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Inviato: dom, 18 ott 2015 1:16
di sempervirens
Non ci avevo mai fatto caso. Forse perché non mi interesso di pettegolezzi da strada. Ad ogni modo non credo di aver capito bene. Questo outing letteralmente sarebbe qualcosa come fuorendo, fuorente, uscendo, uscente, e simili, vero?

Si vede che gli deve veramente rodere parecchio il constatare che se vogliono mettere in piedi qualche parola decente, se non un discorso decente, devono fare affidamento su latinismi e grecismi. Al di fuori di queste guide siamo molto sul vago, come per la maggior parte di questi neologismi, a mio modesto parere fatti col pennato e rifiniti con l'accetta.

Inviato: dom, 18 ott 2015 13:49
di AttritoLinguistico
Si potrebbe usare il termine dichiarazione saffica per le donne.

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Correggetemi pure, sono qui per imparare.

Inviato: dom, 18 ott 2015 19:34
di Infarinato
Siccome —sia detto bonariamente e senz’alcun riferimento all’ultimo arrivato— pare che ultimamente si sia un po’ refrattari a rileggersi quanto è stato scritto in precedenza s’un certo argomento (eppure questa è una delle poche regole del nostro fòro, la n. 8 per la precisione), mi permetto di ricordare che la questione, posta nella serie d’interventi richiamata nel primo intervento di questo filone, verteva piú che altro sui participi sostantivati coming out e outing. I quali, benché usati ormai intercambiabilmente in «itangliano», come accade a tutt’i forestierismi piú recenti, che sono ormai dei semplici involucri da riempire con significati a caso, indicano due cose ben diverse: «fare coming out» significa «dichiararsi omosessuale», ed è quindi un atto volontario, mentre «fare outing» vale «rivelare l’omosessualità di qualcun altro», ed è quindi sostanzialmente un atto di violenza.

(Per Sempervirens: outing è il participio [sostantivato] del verbo out «espellere, esternare, rivelare», deavverbiale a suffisso zero dell’avverbio out «fuori».)

Inviato: lun, 19 ott 2015 0:44
di sempervirens
Infarinato ha scritto:(Per Sempervirens: outing è il participio [sostantivato] del verbo out «espellere, esternare, rivelare», deavverbiale a suffisso zero dell’avverbio out «fuori».)
Grazie, Infarinato! La Sua concisa spiegazione m'ha aiutato non poco. Non è sempre facile per me venire a capo di qualcosa di comprensibile da un sistema verbale ridotto al minimo come quello che usano gli abitatori di una buona parte della Gran Bretagna e delle sue ex colonie. :)

Re: «Outing»

Inviato: sab, 03 lug 2021 15:39
di Utente cancellato 676
Trovo i traducenti proposti al momento nella lista poco efficaci:
outing: rivelazione [imprevista], smascheramento, stanamento

Il primo perché troppo debole (si rivela qualcosa, senza che sia chiaro se di positivo o negativo, mentre chi rivela l'omosessualità altrui di certo lo fa per danneggiare l'altro, che altrimenti avrebbe provveduto sua sponte).

Smascheramento, per quanto lasci intendere le cattive intenzioni del rivelatore, sembra imputare colpe all'omosessualità altrui, idem stanamento.

Una via di mezzo come svelamento non vi sembra più acconcia? La trovo più neutra di smascheramento e di stanamento, ma un filino più forte di rivelazione che è davvero troppo neutra ai miei occhi e alle mie orecchie... Il velo non ha il portato di negatività che ha una maschera.

Re: «Outing»

Inviato: sab, 03 lug 2021 16:02
di Carnby
Direi che occorra un termine connotato negativamente, tipo spiattellamento, che però mi pare troppo gergale.

Re: «Outing»

Inviato: sab, 03 lug 2021 16:32
di Infarinato

Re: «Outing»

Inviato: sab, 03 lug 2021 16:47
di Utente cancellato 676
Infarinato ha scritto: sab, 03 lug 2021 16:32 Rimando al mio ultimo intervento su coming out.
Divulgazione [dell'omosessualità] è una proposta assolutamente condivisibile, per quanto mi riguarda. E spero concordiate di metterla come primo traducente.

Re: «Outing»

Inviato: sab, 03 lug 2021 22:45
di marcocurreli
Ci starebbe bene anche la locuzione sbandierare ai quattro venti.