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Chi uccide la placca e chi la lingua

Inviato: lun, 21 lug 2008 15:16
di Fabio48
State combattendo una battaglia dove anche quelli che dovrebbero essere vostri alleati, sono invece acerrimi nemici...

Dal "Corriere della sera" di oggi:

I denti che si riparano da soli
14:25 SALUTE
Li stanno «inventando» in Inghilterra. Insieme al colluttorio che «uccide» la placca
di M.R.Sargentini

Inviato: mar, 22 lug 2008 0:24
di Federico
Qualche cenno qui.

Collutorio o colluttorio?

Inviato: mer, 23 lug 2008 22:00
di S·B·U·M·B
Il collutorio, soluzione medicamentosa per risciacqui del cavo orale, nasce probabilmente in antico come idea ma relativamente di recente come parola, medica (anzi: farmaceutica), andando a prestito dal latino colluere "lavare con qualcosa" (cum+lavare; radice indoeuropea LU/LOU/LAU/LAV/LEU) e introducendo un collutorius/collutorio (anche come metodo: "pro collutorio" "per collutorio", detto tra noi "gli sciacqui"), diciamo dai primi dell'Ottocento (mi si corregga se sbaglio; ad es. il Sabatini Coletti indica 1830).

Ben presto (diciamo con il Novecento) "traducendosi" nella lingua parlata il termine è venuto da una parte ad incrociarsi parafonicamente con il comune "colluttazione" (dopotutto si tratta di una guerra, ai microbi... scherzo: l'ammissibilità è stata di certo di carattere squisitamente eufonico) dall'altra con la regionalità (e magari daremo un minor sorveglianza nel Centro-Sud Italia).

Il fatto è che la questione della "t" in più non è affatto recente.
Trovo Migliorini e Devoto che se la pongono nel 1939 ("forma indiscutibilmente errata").

Leggesi "colluttorio" (sic) in un Bullettino della Reale Accademia Medica di Roma, del 1883; in un Giornale internazionale delle scienze mediche del 1891; in Annali di farmacoterapia e chimica, in italiano, del 1899... non esattamente liste della spesa di persone poco istruite.

Con la fine del Novecento poi il prodotto è definitivamente sconfinato dalla farmacia al supermercato, trovandosi così ancor più ...nella bocca di tutti, con conseguente incremento numerico in termini assoluti anche del termine distorto.

Il Treccani continua a preoccuparsi di correggere ("erroneo colluttorio"), il De Mauro sdogana definitivamente il raddoppiamento (cfr http://www.demauroparavia.it/24300 oggi), se pure non ricorda/ammette l'accezione anche quale "procedimento" (sciacquo, gargarismo) come ad es. il Gabrielli.

Inviato: gio, 31 lug 2008 23:20
di Marco1971
Il Gabrielli bivolume segnala come ‘errata’ la forma colluttorio e quello monovolume non la menziona affatto. Il De Mauro sdogana tutto, come sappiamo, seguendo l’uso. Ha il merito di dare una descrizione accurata di molti aspetti del lessico, ma anche il demerito di non avvertire il consultatore di quelle forme considerate meno raccomandabili (per me errate e basta) come sopratutto e sim.

L’errore è stato corretto sulle confezioni, anche se nessuno le legge.