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«Cascare dal pero»
Inviato: lun, 23 giu 2008 17:36
di Federico
Tutti i dizionari riportano la locuzione fare pero, che non non ricordo di aver mai sentito né letto in vita mia, ma non trovo cascare dal pero (o cadere; anche dal melo, leggo – ma non sento mai –), che pure mi sembra molto piú comune, anche se non quanto cadere dalle nuvole, che comunque i dizionari non mi sembrano definire sempre in modo soddisfacente, dal momento che molti parlano di sbigottimento, che non mi sembra molto appropriato, mentre il Treccani come al solito è impeccabile: «mostrare grande sorpresa, spec. per cosa di cui non si sapeva assolutamente nulla».
Inviato: lun, 23 giu 2008 19:02
di Marco1971
Ho trovato questo nel Dizionario dei modi di dire della lingua italiana di B. M. Quartu (Milano, Rizzoli, 1993):
cascare dal pero Dover prendere atto, in genere dolorosamente, di una data realtà. Anche essere costretti a cambiar vita, peggiorandone il tenore, a causa di un rovescio economico e simili. Oppure essere costretti ad abbandonare un atteggiamento di superiorità, di snobismo, di altezzosità.
Inviato: lun, 23 giu 2008 23:17
di CarloB
Ho sentito poche volte questa espressione. Ma sempre a significare "essere sorpresi, scoprire una situazione non prevista e/o non immaginata". Questo collima con il testo citato da Marco, ma solo in parte. Mi pareva che chi parlava non alludesse a un declassamento, un peggioramento delle condizioni di vita, ma semplicemente a una sorpresa.
Inviato: lun, 23 giu 2008 23:51
di Marco1971
E questo sarebbe il primo significato citato (su tre). È anche molto probabile che l’espressione abbia diverse sfumature secondo le zone in cui viene usata.
Inviato: mar, 24 giu 2008 11:29
di Federico
Anch'io non l'ho sentita usare in modo tale da giustificare quell'inciso «in genere dolorosamente»: chi casca dal pero lo fa spesso per piccole cose stupide, e fa magari una figuraccia perché mostra di non sapere qualcosa che ci si aspettava sapesse, ma in genere niente di particolarmente grave; altrimenti non si userebbe un'espressione come questa, leggera e scherzosa.
Marco1971 ha scritto:È anche molto probabile che l’espressione abbia diverse sfumature secondo le zone in cui viene usata.
Questa è probabilmente la spiegazione.
Inviato: mar, 24 giu 2008 16:21
di Bue
Non so se
cascare dal pero sia collegata a
scendere dal pero, che significa "aprire gli occhi sulla realtà", e che io ho sempre pensato derivata dalla
novella del Decameron in cui due amanti convincono il marito di lei a salire su un pero "incantato" che permette di vedere scene erotiche "inesistenti".
Boccaccio ha scritto:- Ahi rea femina, che è quel che tu fai? E tu Pirro, di cui io più mi fidava? - e così dicendo cominciò a scendere del pero.
Inviato: mar, 24 giu 2008 17:14
di Fabio48
Dalle mie parti, "Non sono mica sceso dal pero" è come dire "non sono uno sprovveduto!" Praticamente equivale a "'Un son mi'a venuto giù colla piena..."
Cordialità.
Inviato: gio, 26 giu 2008 19:09
di Federico
Due osservazioni molto interessanti.
Chissà perché il pero ha tanta fortuna nella simbologia italiana.
Inviato: gio, 26 giu 2008 23:35
di Black Mamba
È un'espressione che ho sentito raramente e soltanto in Toscana, nell'accezione di trasecolare. Piú frequenti, invece, espressioni simili come restare a bocca aperta o cadere dalle nuvole.
Inviato: ven, 27 giu 2008 0:33
di Marco1971
Forse sbaglio, ma direi che è piú comune cascare dalle nuvole.
In effetti, non so perché il pero (e la pera: Al contadin non far sapere com’è buono il cacio colle pere) ricorra cosí spesso in espressioni e proverbi.
Sarà stato l’albero dei poveri?
Inviato: ven, 27 giu 2008 1:42
di Black Mamba
Non credo lei si sbagli.
In effetti la maggior parte dei dizionari riporta cascare dalle nuvole.
Treccani e De Mauro in linea riportano entrambe le versioni. Garzanti Linguistica solo cascare dalle nuvole e DISC in linea solo cadere dalle nuvole.
Tornando ai peri e alle pere, il De Mauro in linea riporta anche la locuzione cascare come una pera (o addirittura come una pera cotta).
Inviato: ven, 27 giu 2008 12:33
di CarloB
Caro Marco, e se in questo caso la fiorentinità le facesse velo?

A nord della Linea Gotica
cadere dalle nuvole , stando alla mia esperienza, anche di parlante, ho l'impressione che ricorra con frequenza molto maggiore che non
cascare dalle nuvole. E in generale
cadere è preferito a
cascare, nell'italiano dei settentrionali; quanti tra loro direbbero o scriverebbero:
è cascato dal settimo piano? Credo ben pochi.
Inviato: ven, 27 giu 2008 16:32
di Marco1971
Il Battaglia registra solo
cascare dalle nuvole: sotto
nuvola rimanda a
cascare, dove c’è una discreta esemplificazione d’autore: Settembrini, Collodi, Verga, Pirandello, Gadda.
Tuttavia nella LIZ[a], cercando la sequenza
dalle nuvole, s’incontrano un certo numero di occorrenze del verbo
cadere (a naso direi 1/3
cadere e 2/3
cascare). E si trova alternato a
cascare anche presso un medesimo autore.
Il verbo
cascare, comunque, non è ristretto alla sola Toscana, è ampiamente usato nel Centro e nel Mezzogiorno. Ecco quel che ne dice il Treccani:
Lo stesso che cadere, ma più familiare e più espressivo, e perciò usato spec. in alcune locuz. e modi fig. o proverbiali.
Possiamo quindi considerarlo tranquillamente panitaliano (
pane italiano 
).
Inviato: ven, 27 giu 2008 21:24
di Brazilian dude
E da esso deriviamo le cascate, che sono entrate in altre lingue, come lo spagnolo, il portoghese, il francese e l'inglese, non le cadute.

Inviato: dom, 29 giu 2008 0:42
di u merlu rucà
CarloB ha scritto:Caro Marco, e se in questo caso la fiorentinità le facesse velo?

A nord della Linea Gotica
cadere dalle nuvole , stando alla mia esperienza, anche di parlante, ho l'impressione che ricorra con frequenza molto maggiore che non
cascare dalle nuvole. E in generale
cadere è preferito a
cascare, nell'italiano dei settentrionali; quanti tra loro direbbero o scriverebbero:
è cascato dal settimo piano? Credo ben pochi.
Concordo, nel nord(e) si cade dalle nuvole e non si casca.