"Insanità mentale" frequente iconimo

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burchiello
Interventi: 1
Iscritto in data: gio, 17 apr 2008 18:13

"Insanità mentale" frequente iconimo

Intervento di burchiello »

Salve a tutti,
sono un novizio di questo eccellente fòro ma vorrei permettermi di sottoporvi una considerazione con relativa domanda.

Nel corso di alcune mie domestiche ricerche linguistiche ho osservato che molti referenti di campi semantici diversi sono nominati a partire dal concetto di "matto" o "pazzo". Alcuni esempi che ho potuto analizzare sono:
- INSALATA MATTA detta anche scarola o cicoria
- la MATTA il "jolly" nel gioco delle carte
- PORCINO PACIU o ROBA PAZZA per designare il fungo porcino in alcuni dialetti umbri
- CASAMATTA cioè il locale adibito alla custodia della artigliaria entro un'opera di fortificazione
- l'espressione MAIONESE IMPAZZITA per riferirsi alla salsa non riuscita a dovere

quello che ho notato è che una caratteristica umana, come l'insanità mentale, è vista come un qualcosa non conforme alla regola presa a modello da una comunità...voi cosa ne pensate? conoscete qualche altre esempio (sia in italiano, sia in dialetto, sia derivante da altre lingue) che possa chiarire meglio questo particolaro carattere della lingua?

Grazie a tutti...
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Benvenuto tra noi, burchiello! :)

Non saprei rispondere alla sua domanda, ma mi sembra che in tutte le lingue si usi spesso denominare le cose in modo caratterizzante.

Una cosa, però: l’origine di casamatta è tuttora in discussione, e c’è una lunga entrata nel DELI in proposito. Ne riproduco un brevissimo passo (Il DELI cita il Sella):
“La prima menzione di Ca Matta è a Ravenna nel 1276, nome di luogo che fu poi assunto dalla famosa corporazione ravennate dei pescatori. [...] Nel latino classico e medievale la parola matta significa stuoia di giunchi, intreccio di giunchi e (...) definiremo ca matta come una capanna coperta da un intreccio di giunchi o di stuoie, come ancora oggi si usa nelle valli da pesca del ravennate, capanna a vôlta tonda e senza finestre.”
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
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Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Bisogna fare attenzione a non cadere in paretimologie. Ad esempio per la matta leggo nel Devoto-Oli che deriva "dallo sp. mata, nome di un gioco di carte, der. di matar 'uccidere'", quindi nessuna relazione con l'insanità mentale.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ma quest’accezione non c’entra nulla col matta di casamatta, che è il latino tardo (dice il GRADIT), matta(m) ‘stuoia’.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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