«Suspense» / «*suspence»

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Marco1971
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«Suspense» / «*suspence»

Intervento di Marco1971 »

Non ci crederete (o forse sí?), ma se consultate la voce cliffhanger nello Hazon in linea (dizionario bilingue italiano-inglese e inglese-italiano di Garzanti Linguistica), scoprirete che ci cascano anche loro... Suspense (che, come diceva Bruno Migliorini, si sarebbe potuto rendere con sospesa, sul modello di attesa, sorpresa) è un anglicismo, non un francesismo, e anche in francese si scrive con una S non una C! Consultate anche la voce cliffhanger su Wikipedía e vedrete che l’errore è contagioso. Per ora neanche il GRADIT dalle capienti amístidi lo accoglie (ma finirà col farlo?). Intanto, il vantaggio sarebbe che si potrebbe pronunciare /sus'pEntSe/. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Re: «Suspense» / «*suspence»

Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Per ora neanche il GRADIT dalle capienti amístidi lo accoglie (ma finirà col farlo?).
Credo che non ci sia dubbio che lo registrerà, vista la diffusione.
Almeno da Wikipedia dovrebbe essere presto sradicato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E allora ribattezzeremo il GRADIT col nome GRADIS (Grande Dizionario Italiano della Spazzatura). ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Il DiPI, nostro ultimo baluardo ( :D ), registra correttamente il lemma...
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi domando se, per essere piú in sintonia colla lingua attuale, non converrebbe dire baluard... :oops:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

bàluard, certo... :lol:
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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