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«Lastimare»
Inviato: sab, 16 ago 2008 22:52
di promessainfranta
Leggendo "Il giorno della civetta" di L.Sciascia, mi sono imbattuto nel vocabolo in oggetto, che non trova alcuna attestazione nei dizionari in mio possesso. Vorrei sapere se quest' iberismo è in voga tra le parlate meridionali. Grazie infinite.
Inviato: sab, 16 ago 2008 23:29
di Marco1971
Non so se sia nell’uso, ma i nostri amici siciliani potranno illuminarci in proposito.
Il verbo è registrato nel GRADIT: è marcato RE sicil. e datato genericamente XX sec. Il sostantivo làstima, invece, è nel Battaglia con due attestazioni, una di Brancati (il che non stupisce) e una del Tassoni, scrittore modenese (1565-1635).
Inviato: dom, 17 ago 2008 0:25
di arianna
È un termine originario spagnolo (per esattezza vedasi
qui) e in siciliano è
lastimiari che vuol dire dolersi, lamentarsi, ma esistono due forme: lasti-ma-ri e lasti-mia-ri (anche
lastima pena, miseria, e
lastimusu miserevole).
Da una ricerca in rete ho trovato che, sotto la voce lastimare, si cita proprio Sciascia
qui.
Spero di aver apportato qualche lume

Inviato: dom, 17 ago 2008 3:08
di Brazilian dude
Io l'avrei usato in italiano senza titubanza.

Inviato: dom, 17 ago 2008 11:42
di u merlu rucà
Làstima è usato anche nel genovese, con il significato di 'lamentazione, rammarico'. Abbiamo inoltre lastimàse 'lamentarsi' e lastimante 'lamentoso' a La Spezia. Lastima è un deverbale da lastimarse 'dolersi', dal latino volg. blastimare 'bestemmiare' che nel castigliano è passato al significato di 'ferire, offendere' e come riflessivo 'dolersi'.
Inviato: dom, 17 ago 2008 14:40
di Brazilian dude
Esiste anche in portoghese.
Lastimare
Inviato: lun, 18 ago 2008 12:05
di promessainfranta
Grazie mille per i vostri esaurienti contributi.
Inviato: lun, 18 ago 2008 12:15
di francescofree
Mi rammenta lo spagnolo lastimar, ferire, per il quale qué làstima equivale alla nostra esclamazione "che peccato".
Inviato: lun, 18 ago 2008 21:05
di u merlu rucà
Brazilian dude ha scritto:Esiste anche in portoghese.
Quasi certamente un prestito castigliano. Il gruppo consonantico iniziale BL > br in portoghese: blancu > branco.
Inviato: mar, 19 ago 2008 1:27
di Brazilian dude
Il mio dizionario non menziona il castigliano:
[F.: Do lat. vulg. blasfemare. Hom./Par.: lastima(s) (fl. de lastimar), lástima (sf.), lástimas (pl.).]
Inviato: mar, 19 ago 2008 1:30
di Brazilian dude
Quasi certamente un prestito castigliano. Il gruppo consonantico iniziale BL > br in portoghese: blancu > branco.
Ho letto che bianco, branco, blanco... è d'origine germanica.
Inviato: mar, 19 ago 2008 2:08
di Marco1971
Brazilian dude ha scritto:Quasi certamente un prestito castigliano. Il gruppo consonantico iniziale BL > br in portoghese: blancu > branco.
Ho letto che bianco, branco, blanco... è d'origine germanica.
Sí, è d’origine germanica, piú precisamente longobardica (DELI). Il nostro merlo si riferiva, se non erro, agli esiti fonetici cui ha dato luogo
blank, e al fatto che non è entrato in italiano attraverso il portoghese (come invece altre parole).
Inviato: mar, 19 ago 2008 15:15
di Brazilian dude
e al fatto che non è entrato in italiano attraverso il portoghese (come invece altre parole).
E io non ho detto che fosse d'origine portoghese, ho semplicemente detto che lastimare non ha, secondo il dizionario, influenza spagnola, e che branco è d'origine germanica.
Inviato: mar, 19 ago 2008 23:26
di u merlu rucà
In effetti non dovrebbe essere un prestito, perchè sia nello spagnolo che nel portoghese c'è una semplificazione del gruppo consonantico iniziale latino BL in l. Non conosco altri esempi di questa semplificazione in portoghese, anche perché non ci sono molti termini latini che iniziano per BL. Nello spagnolo c'è ladilla 'pidocchio pubico' dal lat. *blatella, dim. di blatta (DRAE). Per quanto riguarda branco < germ. BLANK, non ha subito la semplificazione probabilmente perché entrato nel lessico portoghese dopo che il fenomeno suddetto si era esaurito.
Inviato: gio, 21 ago 2008 10:34
di bubu7
Brazilian dude ha scritto: ...ho semplicemente detto che lastimare non ha, secondo il dizionario, influenza spagnola...
Per il portoghese no (si tratta infatti di un termine abbastanza diffuso sul territorio romanzo) ma per i dialetti meridionali (e, in seconda battuta, per il genovese) probabilmente sì. Almeno secondo molti dizionari etimologici.
Nell’area napoletana abbiamo
iast@mà [@ = scevà], ma col significato ristretto di ‘bestemmiare’.
Aggiungo che il termine deriva dal latino ecclesiastico ed è un calco dal greco per la lingua della Bibbia. Da
blasphemare [lascio perdere gli accenti] per dissimilazione consonantica progressiva a distanza di
p(h) si otterrebbe il termine
ricostruito *
blastimare, probabilmente sotto l’influsso di
æstimare (A. Ernout, A. Meillet,
Dictionnaire étymologique de la langue latine).