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Complemento di mezzo?

Inviato: lun, 16 feb 2009 1:29
di Giorgio1988
Salve a tutti, e vivissimi complimenti per l'accuratezza di questo forum!
Ho da sottoporvi un quesito. Premetto che non amo sottilizzare troppo su distinzioni che spesso vengono operate più per utilità descrittiva che per validità – per così dire – scientifica, ma mi trovo davanti a un dubbio da cui non riesco a liberarmi. Si prenda in esame l’antica costruzione dei verbi donare e rubare, i quali, secondo il modello sintattico latino, richiedono il complemento oggetto della persona che riceve il dono/subisce il furto e un complemento indiretto introdotto dalla preposizione di per indicare l’oggetto donato/rubato. Ora, mi chiedo: questo complemento indiretto (che, stando alle categorie designanti i ruoli semantici, potremmo considerare ‘strumento’) a quale categoria corrisponde nelle distinzioni classiche dell’analisi logica? Nel caso di rubare dovrebbe trattarsi di un complemento di privazione, ma nel caso di donare? Si tratta, molto semplicemente, di un complemento di mezzo?

Giorgio

Inviato: lun, 16 feb 2009 12:14
di Marco1971
Benvenuto Giorgio! :)

Potrebbe fornirci qualche frase completa? Grazie.

Inviato: lun, 16 feb 2009 12:55
di Fausto Raso
Ha ragione Marco, faccia qualche esempio. Con i verbi da lei menzionati si possono avere tanto i complementi di mezzo quanto i complementi di modo o maniera.

Inviato: lun, 16 feb 2009 17:45
di Giorgio1988
Ringrazio Marco1971 per il benvenuto e domando venia per le mie mancanze, a cui rimedio subito.
Mi riferisco a costruzioni di questo tipo:

«Ma pure lo rubarono di ciò ch’elli avea» (Stefano Rossi, Volgarizzazione delle Leggende di San Jacopo Maggiore e di Santo Stefano Primo Martire del Beato Jacopo da Varagine);

«sì gli s’arrendè la terra di San Giovanni Angiuliem, e la città di Pettieri, e Lisignano, e Minorto, e Santi in Santogna, con più altre castella e ville, sanza alcuna risistenza, e quelle rubò d’ogni sustanzia» (Giovanni Villani, Cronica);

«il sultano vuol donare Francesco di ricchi doni» (Guido Gozzano, Le dolci rime, le Fiabe, San Francesco; esempio ‘rubato’ a Luca Serianni, Grammatica Italiana, XI, 4d);

«Per tal modo l’Artefice in riserbando la contemplazione della misteriosa apparizione al solo Pontefice, lo ha donato di maggior dignità, e di maggior gloria» (Giornale arcadico di Scienze, Lettere, ed Arti, tomo VI);

«La innamorata fanciulla lo donò di un filo per norma a sortire dal labirinto» (Giovanni Tamburini, Volgarizzazione del Commento latino di Benvenuto Rambaldi sulla Divina Commedia di Dante Alighieri).

Giorgio

Inviato: lun, 16 feb 2009 18:09
di Marco1971
Nel caso di rubare di (costrutto antico) pare incontrovertibile il complemento di privazione. Per donare siamo ancora dinanzi a una costruzione antica e letteraria: donare una persona di qualche cosa, «fargliene dono» (Battaglia). In quest’ultimo caso, mi sembra che si tratti di complemento di abbondanza (vedi essere dotato/fornito di), ma non mi ritengo un esperto di complementi...

Inviato: lun, 16 feb 2009 18:42
di Giorgio1988
La ringrazio molto per il suo prezioso aiuto, Marco. Anch’io avevo pensato ad un complemento di abbondanza, ma poi mi sono chiesto se non prevalesse invece la natura strumentale di quello che in latino era il caso ablativo. In particolare, mi ha indirizzato verso questa seconda ipotesi il fatto che circumdare, che con donare condivide la radice (dō > dōnum > dōnum + -ō > dōnō; circum- + dō > circumdō), può presentare, in latino, il medesimo costrutto:

- donare aliquem aliqua re
- circumdare aliquem/aliquid aliqua re,

e nel secondo caso mi sembra evidente che l’ablativo corrisponda al complemento di mezzo italiano.

Giorgio

Inviato: lun, 16 feb 2009 18:53
di Marco1971
Può darsi, caro Giorgio. Ci sono qui persone piú ferrate di me nell’individuare i complementi. Io confesso ancora una volta che non mi paiono cose essenziali per un buon uso dell’italiano.

Inviato: lun, 16 feb 2009 19:15
di Giorgio1988
Io confesso ancora una volta che non mi paiono cose essenziali per un buon uso dell’italiano.
Sono d'accordo con lei! Il problema è che non solo un professore, ma anche uno studente (quale io sono) deve aspettarsi qualsiasi tipo di domanda: non vorrei che mi chiedessero proprio che complemento sia quel di qualcosa!

Giorgio

Inviato: lun, 16 feb 2009 21:57
di Marco1971
Che cosa valuterebbe una siffatta domanda nel candidato? In un esame, ad esempio, non porrei domande simili (né l’ho mai fatto sinora). Il candidato per me è promosso se è in grado di analizzare un testo e di capire tutto quello che c’è scritto, con tutte le sfumature. Il docente che bocciasse lo studente per un errore di «catalogazione» io l’invierei subito nella bufera infernal, che mai non resta. ;)

Inviato: lun, 16 feb 2009 22:48
di Giorgio1988
:D
La ringrazio sinceramente per l'aiuto e per l'attenzione che mi ha prestato, nonché per la chiusa dantesca, che non guasta mai.
A presto.

Giorgio