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«Bullo»

Inviato: lun, 19 nov 2007 17:07
di Marco1971
Riallacciandomi a quest’intervento, riporto la trattazione del DELI.

bùllo, s. m. ‘giovane prepotente, bellimbusto’ (bulo: 1547, P. Nelli, cit. da Migl. St. lin. 396; di ampia diff. dial.: A. Prati in ID XIII [1937] 89-90; AIS I 46 e VI 712), ‘teppista’ (bulo: 1905, “Corriere della Sera”, cit. da Bisceglia Note 102; 1927, Panz. Diz. con la var., dichiarata rom., bullo; il Voc. Acc. riporta il seg. es., tratto da R. Bacchelli: “Un giovinastro di mala vita, uno di quelli che si chiamano ‘buli’, ...lo urtò nel passare”).

Secondo la spiegaz. tradiz., che risale al Muratori, dall’alto ted. medio būle ‘amico intimo’. Alle obiezioni del Prati (ant. attest., come soprannome ven., a partire dal 929 e, soprattutto, la forma rom. bullo) si possono contrapporre altri appoggi all’ipotesi com. accettata: la tarda introduzione a Roma di bullo (non ne accenna l’Aretino, nemmeno quando parla con tanto entusiasmo della buleria venez. – LN X [1949] 41-43 –, non ne usano gli autori dei poemetti pop. in dial. rom. Del Seicento) è un argomento a favore di un’importazione dal nord (tardiva e, forse, gerg. per “il mantenimento della vocale finale pure in parlate che la ignorano”: Prati cit.); il ted. Buhle ha assunto alla periferia germanica certe flessioni affettive (Kluge), che lo avvicinano all’uso venez. cinquecentesco; la forma più ant., doc. a Venezia, è bulo nel Calmo, ma bul(l)e nel Caravia (1550) e negli anonimi autori della Caravana (1573); nello stesso sec. è penetrato un altro tedeschismo, ghisello ‘compagno’ che il VEI registra sulla testimonianza secentesca dell’Oudin, ma che aveva già adoperato un sec. prima il Folengo, il quale aveva poi glossato il suo maccheronico ghisellus con ‘fraudolentus et barro’.

Inviato: mar, 20 nov 2007 23:04
di u merlu rucà
C'è anche in inglese: bully.