Elisione di «che»

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Elisione di «che»

Intervento di Marco1971 »

Ormai non si elide quasi mai, che si tratti della congiunzione o del pronome. Consultando il DOP e il DiPI sono rimasto sorpreso di trovare ammesse grafie come ch’ho. La mia perplessità m’ha condotto allora a cercare nella LIZ[a], dove, di questa grafia, ci sono infiniti esempi, anche presso Leopardi... (e trasecolai! :D)

Esteticamente non mi garba questa successione di ‘h’, e farei come Sandro Penna, poeta novecentesco: c’ho (possibilità contemplata dal DOP, che la definisce letteraria). Ch’io, ch’egli, nulla di squassante; ma Ch’hai? :?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Incarcato
Interventi: 900
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 12:29

Intervento di Incarcato »

Ch'ho ricordo d'averlo trovato anche in Pascoli, magari nella LIZ c'era.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sí, c’è anche in Pascoli. Uno degli esempi è tratto dalle Myricae:

Andiamoci, a mimmi,
lontano lontano...
Din don... Oh! ma dimmi:
non vedi ch’ho in mano
il cercine novo,
le scarpe d’avvío?
Sei morto: non vedi,
mio piccolo cieco!
(Il morticino)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Trovo ORRENDA la grafia ch'ho e simili. Stupisce il constatare che sia stata adoperata da insigni letterati. :shock:
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Un conflitto dovuto ai diversi significati della h. Non c'è nessuna soluzione perfetta.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Federico ha scritto:Un conflitto dovuto ai diversi significati della h. Non c'è nessuna soluzione perfetta.
Non capisco bene. Potrebbe esplicitare?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 23 ospiti