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«Sull’esterofilia», poesia di Giuseppe Agnello

Inviato: gio, 27 mar 2008 22:11
di Marco1971
Riporto questa poesia di Giuseppe Agnello, autore di un elenco puristico di cui qui parlava Maria Luisa Altieri Biagi.

La sconsolata e imminente omelia
è rivolta allo sciocco italiano,
che per apparir forse meno vano,
preferisce a nostrane strane voci.
Codesta dilagante simpatia
ha fatto della lingua un otre strano
che accoglie insieme al buono il vino vano
offrendolo indistinto a vari soci.
Chi il dolce patrio suono ad altro associ
indegno è di calcare questo suolo.
Che fuori dei confini viva solo!
Dirò adesso con versi veloci
qualche parola che da tale stuolo
sostituita è stata con mazzuolo.
Autorimessa e autostello ora sono
come ‘garage’ e ‘motel’ conosciuti;
e persino nei nostri bei saluti
i ‘bye-bye’ e non ciao assai spesso senti.
La donna, poi, che volesse un bel dono,
al marito richiede ‘bijoux’ belli.
Si vergognò forse a dire gioielli?
Nessuno alla risposta mi fomenti!
Non più conforto ci danno gli accenti
che la televisione ci propone
e per vittoria dell’uso c’impone.
Per dir di essi però centoventi
ne occorrono di queste mie canzoni;
e a fare questo non ho le intenzioni.

Inviato: lun, 31 mar 2008 12:06
di bubu7
Ricorda giustamente l'Altieri Biagi:
Lamentare che le regole di una lingua mutino o che il suo vocabolario accolga parole straniere significa considerare malattia una forma di vitalità.
Non mi sembra che ci sia altro da aggiungere alla stroncatura dell'elenco puristico fatto dalla nostra Cruscante.

Stendo, infine, un velo pietoso sulla poesia riportata da Marco.

Inviato: lun, 31 mar 2008 15:10
di Federico
In effetti Giuseppe Agnello, a giudicare dagli altri libri di cui è autore, non fa una buona pubblicità alla sua causa; però la poesia non è tanto malvagia, e non mi convince molto l'ultima affermazione dell'Altieri Biagi: brio è sicuramente meglio di verve, per un purista strutturale.