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Il suo "piú" acerrimo nemico

Inviato: gio, 10 apr 2008 21:25
di Gianluca
Piú di una volta ho sentito pronunciare la frase «il suo piú acerrimo nemico è...», in cui il superlativo dell'aggettivo acre è preceduto da piú.
Io so che gli aggettivi acre, celebre, integro, aspro, misero e salubre formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso -errimo: acerrimo, celeberrimo, integerrimo, asperrimo (o asprissimo), miserrimo (o miserissimo), saluberrimo (o salubrissimo), e che queste forme sono rare e usate preferibilmente per esprimere significati astratti: Sono afflitti da una rivalità acerrima; È un uomo di costumi integerrimi, in opposizione alle altre forme usate per esprimere significati concreti: Questo limone ha un sapore molto aspro.
(L'uso comune, quindi, è orientato verso le forme rafforzate con l'avverbio: molto acre, assai celebre, etc. o verso le forme regolari: asprissimo, miserissimo.)
Per quanto riguarda la forma piú acerrimo, però, non saprei che cosa dire, dal momento che io so che gli aggettivi migliore, peggiore, maggiore, minore sono già forme di comparativo di maggioranza, pertanto che non sono mai preceduti da piú o da il piú; e che allo stesso modo, i superlativi assoluti ottimo, pessimo, massimo, minimo non hanno bisogno di rafforzativi. Ma non vorrei che il caso in questione fosse un'eccezione.

Inviato: gio, 10 apr 2008 21:57
di Marco1971
Se n’era parlato qui.

Inviato: gio, 10 apr 2008 22:09
di Gianluca
Grazie tante!
Ne ho fatto tesoro! :wink:

Inviato: ven, 11 apr 2008 10:18
di Gianluca
Gli aggettivi migliore, peggiore, maggiore, minore, sono già forme di comparativo di maggioranza, pertanto non sono mai preceduti da piú o da il piú, e che allo stesso modo, i superlativi assoluti ottimo, pessimo, massimo, minimo, non hanno bisogno di rafforzativi.
Su invito di un amico, pongo un caso curioso: supponiamo che Tizio, esperto enologo, debba dare un giudizio sulla bontà di due vini e sceglierne uno. Tizio afferma: «Sono entrambi ottimi vini!» Caio, però, ricordandogli che la scelta deve ricadere su uno dei due, cosí gli risponde: «Va bene, sono entrambi ottimi vini; ma qual è piú ottimo?»

Il mio amico domanda perché non si potrebbe dire, visto che piú acerrimo si usa.
La mia risposta? «Ottimo esprime una qualità posseduta al massimo grado dal nome cui si riferisce, senza alcun paragone con altre grandezze.
Ciò che invece esprime una qualità posseduta al massimo (o minimo grado), stabilendo un confronto è il superlativo relativo, e dal momento che si vuole porre un confronto tra due cose, nella fattispecie i vini, diremo qual è il migliore».

Quale dovrebbe essere la risposta?

Inviato: ven, 11 apr 2008 10:36
di Infarinato
Gianluca ha scritto:Il mio amico domanda perché non si potrebbe dire, visto che piú acerrimo si usa.

[…]

Quale dovrebbe essere la risposta?
«Il suo amico» commetterebbe un paralogismo, perché dal fatto che il valore di superlativo sia [nell’uso attuale] molto attenuato in acerrimo non si può dedurre che lo sia altrettanto in ottimo. ;)

Inviato: ven, 11 apr 2008 11:29
di Gianluca
Grazie Infarinato! :)

La mia risposta è accettabile?

Inviato: ven, 11 apr 2008 14:33
di bubu7
Marco1971 ha scritto:Se n’era parlato qui.
Ed anche in maniera piuttosto esauriente: è sempre consigliabile usare la funzione di ricerca prima di aprire una nuova discussione. :)

Inviato: gio, 17 apr 2008 22:33
di Federico
Gianluca ha scritto:La mia risposta è accettabile?
Direi di sí, però ottimo volendo si può usare anche relativamente: l'ottimo fra tutti i vini, ricollegandosi al significato di optimum. O no?

Inviato: gio, 17 apr 2008 22:44
di Marco1971
Sí.

Inviato: sab, 19 apr 2008 20:12
di Gianluca
Gentile Federico, grazie! Non lo sapevo. :oops:

È escluso, però, (dire) piú ottimo. Conferma?

Inviato: sab, 19 apr 2008 20:54
di Marco1971
*Piú ottimo è agrammaticale. Non è accettabile. Forse lo sarà fra cent’anni, ma per ora no.

Inviato: sab, 19 apr 2008 20:59
di Gianluca
:) Grazie! Gentilissimo.

Inviato: sab, 19 apr 2008 21:23
di Marco1971
Di nulla. Ho trovato alcune attestazioni letterarie antiche (che non cambian nulla all’odierna agrammaticalità: ne avessimo copiose testimonianze, e ben distribuite secolarmente, oggi sarebbe ammesso). Per curiosità, le riporto qui sotto.

E però il dico a ognuno, che voi mi perdoniate; però ch’io il fo per lo meglio, e per più ottimo che sia fra quelli tre ch’io ti dissi. (Bernardino da Siena, Prediche senesi del 1427, Predica 28)

Oh, tu se’ la buona massaia: perché ti turbi? – Questo disse Iesù; perché è più ottima parte la vita contemplativa, che non è l’attiva. (Bernardino da Siena, Prediche senesi del 1427, Predica 3)

Hai tu imparato stamane nulla? – Sì. – Quanto ch’è a me, questa regola m’è giovata già più anni: io ho durata questa fatiga del predicare già più anni, e holla trovata la più ottima e migliore fatiga che io durasse mai; e ho voluto lassare stare ogni altra operazione. (Bernardino da Siena, Prediche senesi del 1427, Predica 28)

L’imperio paterno è il più santo dominio che sia; e la servitù filiale la più ottima obidienzia che si trovi. (Aretino, Il Filosofo, At. 2, sc. 5)

Inviato: mar, 22 apr 2008 11:13
di Incarcato
Quattro attestazioni, di cui tre del buon Bernardino... :roll:

Inviato: mar, 03 ago 2010 16:05
di Black Mamba
Inserisco qui il mio quesito per evitare di aprire un altro filone.

In un documento ho appena letto questa frase:

«se la media sarà minore all'1,50%, l'importo sarà aumentato dello 0,30%.»

Non si dovrebbe dire minore dell'1,50%?
Forse sarebbe bastato sostituire minore con inferiore e dire inferiore all'1,50%. :roll: