«Air gap»

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«Air gap»

Intervento di Freelancer »

Vorrei condividere, per quel che vale, questa mia riflessione su questo termine, riferito all'intervallo d'aria tra le espansioni polari di un circuito ferromagnetico. Se comparisse oggi, il primo istinto sarebbe probabilmente di renderlo con il calco intervallo d'aria e magari si direbbe, no è troppo lungo, ecc. ecc.

Il termine italiano, che secondo il Gradit risale al 1930 (quando ancora l'influsso dell'inglese era trascurabile), è invece traferro. Come si può notare, è il punto di vista a essere diverso e a dare una "traduzione" insospettabile.

Questo per dire che quando ci si trova davanti a un forestierismo, il percorso da seguire per una resa accettabile potrebbe essere non intuitivo. (A parte il fatto, naturalmente, che trattandosi di tecnicismo ha cominciato a circolare tra i tecnici e quindi viene naturalmente accettato da tutti i parlanti - che nella maggior parte dei casi saranno persone del ramo.)

Ma resta comunque interessante il modus operandi, che sia stato consapevole o no. Va tenuto a mente ogni volta che si analizza un forestierismo e se ne cerca il sostituto.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Negli anni Trenta ancora c’era il senso della terminologia. Oggi si sarebbe adottato air gap senza pensarci due volte (cfr airglow [1968] e air abrasion [2000]). Traferro ha anche i sinonimi interferro (1957) e intraferro (1957) – chissà che bisogno c’era di queste varianti posteriori.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Il tuo esempio è molto interessante, caro Roberto.
Sono d’accordo con Marco: oggi si sarebbe adottato air gap.
Aggiungo che se Marco avesse proposto traferro, qualcuno gli avrebbe immediatamente obiettato che il traducente era sociolinguisticamente inaccettabile. :mrgreen: Il percorso da seguire oggi per rendere in italiano un forestierismo non può essere quello che si seguiva negli anni Trenta o Cinquanta.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Intervento di Freelancer »

bubu7 ha scritto:Il tuo esempio è molto interessante, caro Roberto.
Sono d’accordo con Marco: oggi si sarebbe adottato air gap.
Aggiungo che se Marco avesse proposto traferro, qualcuno gli avrebbe immediatamente obiettato che il traducente era sociolinguisticamente inaccettabile. :mrgreen: Il percorso da seguire oggi per rendere in italiano un forestierismo non può essere quello che si seguiva negli anni Trenta o Cinquanta.
Sono d'accordo e non sono d'accordo; d'accordo nel senso che possono esistere possibili sostituti che istintivamente vengono respinti - soprattutto i semplici adattamenti con terminazione vocalica, ne abbiamo parlato a iosa. Non d'accordo nel senso che il percorso può ben essere quello che ha portato a traferro; il mio punto era che una soluzione è sempre possibile purché ci si sappia staccare dal punto di vista della lingua originale e questo può essere tanto più facile quanto più ostico per un semplice calco è il forestierismo.

Alcuni esempi: il concetto di skyscraper è immediatamente comprensibile e suggestivo, quindi grattacielo viene subito adottato. Il twist tie di cui hai parlato è più complesso da capire e rendere (*fascetta da attorcigliare?) e quindi nasce (tra gli altri) un piattina animata che è basato su un punto di vista diverso, sul modo con cui è realizzato l'oggetto anziché sul modo con cui lo si usa.
Ancora (sempre nell'ambito tecnico): strain relief è complesso da rendere (*sollievo dalle sollecitazioni?) e quindi nasce un pressacavo (termine abbastanza recente, si badi, non compare ancora nei dizionari) che indica come l'oggetto svolge la sua funzione anziché qual è l'effetto prodotto.

E così via.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Ma io la penso come te. :)

Non dico che il percorso da te suggerito non possa teoricamente essere seguito però, nel caso specifico, consideriamo che: ci troviamo di fronte a un tecnicismo; che, per la sua natura, difficilmente questo potrà uscire dall’ambito degli addetti ai lavori; che i due termini della locuzione inglese air gap, a differenza di twist tie e strain relief, sono immediatamente comprensibili anzi, gap è un esotismo che in italiano vive di vita propria. A tutto questo, naturalmente, si somma il fatto che oggi vi è una ben maggiore familiarità coi forestierismi integrali.
Tutti questi fattori inibirebbero la nascita spontanea di un termine come traferro e farebbero pendere decisamente la bilancia dalla parte di air gap.
Questo intendevo quando parlavo di sociolinguisticamente inaccettabile. :)
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