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«Gli ho sentito dire»

Inviato: gio, 14 feb 2008 22:09
di igor69
GLI HO SENTITO DIRE.
È una costruzione corretta?
grazie !

Inviato: gio, 14 feb 2008 22:45
di Marco1971
Sí, è corretta. Eccone due esempi letterari (al passato remoto):

Ma tanta è però la forza del bello e del vero, che la gente stessa che al principio quando il mio zio ripatriò, si burlava del di lui toscaneggiare, dopo alcun tempo avvistisi poi ch’egli veramente parlava una lingua, ed essi smozzicavano un barbaro gergo, tutti poi a prova favellando con lui andavano anch’essi balbettando il loro toscano; e massimamente quei tanti signori, che volevano rabberciare un poco le loro case e farle assomigliar dei palazzi: opere futili in cui gratuitamente per amicizia quell’ottimo uomo buttava la metà del suo tempo compiacendo ad altrui, e spiacendo, come gli sentii dire tante volte, a sé stesso ed all’arte. (Alfieri, Vita, Epoca 2, cap. 3)

Ma, a un certo punto, lo vidi fermare in mezzo alla via vegliata lugubremente dai fanali e gli sentii dir forte nel silenzio della notte: – Scusa, e come so io del monte, dell’albero, del mare? (Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, quaderno 1, 3)

Inviato: sab, 16 feb 2008 21:36
di Marco1971
Il costrutto con gli sembra possibile solo se l’infinito dipendente dal verbo di percezione ha un complemento oggetto (o una proposizione oggettiva):

(1 a) L’ho sentito cantare. / L’ho visto mangiare.
(1 b) *Gli ho sentito cantare. / *Gli ho visto mangiare.

(2 a) L’ho sentito cantare un’aria famosa. / L’ho visto mangiare la spuma di salmone.
(2 b) Gli ho sentito cantare un’aria famosa. / Gli ho visto mangiare la spuma di salmone.

Mi piacerebbe sapere se percepite una sfumatura tra le frasi (2 a) e (2 b); e se sí, quale. Poi vi dirò che differenza avverto io. :)

Inviato: sab, 16 feb 2008 22:16
di pocoyo
All’orecchio mio la frase (2 b) vuol forse suggerire che l’esecutore dell’aria non era consapevole d’essere udito e quasi che l’altro vi si sia imbattuto per caso / senza proposito.

Inviato: sab, 16 feb 2008 22:42
di CarloB
A me sembra che (2b) sottintenda un senso di sorpresa: come se la persona alla quale ci si riferisce non fosse solita cantare né gradire il salmone.

Inviato: sab, 16 feb 2008 22:59
di Marco1971
Grazie! :)

Il mio sentimento è simile a quello di CarloB. Secondo me, le frasi (2 a) esprimono un’osservazione neutra, non connotata; mentre le frasi (2 b) sottolineerebbero la soggettività del locutore, ad esempio la rarità dell’evento, lo stupore, ecc., insomma un coinvolgimento emotivo maggiore.

Inviato: sab, 16 feb 2008 23:20
di pocoyo
[…] come gli sentii dire tante volte […]

Vittorione forse non lo sente in questo senso. Certo, quot homines

Il fatto che poi – come ha spiegato in principio Marco – tale costruzione sia lecita solo se seguita da un oggetto diretto farebbe pensare che in questo modo si voglia dare maggior risalto al complemento, forse. :roll:

Inviato: sab, 16 feb 2008 23:32
di Marco1971
Certo, la rarità o l’abitudine (parlavo in maniera piú generica di ‘soggettività’, dando due esempi possibili), ma vedrei comunque una percezione per cosí dire intimistica.

Inviato: dom, 17 feb 2008 17:35
di Marco1971
Quest’esempio di De Amicis (Sull’Oceano, «Domani!», 4) sembra confermare l’ipotesi di un maggior coinvolgimento: mi sembra che la possibile sostituzione di gli con lo suggerisca un’osservazione meno attenta e compartecipe:

Io l’osservai per un pezzo dal palco di comando, e non gli vidi né mover collo, né piegar costa, né sviar gli occhi, se non per la durata d’un attimo, dalla ragazza, la quale stava seduta al posto solito, facendo la calza, accanto al piccolo fratello, ritta sul suo bel torso di vergine sana e robusta, più bianca, più pulita, più fresca che mai.

Re:

Inviato: sab, 12 mar 2022 2:34
di Enzo
Marco1971 ha scritto: sab, 16 feb 2008 21:36 Il costrutto con gli sembra possibile solo se l’infinito dipendente dal verbo di percezione ha un complemento oggetto (o una proposizione oggettiva)
In frasi come "gliene sento parlare" o "ne sento parlare a lui/sento parlarne a lui" mi pare che ci sia intercambiabilità fra "lo" e "gli", nonostante non ci sia un complemento oggetto, no?
Penso che si potrebbe riformulare le stesse frasi in questo modo, e non cambierebbe nulla, cioè:
  • Lo sento parlarne.
  • Sento lui parlarne.
  • Ne sento parlare lui.
  • Sento parlarne lui.

Re: «Gli ho sentito dire»

Inviato: dom, 13 mar 2022 12:37
di Graffiacane
Ho qualche perplessità sulla terza frase, mentre le altre mi sembrano ben formate.

Re: «Gli ho sentito dire»

Inviato: dom, 13 mar 2022 19:25
di Enzo
Intende forse Ne sento parlare lui?
Sull’Enciclopedia dell’Italiano Treccani avevo visto questo esempio:
in quel teatro, ci ho visto andare Giorgio.

Re: «Gli ho sentito dire»

Inviato: dom, 13 mar 2022 21:45
di Graffiacane
Sí, intendevo quella frase.
Effettivamente, mi pare che l'esempio segni un punto a favore della correttezza del costrutto.

Re: «Gli ho sentito dire»

Inviato: lun, 14 mar 2022 0:05
di Infarinato
Per me sono tutte frasi abbastanza innaturali (lege: marginali, ancorché sintatticamente corrette) tranne proprio la terza (ne sento parlare lui) e l’originaria gliene sento parlare. D’altra parte, l’uso tradizionale predilige la risalita dei clitici. ;)

Re: «Gli ho sentito dire»

Inviato: ven, 18 mar 2022 1:18
di Enzo
Sul fatto che siano grammaticalmente corrette siamo d'accordo, quindi?
Resta però la questione che fa da tema per questo filone, ossia che "gli", nei costrutti di questo tipo, è ammesso solo in presenza di transitivi, cosa che il verbo "parlare" non è.