molti di quelli che ha fatto liberamente entrare, senza richiedere titoli o esami di ammissione, leggono per curiosità, per apprendere, per caso e noia o qualsiasi altro strano motivo, e basta, leggono solamente. Anzi, mi viene da pensare - ma forse è solo un approccio che mi viene dalla passione per la divulgazione - che molte comunità scrivano in rete, in maniera pubblica e visibile proprio per diffondere la loro disciplina e "fare cultura".
Leggere un foro / su di un foro, guardare un foro non bastano come termini? E chi lo fa, non si differenzia nettamente da chi scrive su un foro? O partecipa alle discussioni, è attivo, inserisce dei contenuti (i "posters", quelli che postano, pare...). Una volta, noi dinosauri dicevamo semplicemente così. "E questo chi è" "...Mh... è uno che legge ma non scrive mai niente". E morta lì. Chi legge un foro, è uno che legge e basta. Se lo devo indicare all'interno della comunità, il concetto è già chiaro. Se devo comunicarlo all'esterno, bè, il solo-lettore non è una professione, un'attività riconosciuta, nemmeno un insulto che interessi a chi non è parte di quella comunità. Quindi a che serve il termine?

Da ex-moderatore di un ex-foro defunto dedicato al Medioevo, ricordo qualche discussione sull'argomento.
A quei tempi, inizio secolo più o meno, qualcuno aveva coniato il termine "le zecche", quelli che succhiano le informazioni, le usano e non danno niente, nessuna conoscenza aggiuntiva.
Personalmente, in questo approccio dispregiativo non riuscivo a riconoscermi.
Ché è di gran lunga meglio che chi non ha nulla da scrivere, non scriva e non occupi spazio inutilmente; e ben venga chi legge, nella speranza che magari scopra un nuovo interesse o impari qualcosa. Meglio cento solo-lettori, che anche solo cinque che scrivono con parole loro quello che pensano di aver capito, senza mettere nemmeno un riferimento bibliografico decente.
Tanto tano lavoro in meno per i moderatori.

Quello che succede anche qui in questa piazza, del resto: leggo tanto, imparo tanto, scrivo solo in alcuni campi in cui sono richieste anche opinioni personali, evito accuratamente di partecipare con interventi fuori luogo nelle stanze più tecniche, ove non sarei in grado di fornire alcun apporto proficuo.

Sono per questo un *lurker? un *semi-lurker? un *lurker relativo?
Ma non posso semplicemente essere un antidiluviano lettore che al momento non sente di avere alcunché da scrivere, senza venir per questo anatomizzato, classificato, infilzato con lo spillo nella bacheca delle tipologie umane?
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