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La scomparsa di Giovanni Nencioni

Inviato: dom, 04 mag 2008 18:38
di Marco1971

Inviato: mar, 06 mag 2008 11:04
di l'italiana
Mi spiace Marco...un abbraccio :oops: :(

Inviato: mar, 06 mag 2008 13:55
di Bue
Aggiungo un collegamento a questo articolo

Inviato: mar, 06 mag 2008 14:15
di Incarcato
Grazie del collegamento, Bue, ho letto con interesse.

Inviato: mar, 06 mag 2008 17:07
di Marco1971
Grazie, Bue, per questi articoli. :)

Mi dispiace solo che l’italiano sia poco curato; si vedano molte virgole fuori posto e queste due frasi:

*…offriva ai lettori risposte su quesiti inerenti l’uso della lingua italiana…

*…per risollevare l’istituzione dalle difficoltà che versava in quel momento.


Inerente si costruisce sempre con a (inerenti all’uso...), e versare, nel senso di «trovarsi», è intransitivo e richiede la preposizione in (...dalle difficoltà in cui versava...). Nencioni sicuramente ne sarebbe stato amareggiato.

Inviato: ven, 09 mag 2008 9:05
di LCS
Cari Utenti,
con un poco di ritardo, riporto l'articolo dedicato a Giovanni Nencioni apparso sul "Sole 24 ore" di domenica 4 maggio 2008, a pagina 33.
Addio a Giovanni Nencioni

Il custode della lingua

di Franceso Sabatini*

Pochi sanno della vita piena di svolte di Giovanni Nencioni, grande linguista italiano ed europeo della generazione che ha attraversato il Novecento e ha messo fermamente il piede anche nel secolo successivo. L'uomo dall'espressione sempre distesa e conciliante, il gentiluomo fiorentino che invitava amabilmente i visitatori ad affacciarsi dalle grandi vetrate della sua casa-biblioteca sul Lungarno, il professore che trattava con immancabile garbo gli studenti, celava uno spirito inquieto, sempre proteso ad adeguare la propria visione dei fatti allo stimolo dei tempi.

Nato a Firenze nel settembre 1911 e scomparso ieri, Nencioni si laurea in legge con Piero Calamandrei, evita di dedicarsi alla vita forense, come avrebbe voluto suo padre, si cerca un posto a Roma, al ministero dell'Istruzione, dove lavora dal 1937 al '51. È nel gabinetto del ministro Bottai; arrivano gli anni tremendi delle persecuzioni razziali e si adopera, copertamente, per proteggere insegnanti e impiegati della comunità ebraica: nel '43 nasconde in casa propria i rotoli della Torah. Intanto, nella città che si ridesta dalla tragedia, nella Roma che egli ama sempre di più - amava citare passi del d'Annunzio romano - frequenta intellettuali di punta, i filosofi del diritto Capograssi e Lopez, il francesista Trompeo, l'archeologo Pugliese Carratelli, il linguista Bertoldi.

Attraverso le frequentazioni romane la mente di Nencioni viene catturata dal nesso tra diritto e linguaggio ed ecco che, spinto da Bertoldi, il ministeriale diventa linguista, seguendo una linea che lo differenzia nettamente dal tardo idealismo crociano.
Nel 1951 è professore di Glottologia a Bari per tre anni, poi passa all'Università di Firenze, da dove nel '70 passerà alla Normale di Pisa. È la storia della lingua italiana la disciplina nella quale emerge velocemente, come l'instauratore deciso ed equilibrato di una prospettiva capace di abbracciare la dimensione sociale e quella individuale della lingua, e si dedica ad applicarla alle più diverse fasi della nostra storia linguistica, letteraria e civile. Chi, dei suoi allievi e degli studiosi di due o tre generazioni successive alla sua, non si è nutrito delle sue meravigliose, terse e vibranti pagine su Dante, Ariosto, Guicciardini, Michelangelo, Vasari, Vico. Leopardi, Manzoni, De Sanctis, Verga, Pirandello e sull'«italiano in movimento»?

E poi, c'è l'accademico della Crusca. Dal 1953 è incaricato di disegnare il progetto per il nuovo Vocabolario storico dell'italiano: impresa ciclopica, che gli verrà subito affidata, da Bruno Migliorini e Giacomo Devoto, quando, due anni dopo, entra nell'Accademia. L'impresa decolla (diventerà l'attuale Opera del Vocabolario Italiano) e si apre alle tecnologie informatiche. La Crusca diventa l'epicentro di nuovi studi di grammatica e di lessicografia, si arricchisce di grandi fondi bibliografici, si proietta più decisamente in Europa, con nomine di accademici in Russia, Svezia, Inghilterra, Francia, Germania, Paesi balcanici e poi negli Stati Uniti d'America. La quadrisecolare istituzione si lega alle più giovani società e associazioni di linguistica italiana, diventa una vera piazza d'incontri dei linguisti italianisti di tutto il mondo. È anche questo un grandioso lascito di Nencioni, presidente della Crusca per 28 anni.

* Presidente dell'Accademia della Crusca

Inviato: mer, 14 mag 2008 22:57
di Federico
Grazie, LCS.