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Dittonghi

Inviato: ven, 30 dic 2005 22:00
di Carnby
La tradizionale teoria grammaticale sui dittonghi prevede che essi siano la combinazione di una vocale e di "i", "u" non accentate. La mia domanda è questa: sequenze vocaliche come quelle delle parole "lui", "pii" e "friulano" sono considerate dittonghi?

Re: Dittonghi

Inviato: ven, 30 dic 2005 23:16
di Infarinato
Carnby ha scritto:La tradizionale teoria grammaticale sui dittonghi prevede che essi siano la combinazione di una vocale e di "i", "u" non accentate. La mia domanda è questa: sequenze vocaliche come quelle delle parole "lui", "pii" e "friulano" sono considerate dittonghi?
Tradizionalmente, no (tranne, forse, in friulano, ma molto dipende da come viene di volta in volta «analizzata» la parola in questione -la definizione tradizionale di dittongo e iato è infatti essenzialmente morfologica: legga qui). Foneticamente, ovviamente, sí, ma questo Lei lo sa di sicuro…

Rimando tutti gl’interessati a un mio vecchio intervento.

Inviato: lun, 02 gen 2006 10:06
di giulia tonelli
Spettacolare, quel vecchio intervento.

Inviato: dom, 05 mag 2013 22:16
di Zabob
Mi permetto di riesumare questo filone, anche perché tiro in ballo un sito cui qui s'è dato rimando.
Ivi si dice testualmente (corsivi e grassetti nel testo):
Luigi De Bellis ha scritto:Si noti nella parola "straordinario" che la a e la o di straor non costituiscono dittongo perché non si possono pronunciare con un'unica emissione di fiato e perciò danno vita a due sillabe; invece la i e la o di rio costituiscono dittongo e fanno una sola sillaba.
Invece, nel sito dell'Enciclopedia Treccani dell'Italiano (voce "Iato") si legge:
Giovanna Marotta ha scritto:Anche la notorietà della parola costituisce un parametro rilevante: in caso di parole di uso comune, lo iato originario può facilmente diventare dittongo; per es., straordinario, video, viaggio.
A parte che non ho capito come si giustifica l'affermazione della Marotta (e in "viaggio" lo iato può diventare dittongo per altre ragioni), se si confrontano le parti che ho evidenziato in rosso si nota che sono in contraddizione: -ao- in "straordinario" per il De Bellis non è un dittongo, per la Marotta sì: chi ha ragione?

P.S.: davvero la 'a' e la 'o' di "straordinario" non si possono pronunciare con un'unica emissione di fiato? :roll:

Inviato: dom, 05 mag 2013 22:42
di Carnby
Zabob ha scritto:e in "viaggio" lo iato può diventare dittongo per altre ragioni
Sì, al Nord prevale /'vjaʤʤo/ (bisillabico), in Toscana e altrove /vi'aʤʤo/ (trisillabico; anche in poesia si nota questa differenza).
Zabob ha scritto: -ao- in "straordinario" per il De Bellis non è un dittongo, per la Marotta sì
In realtà hanno «ragione» entrambi: secondo la «grammatica tradizionale» due vocali adiacenti delle quali nessuna sia o i o u, non possono costituire dittongo. La posizione di Giovanna Marotta è più moderna e realistica: anche in poesia (senza scomodare Canepari e la fonetica moderna) due vocali contigue possono far parte della stessa sillaba a certe condizioni, anzi si può considerare quasi «normale» la sineresi e «marcata» (anche dall'uso dei due puntini presso i curatori più attenti) la dieresi (/di'ɛrezi/, non /'djɛrezi/ – come del resto /i'ato/ – se vogliamo proprio esser precisi).

Inviato: dom, 05 mag 2013 23:08
di Zabob
Carnby ha scritto:Sì, al Nord prevale /'vjaʤʤo/ (bisillabico), in Toscana e altrove /vi'aʤʤo/ (trisillabico; anche in poesia si nota questa differenza).
In questa canzone della Mannoia, per esempio (che credo abbia un'ottima dizione), si sente che la cantante dice /vi'aʤʤo/, ma senza che i e la successiva a formino due sillabe (metriche) distinte: «sarai sola nel viaggio» è un settenario come gli altri e quel "viag" viene cantato su un'unica nota.

Inviato: dom, 05 mag 2013 23:20
di Marco1971
Per me in questa canzone sento /'vja-/ ...

Inviato: dom, 05 mag 2013 23:29
di Zabob
Penso che gli unici modi di "sentire" uno iato nella parola "straordinario" siano: a) considerarla formata da stra + ordinario, e quindi con un confine morfologico a cavallo del dittongo -ao-; b) declamarla con accento secondario /straˌordiˈnarjo/.

Inviato: dom, 05 mag 2013 23:34
di Marco1971
Zabob ha scritto:In questa canzone della Mannoia, per esempio (che credo abbia un'ottima dizione), si sente che la cantante dice /vi'aʤʤo/, ma senza che i e la successiva a formino due sillabe (metriche) distinte: «sarai sola nel viaggio» è un settenario come gli altri e quel "viag" viene cantato su un'unica nota.
Non è poi fisicamente possibile eseguire uno iato sulla stessa nota nel canto, visto che lo iato presuppone due sillabe...

Inviato: dom, 05 mag 2013 23:45
di Zabob
A proposito di dieresi, sineresi e iati: il verso dantesco «I' vidi un fatto a guisa di liuto» si deve sillabare (metricamente): I-vi-diun-fat-toa-gui-sa-di-li-u-to (pronunciando la terza sillaba /djun/) oppure I-vi-di-un-fat-toa-gui-sa-di-liu-to (pronunciando la penultima /lju/)?

Inviato: dom, 05 mag 2013 23:53
di Ferdinand Bardamu
In liuto, l’-iu- è in iato (/li'uto/), pertanto è piú naturale la prima sillabazione che proposto.

Inviato: lun, 06 mag 2013 0:00
di Zabob
Ferdinand Bardamu ha scritto:In liuto, l’-iu- è in iato (/li'uto/)
Ma anche -iu- in "vidi un" è un iato...

Inviato: lun, 06 mag 2013 0:03
di Carnby
Zabob ha scritto:Ma anche -iu- in vidi un è un iato...
Non necessariamente: la u non è accentata (gli articoli non hanno accento, come altre particelle) come invece è la u di liuto.

Inviato: lun, 06 mag 2013 0:08
di Zabob
Quindi il primo accento del verso è sulla seconda sillaba /i'vidiun/ e non sulla terza /ivi'djun/?

Inviato: lun, 06 mag 2013 0:24
di Souchou-sama
Certo, perdiana! Come sarebbe possibile /viˈdjun/?! :D Lo schema è il seguente: I’ ˈvidi un ˈfatto a·gˈguisa ˌdi liˈuto — né vi sono alternative.