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Soggetto collettivo e verbo plurale

Inviato: mar, 28 ott 2008 13:01
di bartolo
Un mio amico, colto, contesta l'affermazione secondo cui l'accordo tra soggetto singolare di valore collettivo e verbo al plurale debba essere evitato in uno scritto sorvegliato, o formale: voglio specificare che la frase in oggetto è la seguente: «Tutta la gente sono cattivi» (quindi col soggetto privo di quelle specificazioni che renderebbero "sopportabile" la concordanza "a senso", come: "una piccola folla di uomini camminavano", "un po'" di spaghetti non ti faranno male").

Inviato: mar, 28 ott 2008 13:09
di bartolo
Aggiungo che questo mio amico afferma che l'espressione in oggetto con l'accordo "a senso" segnala un "mittente" colto.

Re: soggetto collettivo e verbo plurale

Inviato: mar, 28 ott 2008 15:00
di Daniele
bartolo ha scritto:Un mio amico, colto, contesta l'affermazione secondo cui l'accordo tra soggetto singolare di valore collettivo e verbo al plurale debba essere evitato in uno scritto sorvegliato, o formale: voglio specificare che la frase in oggetto è la seguente: «Tutta la gente sono cattivi» (quindi col soggetto privo di quelle specificazioni che renderebbero "sopportabile" la concordanza "a senso", come: "una piccola folla di uomini camminavano", "un po'" di spaghetti non ti faranno male").
Scusi, non capisco. Il suo amico sostiene che si debba dire la gente sono cattivi? :shock: :shock: :shock:

Inviato: mar, 28 ott 2008 15:22
di bartolo
Sì, esattamente: o meglio, che si possa dire. Egli parla di "nobile" sillessi («però che di gente di molto valore / conobbi che 'n quel limbo eran sospesi», Inf. IV, 44-45), e non di solecismo.

Inviato: mar, 28 ott 2008 15:37
di Daniele
Be', non posso esserle molto d'aiuto nel dirimere la questione, ché sono ignorante; mi pare però che il verso dantesco sia ben diverso, e noto che lì gente è ben lontano dal verbo, e forse questo c'entra qualcosa. Sono pronto comunque a scommettere una discreta somma che la gente sono cattivi è un obbrobrio. Se ho ragione, il motivo ce lo potrà forse spiegare qualcuno più dotto di me.
:wink:

Inviato: mar, 28 ott 2008 15:45
di bartolo
Chissà che cosa ne pensano i "dottissimi" ( :wink: ) Marco, Incarcato e tutto il "cotanto senno"... :)

Inviato: mar, 28 ott 2008 15:49
di Daniele
Li invochiamo! :D

Inviato: mar, 28 ott 2008 16:08
di Marco1971
È possibile la concordanza al plurale con gente, ma non è italiano normale: è stilisticamente una forma marcata o in senso letterario-arcaizzante o in senso plebeo. Il Gabrielli cita Manzoni:

Sappia dunque che questa buona gente son risoluti d’andar a metter su casa altrove.

Si può usare, insomma, solo per creare questi particolari effetti, ma non in testi formali.

Inviato: mar, 28 ott 2008 16:32
di bubu7
Marco1971 ha scritto:Si può usare, insomma, solo per creare questi particolari effetti, ma non in testi formali.
Sono d’accordo con lei sebbene il Serianni (Gramm. XI.361) non specifichi alcuna restrizione di registro anche in esempi che, personalmente, non riesco a digerire: «nemmeno in un deserto questa gente ti lasciano in pace» (Pavese, La luna e i falò).

Inviato: mar, 28 ott 2008 19:55
di Fausto Raso
Per tagliare la testa al toro non sarebbe meglio usare il plurale di gente? :wink:

Inviato: mar, 28 ott 2008 20:18
di Marco1971
Ma al plurale le genti vale ‘le stirpi, le razze, i popoli, le nazioni’.

Inviato: mer, 29 ott 2008 9:11
di Incarcato
Marco, per caso puoi tirare fuori dal cappello ( :mrgreen: ) altre occorrenze?

Inviato: mer, 29 ott 2008 10:43
di bubu7
Diamo un’occhiata ad alcune delle nostre grammatiche.

Raffaello Fornaciari nella sua Sintassi italiana dell’uso moderno (1881), pag. 301, sostiene:
Se il soggetto è un nome collettivo singolare, seguito da un complemento partitivo di numero plurale, anche il predicato si fa plurale, e si accorda col genere del complemento.
[...]
Anche senza il complemento partitivo si trova sovente il predicato in plurale.
Quindi quando è presente il complemento partitivo si usa il plurale e, sovente, anche quando manca il complemento.

Passiamo a Giuseppe Patota, Grammatica di riferimento dell’italiano contemporaneo (2006), pag. 55:
Nell’italiano standard, quando un nome collettivo è al singolare e in funzione di soggetto, il verbo va al singolare:
Il pubblico ha applaudito il cantante per cinque minuti.
Parte dei profughi si è rifugiata oltre il confine.


Quando il nome collettivo è seguito da “di + un nome plurale” (come nel secondo esempio) è frequente anche la cosiddetta concordanza a senso, cioè al plurale:
Parte dei profughi si sono rifugiati oltre il confine.

La concordanza a senso non è consigliabile nella lingua scritta ma è accettabile in quella parlata.
Quindi la concordanza a senso è sempre sconsigliabile nello scritto.

Vedete come la sensibilità linguistica è cambiata in cento anni…

Io, però, non me la sento di sottoscrivere completamente la posizione di Patota, soprattutto quanto affermato nel periodo finale della citazione.
Faccio mia, invece, completamente, la posizione di Aldo Gabrielli esposta, ad esempio, nel suo Museo degli errori (1977):
Quando un nome collettivo singolare sia seguito da un complemento di specificazione potremo usare tanto il verbo nel singolare, concordandolo col numero singolare del collettivo, quanto il verbo al plurale, concordandolo a senso col valore plurale del collettivo stesso.
Se il complemento di specificazione manca, il verbo sarà usato nel singolare.
Ma non mancano, si badi, esempi di costruzione col verbo al plurale alche in questo particolare caso.
Quindi, nel caso di collettivo seguito dal complemento di specificazione, si possono usare entrambe le costruzioni.
Quando manca il complemento di specificazione è consigliabile (vivamente consigliabile, secondo me) usare il verbo al singolare.

Inviato: mer, 29 ott 2008 11:03
di Incarcato
Quindi, tornando a noi, il consiglio è di scrivere: tutta la gente è cattiva.

Inviato: mer, 29 ott 2008 11:45
di bubu7
Incarcato ha scritto:Quindi, tornando a noi, il consiglio è di scrivere: tutta la gente è cattiva.
Sì, sia nello scritto sia nel parlato. :)